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"Jasmine Paolini è migliorata tantissimo con servizio e diritto, ma soprattutto ha fatto un salto di qualità in termini di maturazione del pensiero" ha detto il suo coach Renzo Furlan a SuperTennis. Dopo la finale a Monastir, sarà la numero 1 d'Italia in Billie Jean King Cup. "Un gruppo di ragazze che si stimano, non c'è una vera leader" ha spiegato
di Alessandro Mastroluca | 24 ottobre 2023
"Nella stagione di Jasmine Paolini vedo due punti di svolta: Roma e Cincinnati. Ma soprattutto ha maturato la convinzione di giocare un livello più alto, ha fatto un salto di qualità in termini di maturazione del pensiero". Coach Renzo Furlan, ex numero 19 del mondo, nona miglior classifica per un italiano da quando esiste il ranking computerizzato, ha raccontato a SuperTennis, nell'intervista realizzata da Lucrezia Marziale, stagione e prospettive di Jasmine Paolini. La toscana, dopo aver raggiunto a Monastir la sua quarta finale in carriera, ha toccato il suo best ranking al numero 29.
"Avevamo come obiettivo entrare stabilmente nelle 50 avendo recuperato l'infortunio dell'anno scorso, e di avvicinarci alle 30. I primi quattro mesi sono stati estremamente difficili, ha vinto poche partite" ha spiegato Furlan.
A parte il quarto di finale a Lione, infatti, Paolini ha ottenuto solo un secondo turno a Hobart e un'eliminazione all'esordio all'Australian Open. In Medio Oriente non è andata meglio: primo turno a Dubai, sconfitta nelle qualificazioni a Doha.
Battuta al primo turno anche a Indian Wells, ha partecipato al successo dell'Italia di Billie Jean King Cup contro la Slovacchia, che ha qualificato le azzurre per la fase finale. Da Roma cambia tutto.
"Abbiamo sistemato aspetti che non funzionavano bene. Avevamo problemi dal punto di vista della preparazione atletica, non avevamo ancora un preparatore che ci potesse dare una mano in maniera continuativa, e l'abbiamo trovato in Andrea Bracaglia attraverso la Federazione Italiana Tennis e Padel" ha detto Furlan.
Nel cambio di passo iniziato al Foro Italico non c'è solo il nuovo preparatore, racconta Furlan. "Jasmine a inizio anno aveva cambiato racchetta, dopo Madrid ha ripreso quella che usava gli anni scorsi - ha detto -. Ha iniziato a trovare continuità. Jasmine quando è molto determinata, poi, fa la differenza. Ha preso coscienza del fatto che poteva giocare molto bene e a fine anno ha fatto questo sprint che l'ha portata tra le prime 30".
L'andamento ascensionale delle prestazioni e dei piazzamenti traduce questo scatto di convinzione. Da maggio a luglio gli highlights includono la vittoria al WTA 125 di Firenze, finale al WTA 125 di Makarska, la finale a Palermo. E siamo al secondo punto di svolta che individua Furlan, "la trasferta americana. Jasmine è andata a Montreal da sola, ha vinto una bella partita con Vekic [ha perso al terzo turno contro Pegula, che avrebbe vinto il torneo, NdA], poi si è qualificata a Cincinnati ed è arrivata ai quarti". Non era mai arrivata così avanti in un WTA 1000, la categoria di tornei di maggior prestigio in calendario dopo gli Slam. "Lì ha capito che avrebbe potuto giocare a un livello più alto" ha ammesso Furlan.
L'ottavo di finale a Pechino, la semifinale di Zhengzhou e la finale di Monastir offrono tre ulteriori e preziose conferme. Tre indizi che diventano prove, evidenze empiriche di un progresso tecnico innegabile. "Jasmine è cresciuta tantissimo - analizza ancora coach Furlan -. Noi collaboriamo, sempre attraverso la Federazione Italiana Tennis e Padel, con Danilo Pizzorno, un biomeccanico che ci aiuta molto dal punto di vista tecnico-tattico. Facciamo dei periodi di lavoro con lui e sono fondamentali. Jasmine ha fatto grandi miglioramenti dalla parte del diritto e sul servizio. Giocare con un servizio consistente a un livello alto è fondamentale. Mi ha fatto molto piacere, soprattutto, vedere che ha maturato la convinzione di poter giocare un livello più alto. Ha fatto un salto di qualità in termini di maturazione del pensiero".
E il percorso non può, non deve, considerarsi esaurito. "Se chiudi l'anno 29 o 30 del mondo, l'obiettivo numerico è salire ancora: avvicinarsi e perché no provare a entrare tra le prime 20. Ma c'è del lavoro dietro da fare, e siamo molto concentrati su questo. Penso che Jasmine abbia ancora grandi margini su servizio e sulle situazioni di campo molto vicino alla rete. Lei è potente, gioca con grande velocità, ha belle traiettorie e un ottimo cambio di ritmo. Ma secondo me è ancora poco incisiva quando è molto vicino alla rete" ha detto Furlan a SuperTennis. Comunque, ha aggiunto, "il colpo più importante è comunque credere di poterlo fare, di poter migliorare ancora".
Da allenatore, analizza, "posso solo far capire alla mia giocatrice che la strategia legata al lavoro, alla programmazione, a come si gioca il punto, a come si affronta un match e a come si gioca il match è la cosa più importante. Poi trovi continuità intanto se credi di valere un determinato ranking, una determinata prestazione, e riesci a esprimerla con consistenza in campo. E per farlo devi essere allenato, non devi lasciare niente al caso e lavorare sui particolari".
Per quanto riguarda il circuito WTA, con l'Elite Trophy in corso a Zhuhai e le imminenti WTA Finals (entrambi gli eventi in esclusiva su SuperTennis), l'orizzonte delle azzurre è già proiettato al 2024. Ma c'è un altro grande appuntamento che le coinvolge: le finali di Billie Jean King Cup a cui Paolini si presenta da numero 1 di un'Italia che, inserita con Francia e Germania nel girone, può puntare a diventare la sorpresa della manifestazione.
"E' una squadra molto unita, e questo possa permettere loro di fare qualcosa di molto importante, se non quest'anno nei prossimi - ha detto Furlan -. C'è anche un'ottima capitana, Tathiana Garbin, che ci sta dando una mano in tantissimi aspetti. Insieme a Vittorio Magnelli, che è il direttore tecnico di Formia, ci hanno messo a disposizione il loro preparatore con cui poi abbiamo avviato una collaborazione. In Cina ci hanno messo a disposizione un osteopata-fisioterapista che ha dato una mano a queste ragazze a gestire le diverse situazioni".
Paolini, conclude Furlan, "non credo che si senta leader. Per me ci sono tre o quattro ragazze che più o meno si equivalgono. Non dimentichiamo che tre, quattro mesi fa, Martina Trevisan era tra le prime 20 ed è stata l'artefice della qualificazione alla fase finale perché ha vinto due partite importantissime contro la Slovacchia. Ha vinto un singolare e il doppio con Elisabetta Cocciaretto, messa in campo all'ultimo. Peraltro fino a un mese fa era proprio Elisabetta la numero 1 d'Italia, poi non è riuscita a competere per qualche infortunio. L'Italia non ha una leader specifica, ma una squadra unita. Sono un gruppo di ragazze che si stimano tanto". E gruppi così vanno lontano.