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Keys e l'esempio di Paolini: non è mai troppo tardi per brillare

Alla soglia dei 30 anni, Keys ha vinto il suo primo Slam, ed è ora al bivio: abbandonarsi al successo o guardare oltre? L'esempio più brillante, per una come lei, è il 2024 vissuto da Jasmine Paolini dopo il WTA 1000 vinto a Doha

di | 31 gennaio 2025

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Una rincorsa lunga otto anni, fino a quel dritto vincente in cui ha messo tutta sé stessa, per conquistarsi il primo e tanto agognato Slam della propria vita. Quella di Madison Keys è senza alcun dubbio la favola dell’Australian Open. Una favola come quelle di una volta, in cui lei è la protagonista assoluta, e in cui c’è anche un principe azzurro: Bjorn Fratangelo, che dopo averla portata all’altare, l’ha aiutata a trovare la miglior versione di sé per riscrivere un destino che sembrava segnato.

Così, a neanche 20 giorni dal 30° compleanno, Keys si ritrova di nuovo in Top-10, al n. 7, giusto un gradino sotto quel best ranking che aveva raggiunto nell’anno della sconfitta in finale a Flushing Meadows, per mano dell’amica e connazionale Sloane Stephens. Un salto di sette posizioni che rafforza l’impressione che il successo precedente a Melbourne, quello nel WTA 500 di Adelaide, non fosse semplicemente il frutto di una semplice “settimana buona”.

E ora, l’obiettivo è proprio quello: fare in modo che la favola non si fermi all’istantanea di lei che abbraccia la Daphne Akhurst Memorial Cup. Lasciarsi guidare, anzi, da quelle sensazioni che le hanno permesso di non tremare nel momento decisivo della finale contro Aryna Sabalenka, o quando in semifinale ha annullato il match point ad Iga Swiatek. Non ricordava neanche, nell’intervista post-match, di essere stata ad un passo dal baratro. Follia, si potrebbe dire, in un’era in cui i campioni e le campionesse si definiscono con una lucidità portata all’estremo, la capacità di ricordare e catturare per filo e per segno ogni istante del match.

Un pizzico di incoscienza, da un lato, ma anche di serenità, per chi come chi ha spesso sofferto la pressione, nei momenti clou. La dimostrazione che, a volte, pensare troppo fa male, quando invece basterebbe – a una con i suoi mezzi tecnici – fidarsi del proprio tennis.

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L'ESEMPIO DA SEGUIRE È PAOLINI

Il futuro resta un’incognita, certo. In fondo, sono stati diversi i precedenti negli ultimi anni – soprattutto nel circuito WTA – in cui a un trionfo liberatorio è seguito un calo, o riducendo l’exploit alla già menzionata “settimana buona” o più semplicemente per le difficoltà nel digerire la grande gioia, per la disabitudine ad essa, e per una “pancia piena”, agonisticamente ed emotivamente parlando.

Probabilmente, in ciò che avverrà dopo la vittoria di Melbourne, potrebbe nuovamente avere un peso lo staff di Keys e la vicinanza del marito, ex professionista. Con loro ha trovato una nuova dimensione tennistica, ha lavorato duramente dal punto di vista fisico e si è presentata più in forma che mai.

La priorità, innanzitutto, è smaltire la fatica della tournée australiana, ancor prima che l'“onda” di felicità: la tennista statunitense resterà infatti ai box per un po’, saltando il WTA 100° di Doha (Qatar Total Energies Open) per recuperare da un infortunio al tendine del ginocchio, e si rivedrà con ogni probabilità solo nel WTA 1000 di Dubai.

Lo stesso torneo dove un anno fa, un po’ come lei, ha vissuto la sua favola Jasmine Paolini, alzando il trofeo e dando inizio ad un percorso che l’ha guidata – a 28 anni – a raggiungere il best ranking di n. 4 al mondo grazie alle storiche finali al Roland Garros e a Wimbledon.

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Keys è addirittura andata oltre, facendo suo un Major. Ma se è vero che il 2024 vissuto da Paolini può essere d’esempio a tutta l’Italia, è altrettanto vero che ad imparare da lei possono essere in primis le colleghe, e Keys che, - pur essendo agonisticamente attiva da tempo - è soltanto un anno più “anziana” della toscana.

Durante e dopo l'Australian Open, la nuova campionessa ha fatto più volte capire di riuscire, ora, a vivere il tennis con più leggerezza. Col sorriso sulle labbra, come abbiamo visto fare a Jasmine, anche in doppio, conquistando la prima medaglia d'oro della storia del tennis azzurro, la scorsa estate. E la sua parabola dovrà essere anche per Keys uno stimolo a lavorare costantemente, senza fermarsi alla prima conquista, sognando e guardando ancora più alto, ripetendosi e ripetendo al mondo che – per certe cose – non è mai troppo tardi.


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