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Attenta Jasmine, la nuova Sakkari è più matura e soprattutto felice!

Nel terzo turno di Madrid la Paolini ritrova una vecchia conoscenza che per la prima volta dall’Olimpiade ha vinto due partite di fila in un tabellone WTA e ha appena riabbracciato il vecchio coach…

di | 27 aprile 2025

Un'esultanza di Maria Sakkari (Getty Images)

Un'esultanza di Maria Sakkari (Getty Images)

Il pericolo nel tennis è sempre dietro l’angolo, e finisce solo con la stretta di mano a rete. Figurarsi nel tennis donne dal livello medio sempre più alto, con decine di giocatrici che possono ambire al successo. Giocatrici giovani e giovanissime in cerca di gloria, giocatrici inespresse che sognano di entrare finalmente “in the zone” (la bolla magica della forma perfetta), giocatrici geniali ma dal talento intermittente, giocatrici meno giovani alla disperata ricerca dell’acuto, giocatrici come Maria Sakkari. Che è stata numero 3 del mondo e poi è scivolata alla posizione numero 82, delusa da se stessa e dal mancato salto di qualità negli Slam, e quindi incapace di vincere due match di fila dall’Olimpiade di Parigi dell’anno scorso.

Un tabù che ha appena debellato proprio a Madrid, guadagnandosi la sfida del terzo turno contro Jasmine Paolini. A sua volta rilanciata dalle ultime prove dopo il divorzio dal coach storico, Renzo Furlan. Che l’ha plasmata, trasformandola in una campionessa di primo livello, insegnando tutto quello che poi la compagna di doppio e sempre più amica, Sara Errani, sta rifinendo come doppista, come giocatrice di rete, come tattica. Tanto che “Jas” da benissimo che deve temere la 29enne greca, semifinalista al Roland Garros e agli US Open 2021, tre volte qualificata alle WTA Finals, fino a settembre scorso ancora tra le top ten, semifinalista a Madrid nel 2023, e 1-1 nei testa a testa con la toscana. Anche se sembra aver smarrito l’aggressività e, ovviamente, la fiducia. E quest’anno è 0-6 contro le top ten come Jasmine.

Maria Sakkari in azione a Madrid (Getty Images)

Maria Sakkari in azione a Madrid (Getty Images)

Jasmine Paolini colpisce di rovescio (foto Getty Images)

Jasmine Paolini colpisce di rovescio (foto Getty Images)

DEBOLEZZA

Dietro quei muscoli ben scolpiti, Maria è sempre stata fragile. Tanto da confessarsi tempo fa davanti alle telecamere di Netflix: “E’ come se ci fossero due piccole creature dentro la mia mente in perenne conflitto, in quei momenti non mi sento nemmeno in me. Sono completamente svuotata di energie”.

Magari sconta anche qualche retaggio familiare, da nonno Dimitri Kanellopoulos, ex tennista professionista a mamma Angeliki Kanellopoulou, ex top 50. Magari semplicemente s’è bruciata all’inseguimento dei suoi sogni, delusa dagli insuccessi contro le più forti nei tornei più importanti, dopo i durissimi allenamenti cui si è sottoposta. Magari ha subito anche la pressione delle aspettative del suo orgogliosissimo paese, alla ricerca di eroi.

E per certo s’è trascinata un problema alla spalla e quindi ha avuto maggiori contraccolpi nel recupero. Anche se questo lungo periodo di dubbi e riflessione l’hanno maturata: “La pressione era tanta, mi sentivo costantemente inseguita e costretta a dover dimostrare qualcosa a tutti. Il tempo libero è stato forzato ma anche fantastico perché ho potuto riflettere su molte cose e vederle in modo diverso. Quando sei sul Tour a tempo pieno, torneo dopo torneo, non ti rilassi mai veramente e non ti prendi mai del tempo per te stessa”.

RITORNO A CASA

Nella sua Odissea dal 2023 ad oggi, Maria è transitata per parecchi stadi e quindi anche allenatori, da David Witt a Sergi Bruguera a Raemon Sluiter. Finché dopo 14 mesi di lontananza non è tornata con la prima guida tecnica, Tom Hill, col quale si era aggiudicata il secondo dei due titoli WTA a Guadalajara 2023 e che l’aveva allenata per 6 anni. “Sono super emozionata. Sono così felice di essere di nuovo con lui. Ovviamente sappiamo quanto siamo sicuri l'uno dell’altra: crediamo che il nostro lavoro insieme sia davvero unico. Il nostro rapporto è davvero unico. Per me è come un fratello, con lui non devo spiegare come sono, non devo integrarmi, so che mi conosce come nessun altro, abbiamo da sempre un ottimo rapporto in campo come fuori. Sento che vogliamo le stesse cose: vogliamo che io torni a essere quello che ero e che raggiunga più traguardi di quanti ne abbia raggiunti in passato”. 

La gioia di Maria Sakkari a Madrid (Getty Images)

La gioia di Maria Sakkari a Madrid (Getty Images)

Ma c’è anche di più: “Tom crede in me come nessun altro, e sento che era destino. Perché Raemon, per motivi personali e con molto rispetto, ovviamente, non voleva più fare questo lavoro. Quindi, sì, ho pensato, le cose sono destinate a andare così”. Anche perché i due amici che si sono ritrovati hanno scoperto di essere cresciuti, entrambe: “Durante questa lontananza abbiamo davvero avuto modo di maturare e vedere altre cose, tutti e due, perciò siamo entrambi così felici”. Felicità, una parola nuova per Maria, che in campo appariva troppo spesso arcigna, tesa, nervosa, preoccupata, sicuramente ormai incapace di divertirsi davvero nel tennis. “La cosa principale è che sono felice di essere tornata sul Tour e questo mi darà molta forza per i prossimi anni da pro”. 

Grecia promossa, le foto della festa

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LA RINNOVATA FIDUCIA DI SAKKARI

Ovviamente, la Sakkari è euforica e positiva ma ancora convalescente: “La mia fiducia non è così alta, ma sto recuperando tutto e ho proprio bisogno di partite combattute, di sensazioni antiche. Perché proprio partite così possono riportarmi a dove ero prima”.  

Partite come quella contro Magda Linette, la migliore dell’anno, contro un’avversaria esperta e quotata come testa di serie numero 29: “Credo che il livello sia stato molto alto per tutta la partita. l’ho alzato nel secondo set e sono semplicemente felice di aver trovato la forza, la potenza e tutto il necessario per giocare il mio gioco come facevo prima e rivedere un po’ la Maria di prima”.

E ovviamente sogna di fare un altro passo avanti proprio contro una top ten come Paolini: ”Sento che il mio gioco è tornato in carreggiata. Ovviamente, se voglio battere le più forti devo giocare sempre meglio. So come si sentono ad affrontare me, perché ci sono passato anch’io. Potrei avere un numero di classifica importante accanto al nome, ma so che mi rispettano comunque come avversaria. Quindi sarà dura anche per loro”. Perché, con le difficoltà, Maria ha imparato a conoscersi meglio e a giocare in modo meno istintivo: “Sto lavorando molto sui momenti negativi, quando tendo a essere troppo passiva o magari frettolosa. Ma tutto questo verrà con la fiducia. Il tennis è uno sport molto mentale, ed è sempre questione di come vedi le situazioni e come le vivi. L’importante adesso è recuperare il mio io”.


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