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La grande novità è una Pure Drive con ovale più piccolo e profilo più sottile. Un attrezzo inedito, venduto solo a coppie di esemplari identici (tolleranza di peso solo 1,9 grammi), per agonisti esigenti
di Mauro Simoncini | 10 aprile 2019
Una novità, ma con la N maiuscola sicuramente. Dopo aver presentato sul finale della scorsa stagione la nuova edizione, ben rinnovata, della Pure Aero di Rafa Nadal, i francesi di Babolat hanno tenuto in caldo per il 2019 la vera e sostanziale rivoluzione nel loro parco racchette.
In pratica la racchetta più venduta e apprezzata del tennis moderno degli ultimi decenni, la Pure Drive, è stata sviluppata e rinominata con l’aggiunta del marchio VS, sinonimo di massima qualità e tecnicità del marchio storico di Babolat. VS è infatti la corda in budello naturale n.1 del mondo, la scelta dei professionisti al top, di chi in fatto di incordatura non accetta alcun compromesso.
La Pure Drive VS è un telaio del tutto inedito che si rivolge a un pubblico evoluto dal punto di vista del livello di gioco, con scelte tecniche e commerciali senza compromessi. La prima, la più forte, è che è venduta solo a coppie: d’altra parte quale giocatore agonista, a qualunque livello, scende in campo con una racchetta sola? E chiunque affronti i tornei con un minimo di serietà sa anche che le sue due racchette devono anche essere identiche: Babolat garantisce che che la massima differenza di peso che ci può essere tra i due esemplari abbinati per la vendita è di 1,9 grammi sui 300 del telaio nudo. Impercettibile.
Rispetto alla classica Pure Drive la versione VS ha il piatto corde ridotto da 100" a 98" e il profilo più sottile
Il messaggio è chiaro: la nuova versione della racchetta più venduta degli ultimi 15 anni è per un pubblico competente, maturo, tennisticamente evoluto. Una tipologia di giocatore che deve saper apprezzare i vantaggi che la richiesta di un immediato doppio investimento si propone di offrire. Oggi infatti in media le tolleranze industriali delle aziende sugli attrezzi, anche di alta gamma, sono di più o ‘meno 7 grammi’, con il rischio, se si è sfortunati, di trovarsi due telai apparentemente identici che differiscono di quasi 15 grammi tra loro. Sul piano tecnico il fatto di aver rimpicciolito l’ovale, ridotto lo spessore del profilo e diminuito la rigidità, rispetto alla Pure Drive classica, conferma una vocazione spiccatamente agonistica, con gli occhi puntati sul tennista di buone qualità tecniche.
Il LAB - Le caratteristiche geometriche di Pure Drive VS raccontano dunque di un ovale midplus da 98 pollici quadrati con un profilo variabile dai 21 millimetri degli steli ai 23 dell’ovale e ai 21 di nuovo della testa dell’attrezzo. Incordata con monofilamento Babolat RPM Blast, alla tensione di 22/21 kg, la racchetta ha fatto segnare un peso complessivo di 318 grammi, con un punto di equilibrio a 32,7 centimetri dallestremità del manico. La rigidità, come promesso, era sotto i 70 punti RA: 67 per la precisione. E l’inerzia si è rivelata buona: 318 kg/cm².
Interpolando i dati il nostro lab parla di una racchetta in cui comunque la potenza (56 punti su 100) prevale sul controllo (42 su 100) e la maneggevolezza è eccellente (75 punti su 100).
Grande curiosità, comprensibile viste le premesse. La prima menzione è per il look estetico di questa Pure Drive VS, che si veste decisamente “da sera” rispetto alla sorellona 300x100, sprizzante ‘blu elettrico metal’. La VS di azzurro ha solo qualche pennellata; per il resto grigio lucido, tra l’antracite e l’argento. Insomma si fa notare ma con serietà.
In mano dai primi colpi non è facile decifrare l’essenza di questa nuova racchetta: di sicuro si mostra molto equilibrata e “controllosa”. La precisione dei primi colpi di riscaldamento, giocati diciamo sotto ritmo, è elevata, soprattutto se eseguiti con swing corti e in modo classico, senza abusare delle rotazioni. Viene in mente, rispetto a tutte le colleghe di categoria, agonistiche con pesi e ovali simili, che il pattern 16x19 nella zona centrale è però molto fitto, quindi premia controllo e precisione. La pallina sembra trattenersi sul piatto corde a lungo, il dato di rigidità è in qualche modo ingannevole: sul campo la racchetta sembra più elastica dei 67 punti rilevati.
Cominciando a spingere con maggiore intensità si capisce che ottenere profondità, con traiettorie pesanti e in modo costante, non è proprio facile. Ci vuole una buona tecnica. E serve anche il muscolo se si vuole colpire la palla con energia e con una incisiva rotazione in top per far male all’avversario. Benissimo invece il controllo e l’efficacia del backspin, sorprendente se si pensa agli altri telai profilati dallo spessore variabile presenti sul mercato. Una bella differenza anche rispetto alla sorella “maggiore”, quella senza il suffisso VS.
Lo sweetspot non è proprio abbondantissimo; ti aiuta quando sei in difficoltà (se il paragone sono i telai dal profilo sottile e dall’ovale midplus, classici dell’agonista puro) ma non perdona tanto; richiede come detto prima esecuzioni tecniche di buon livello. Ci sembra questa la sua anima: tra le racchette dal profilo maggiorato è sicuramente una di quelle che restituiscono di più sapori classici, impatti del passato. Non a caso è stabile e sicura a rete, zona in cui la palla si sente davvero bene. E si può giocare di tocco con soddisfazione.
Verrà sicuramente apprezzata da tanti agonisti; sicuramente quelli con stile più pulito. Non necessariamente giocatori serve&volley (sempre più mosche bianche) ma anche picchiatori che non abusano però delle rotazioni in top. Gente che ama appoggiarsi sulla palla dell’avversario e giocare piatto, con qualche sortita offensiva.