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Serena Williams, perché quel commento fuori luogo su Sinner?

Le parole di Serena Williams nella lunga intervista a Time evidenziano un tratto di carattere che nemmeno la sua storia di campionessa da record né il suo presente di imprenditrice per l'inclusione bastano a cambiare

di | 17 aprile 2025

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"Mi piace Sinner, ha una personalità fantastica. Il tennis maschile ha bisogno di lui, ma...". Ecco, anche Serena Williams sembra cadere nella tentazione di un commento qualunquista e un po' facilone sulla vicenda della positività al Clostebol. Sinner non ha provato a barare, meglio sottolinearlo ancora una volta, l'ha detto anche la WADA, per semplificare l'accusa, nel procedimento per cui è stato assolto ad agosto dall'ITIA, che nonostante questa ferma convinzione ha comunque fatto ricorso al TAS di Losanna. Il procedimento non c'è stato, perché Sinner e l'agenzia mondiale anti-doping hanno raggiunto un accordo per cui Jannik potrà tornare a giocare tornei solo a partire dagli Internazionali BNL d'Italia, e solo in questi giorni può riprendere gli allenamenti anche in circoli affiliati a federazioni e con atleti tesserati.

Eppure, nonostante nemmeno la WADA abbia mai sostenuto l'intenzione di Sinner di ottenere un illecito vantaggio competitivo, di cercare una scorciatoia per raggiungere un miglioramento delle prestazioni sportive, Serena Williams mostra ancora un lato del suo carattere, del suo modo di vedere il mondo, che la sua storia di straordinari successi sportivi e il suo attuale ruolo di imprenditrice impegnata non sono bastati a cambiare. "Se l'avessi fatto io, mi avrebbero squalificato per vent'anni e mi avrebbero tolto i titoli Slam" ha detto in una lunga intervista a Time.

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E' quella stessa tendenza a pensare che tutti ce l'abbiano con lei che abbiamo visto in maniera lampante nella scomposta protesta contro l'arbitro durante la finale dello US Open 2018 persa contro Naomi Osaka, dopo un punto di penalità, in quanto seconda violazione sanzionata, per coaching. "Non ho mai rubato in vita mia, sono una mamma, ho una bambina e tu mi derubi. Ogni volta è la stessa storia. Lo fai perché sono una donna? Ti devi scusare con me!" gli ha urlato. 

Ecco, questo modo di vedere le cose, questo pensare di essere stata e di essere trattata o considerata diversamente, sminuita, perché donna o perché nera (o entrambe) accompagna molte delle sue prese di posizione. Ed è il motore anche delle sue attuali scelte imprenditoriali, tanto più forti negli USA trumpiani di oggi. 

Negli ultimi 15 anni, sottolinea il lungo articolo su Time, Williams ha investito in oltre 120 aziende, 14 delle quali valutate oltre un miliardo di dollari, anche attraverso la sua società Serena Ventures, che ha raccolto più di 100 milioni di dollari di capitali esterni dal 2021.

Quasi il 70% delle aziende in cui la società investe, riferisce Serena Ventures come riporta Time, è stato fondato da donne o persone di colore. Una scelta in conflitto con le politiche del presidente Trump che prendono di mira gli sforzi per la diversità, l'equità e l'inclusione. “Ovviamente continueremo su questa strada, perché il mio team è inclusivo, perché siamo donne,” dice Williams. “Ci piace collaborare con persone che credono in questi valori. È un mondo libero. Le persone faranno ciò che vogliono. E non posso lasciare che questo influenzi il mio modo di agire. Farò ciò che ritengo giusto.”

Serena si è anche unita al gruppo di proprietà dei Toronto Tempo, una franchigia nuova che dal 2026 parteciperà alla WNBA, il campionato statunitense di basket femminile che nella scorsa stagione ha stabilito record di pubblico nei palazzetti e di ascolti in tv. Scelte di un'icona dello sport che ha provato a cambiare il suo mondo da Compton, ma che ancora non vede intorno un mondo che la rappresenti.


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