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Il ruolo da protagonista in Billie Jean King Cup può dare il via ad un'ulteriore crescita per la riminese, reduce da un'ottima seconda parte di 2024.
di Samuele Diodato | 19 dicembre 2024
Non sempre riconoscersi dei meriti è segno di presunzione. Lucia Bronzetti (numero 74 WTA) e il suo percorso ne sono una prova lampante. Complice una Elisabetta Cocciaretto non al 100%, è infatti toccato proprio all’allieva di Francesco Piccari il delicato ruolo di seconda singolarista nelle finali di Billie Jean King Cup. Ed è stata proprio l’idea di meritarsi un palcoscenico, di esserne all’altezza, a permetterle di esprimersi al meglio.
Il suo apporto, tra la semifinale con la Polonia e l’ultimo atto con la Slovacchia, è stato assolutamente decisivo. Prima per offrire alle compagne una garanzia di doppio decisivo (in caso di sconfitta – poi arrivata solo al terzo set – di Jasmine Paolini contro Iga Swiatek), e poi per regalare proprio a Paolini la chance di chiudere la pratica sin da subito, tingendo il trofeo d’azzurro grazie al successo definitivo su Rebecca Sramkova.
"Tathiana (Garbin) è importante per me, per noi. Ci dà tanta energia", ha ripetuto spesso in quei due giorni al termine dei quali Bronzetti e compagne hanno realizzato uno dei sogni più belli che ci possano essere nel tennis. Uno di quelli che ti può cambiare la vita: “Sapere che ce la posso fare e che posso uscire da momenti difficili - aveva già detto dopo il match contro la polacca Magda Linette – è un grande insegnamento e una grande iniezione di fiducia”.
Un serbatoio pieno che la riminese dovrà essere in grado di portarsi dietro anche per l’imminente 2025. Senza guardare ad una classifica che, rispetto al best ranking dello scorso aprile (numero 46 WTA) sorride un po’ meno. Quello che conta, per lei più che per le altre, è la fiducia.
D’altronde, la lucidità in campo – specie dal punto di vista tattico – è quella che ha fatto la differenza a Malaga, e che da luglio in poi l’ha riportata a brillare con la vittoria nel WTA 125 di Contrexeville e le semifinali nei 250 di Monastir e Guangzhou.
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Rispetto al 2023, il lavoro con Piccari evidenzia una certa continuità in diversi aspetti del gioco, a partire dal numero degli ace (in media 1,7 a partita) al numero di punti vinti con la prima (61,7%, +0,1 rispetto a 12 mesi fa). È venuta meno, forse, un pizzico di efficienza in risposta, ma col suo staff, l’italiana ha sempre avuto le idee chiare. Continuare sull’onda lunga del trionfo di squadra può riservarle esiti molto positivi.
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