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Sinner e Berrettini, che show con Chiambretti: l'intervista ai SuperTennis Awards

L'intervista ai due azzurri condotta da Piero Chiambretti tra battute e curiosità. Sinner dichiara: "Non andrò a Sanremo". Berrettini: "Ho sempre la sensazione che senza la paura non riesco a performare bene". Le emozioni del trionfo vissuto insieme in Davis

di | 04 dicembre 2024

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Tante risate e belle promesse. Jannik Sinner e Matteo Berrettini, protagonisti del trionfo azzurro in Davis di quest’anno e del primo derby italiano sul Centrale di Wimbledon, danno spettacolo in una simpatica intervista doppia con Piero Chiambretti sul palco dei SuperTennis Awards.

Chiambretti scherza sulla bellezza di Berrettini e chiede a Sinner se andrà a Sanremo. “No, ho di meglio da fare” dice Jannik L’intervista procede tra battute, filmati e confessioni. Chiambretti racconta la sua passione per il tennis, interrotta nel 2002 a causa di un grave infortunio, frattura in tre pezzi della caviglia e alla tibia, che si è procurato durante una lezione.

"Odio e detesto il tennis fino al 2019 quando un amico mi dice di andare a vedere la finale del Challenger di Bergamo, perché ci era arrivato un ragazzo fuori dai primi 500 del mondo" ha detto. Era Jannik Sinner che avrebbe vinto il primo Challenger in carriera.

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Grandi amici, in comune hanno l’essersi avvicinati al tennis dopo aver avuto differenti passioni sportive. "Ringrazio Jacopo tutti i giorni per avermi convinto a scegliere il tennis e non le arti marziali" ha detto Berrettini. Sinner ha iniziato come noto con calcio e sci, in cui ha vinto il Trofeo Topolino come Tomba. Ci ha guadagnato a cambiare" commenta Chiambretti. "Due spicci" ride Berrettini.

Entrambi si sono ispirati a Federer, hanno detto in passato. "E' un campione, elegantissimo, fa sembrare tutto facile e fuori dal campo ha fatto sempre belle cose" ha detto Jannik, che non ha mai giocato contro lo svizzero. Matteo, al contrario, sì. "Quando l'ho incontrato la prima volta sul Centrale di Wimbledon, non potevo crederci, ho fatto tre game in tre set" racconta.

Interessante la domanda che il conduttore pone a entrambi: "Se dovesse rinascere, le piacerebbe essere l'altro?". Entrambi rispondono di sì. Sul perché, Sinner si limita a un "eeeh" che fa chiaramente intendere una ragione estetica, più che tecnica. Berrettini, invece, la motiva con una questione di campo: "Vorrei scoprire cosa si prova a non sbagliare mai".

Un'esultanza di Jannik Sinner e Matteo Berrettini (foto Sposito/FITP)

Un'esultanza di Jannik Sinner e Matteo Berrettini (foto Sposito/FITP)

Il tema della bellezza torna più volte nei siparietti con Matteo Berrettini. "L'ha aiutata nel suo lavoro?" gli chiede Chiambretti, come tante volte ha fatto rivolgendosi alle soubrette della tv. "No, su una palla break non è che mi salvo con un sorriso" ha risposto.

Nel corso dell’intervista si affronta anche il tema della paura di perdere. “Prima della partita ho dei dubbi, ma non paura" ha detto Sinner. "Al contrario di Jannik - ironizza Matteo - mi capita di perdere, ma ho sempre avuto la sensazione che senza la paura io non riesca a performare bene" ha detto Berrettini.

Ma alla fine campioni si nasce o si diventa? “Si diventa, ognuno di noi ha dei talenti, sono stato fortunato con i miei genitori, ho incontrato le persone giuste al momento giusto. Facciamo sacrifici, cose noiose". "Siamo tappati in casa" racconta Matteo con un gran sorriso. Chiambretti coglie l'occasione: "Ah allora vengono a casa, se Maometto non va alla montagna...".

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Nel 2024 Sinner e Berrettini hanno vissuto momenti che hanno fatto la storia. Jannik è diventato il primo italiano numero 1 del mondo, e il primo a finire una stagione in vetta una stagione.

“È un risultato diverso dal vincere uno Slam. Quando sono diventato numero 1, McEnroe e Federer mi hanno fatto i complimenti, è stata una bellissima emozione".

Quando Berrettini è diventato sesto, invece, ci sono state meno reazioni. "Non mi ha chiamato nessuno, ho provato a chiamare io qualcuno ma mi hanno attaccato" scherza Matteo.

Insieme hanno contribuito a dare all’Italia la seconda Coppa Davis consecutiva. “Quando abbiamo vinto l’anno scorso il legame con la squadra è stato importantissimo. Mi è dispiaciuto che l’anno scorso Matteo fosse fuori dal campo ma ci ha dato un’energia molto positiva. Ma non sono stato bene nel vedere che il suo nome mancava tra i vincitori della coppa” ha ricordato Sinner.

La vittoria del 2024, ha detto Matteo, “è stato un momento felice. Un percorso iniziato a Bologna, anche da giocatori che non erano a Malaga, c’è il lavoro di tutto il team. Nelle nostre lacrime c’era tutto questo”. Chiambretti mostra anche le immagini di Sinner che si congratula con gli avversari sconfitti dell’Olanda mentre Matteo festeggia dopo il match point. “Sembra San Francesco” commenta Chiambretti.

Per arrivare a questi traguardi, serve anche allenare la mente. “Come tutte le altre cose, lo si fa sbagliando. La mente si allena avendo intorno le persone giuste e quando c’è il confronto si discute ma inizi a pensare in un altro modo. Devi sbagliare per poi capire” racconta Sinner che si augura di rimanere bambino. “Ogni partita che faccio cerco di divertirmi. Più andiamo avanti più abbiamo dubbi e ci dimentichiamo che il tennis è solo un gioco”. Berrettini, infine, non sa dove si vedrà fra trent’anni. “Non lo so - ammette - magari sarò qui a presentare”.

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