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Renzo Furlan racconta a Tennis Talk il momento e le prospettive di Jasmine Paolini, scesa alla posizione numero 6 del ranking WTA dopo il torneo di Dubai
di Alessandro Mastroluca | 25 febbraio 2025
Dopo le lacrime di paura e di rabbia per la caduta contro Sofia Kenin che le ha impedito di competere fino in fondo per confermarsi campionessa a Dubai, Jasmine Paolini guarda al Sunshine Double per dare nuova luce al suo 2025. La sua prima stagione iniziata da Top 5, con l'esigenza di confermare una densità di risultati mai ottenuta prima per rimanere tra le migliori del mondo, è un'esperienza nuova e come tale comporta incognite, insidie. E uno sguardo nuovo dalle rivali da affrontare.
"Non vedo mai Jasmine Paolini oppressa dalle aspettative, o comunque tesa più di tanto. Certo sa quello che deve difendere, sa che fa parte del gioco e le piace enormemente quello che sta facendo. Ci pensa, è ovvio. Ma si concentra sempre su quello che c'è da fare" ha spiegato il coach Renzo Furlan a Tennis Talk, il format settimanale di approfondimento in onda ogni lunedì su SuperTennis. "Quello che abbassa la tensione legata sulle aspettative è lavorare su aspetti che possono portarti ad essere un tennista o una tennista migliore" ha aggiunto.
Furlan non è preoccupato per l'andamento di Jasmine in questi primi due mesi della stagione. Prima di Dubai, Paolini ha perso al terzo turno all'Australian Open e agli ottavi a Doha.
"In Qatar ha perso contro Ostapenko, che è arrivata in finale lasciando pochi game a tutte le avversarie e a Melbourne contro Svitolina che sta ritrovando un tennis straordinario. I match che doveva vincere li ha sempre vinti. Il suo è un bellissimo tennis, c'è da ritrovare continuità" ha ammesso Furlan, che l'ha accompagnata in ogni step della sua recente scalata. Vincitore di due titoli ATP da giocatore, arrivato al best ranking di numero 19 e ai quarti di finale al Roland Garros, da allenatore ha accumulato esperienze variegate.
E' stato responsabile del centro tecnico federale a Tirrenia. Si è occupato anche di Francesca Schiavone, quasi in forma anonima, mentre la Leonessa si stava preparando per vincere il Roland Garros del 2010 e per un periodo anche di responsabile degli Under 20 serbi. Con Paolini ha iniziato a lavorare part-time nel 2015, poi è diventato suo coach a tempo pieno dopo la pandemia da COVID-19 nel 2020.
Nel corso degli anni ha visto cambiare il ruolo del coach, ha spiegato a Tennis Talk. "La differenza è passare il quotidiano con il giocatore - ha detto -. Gli allenatori che incidono di più sono quelli che si confrontano tanto, che guardano molti match con gli atleti che seguono e curano il particolare in campo e fuori".
La sfida ulteriore, a cui è chiamato lo stesso Furlan, sta nell'individuare il modo per mantenere alta l'attenzione e proficuo il rapporto per chi segue lo stesso atleta da molti anni. "L'aspetto buono, quando condividi tanti anni con un giocatore o una giocatrice, è che riesci a sviluppare un ottimo canale di comunicazione. Ma allo stesso tempo non è semplice trovare sempre qualcosa di nuovo, che permetta al giocatore o alla giocatrice di continuare a evolversi. Servono grandi doti di comunicazione per riuscirci".
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