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L'americana insegue la doppietta Australian Open-Indian Wells, che nel circuito WTA non si vede dal 2012. In California, però, ha raggiunto al massimo un quarto di finale in 11 partecipazioni: anche per questo si tratterà di un importante banco di prova
di Samuele Diodato | 03 marzo 2025
A più di un mese dal suo indimenticabile primo titolo Slam, Madison Keys è pronta a tornare in campo. Forte del best ranking di n. 5 e fresca di 30° compleanno (il 17 febbraio), dopo svariati forfait, tra i quali i WTA 1000 di Doha e Dubai, la campionessa dell’Australian Open si rivedrà infatti al BNP Paribas Open di Indian Wells, anch’esso un 1000.
Un torneo sul cui prestigio è difficile aggiungere altro, rispetto a quanto già risaputo. Dalla prima edizione del 1989, nel deserto della California hanno vinto quasi tutte le più grandi campionesse: da Martina Navratilova (1990-91) e Monica Seles (1992) fino a Steffi Graf (1994 e 1996), Serena Williams (1999 e 2001) e Maria Sharapova (2006 e 2013).
Per quest’anno, i riflettori saranno ovviamente puntati sulle prime due del ranking, Aryna Sabalenka e Iga Swiatek, ma in maniera particolare anche su Keys, che ha sconfitto le due dominatrici del circuito tra la semifinale (annullando un match point a Swiatek) e la finale a Melbourne, e ora può puntare ad un bis pesantissimo ad Indian Wells.
Estasi Keys, la gioia della prima volta Slam
A 29 anni e 342 giorni, è diventata la più anziana dal 1975 ad oggi a battere n. 1 e 2 per aggiudicarsi un titolo Major, ma ora le aspettative sono piuttosto alte su di lei. Alla guida del ex professionista ATP (e marito) Bjorn Fratangelo ha trovato una serenità che non le era mai stata davvero riconosciuta, liberando tutto il potenziale che – quello sì – si intravedeva già da ragazzina.
A giustificare la curiosità nei suoi confronti contribuisce anche il fatto che il suo 2025 era iniziato già col piede giusto prima dell’Happy Slam, mettendo in bacheca il WTA 500 di Adelaide. Così ora l’attende Indian Wells, e basterà poco per capire se (e quante) abbia sul proprio corpo ancora le scorie del grande trionfo nella terra dei canguri.
Con un sogno all’orizzonte della doppietta Australian Open-Indian Wells che, anche rispettando la spietata concorrenza del circuito femminile, per ora è ancora lontano. In fondo, dal 2000 ad oggi, ci sono riuscite solo in tre: Lindsay Davenport (2000), Justine Henin (2004) e – per ultima – Victoria Azarenka (2012).
Tralasciando il primo caso per la netta distanza cronologica (con un calendario differente), quelli di Henin e Azarenka sono casi abbastanza simili a quello di Keys. La belga, al tempo, si presentava negli Stati Uniti da n. 1 assoluta, con già tre titoli all’attivo (Sydney, Australian Opne e Doha) ed una sola sconfitta. Zero, addirittura, quelle di Azarenka, che nel 2012 veniva da un parziale di 17 vittorie consecutive (poi diventate 23).
Victoria Azarenka con il trofeo di Indian Wells nel 2012 (Getty Images)
Lo storico di Keys dice attualmente 14-1, con la sola sconfitta arrivata nel torneo di Auckland (WTA 250) per mano della futura vincitrice del torneo (e recente finalista nel 1000 di Dubai) Clara Tauson. Al netto dell’abbrivio estremamente favorevole, in ogni caso, Keys è chiamata – se davvero vorrà sognare la doppietta – ad un’impresa.
Non solo per la quella vecchissima legge non scritta secondo cui “vincere è difficile, ripetersi lo ancora di più”, ma anche per un bilancio – quello personale ad Indian Wells, che non ispira particolare ottimismo. In 11 partecipazioni nel tabellone principale, d’altronde, ha raccolto appena 10 partite vinte con al massimo un quarto di finale (2022) ed un ottavo di finale.
Quanto solide siano le fondamenta della “nuova Keys” che sorride di più e si gode di più il gioco lo scopriremo presto. Sembrerà scontato, ma parlando una di una con le sue qualità, passa ancora – tutto – dall’approccio giusto e dalla voglia di prolungare l’incantesimo.
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