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La scelta dell'incordatura è come quella delle gomme per la MotoGP. Chi comincia deve propendere per una soluzione “morbida” , in multifilamento e in poliammide. Poi può passare gradualmente al poliestere e all'ibrido
di Gabriele Medri | 30 luglio 2019
Se è abbastanza intuitivo immaginare che la corda durante il colpo tenda a deflettere e a allungarsi e quindi a salire progressivamente di tensione con l'affondare della palla, non è così intuitivo immaginare che a parità di forza sprigionata dall'impatto si possono ottenere sovraccarichi variabili da 80g/mm per il budello naturale, sino ai 150-160g/mm per il multifilamento, 160-200g/mm per gli avvolgimenti sino ai 200-300g/mm per le corde in poliestere.
Con il crescere della rigidezza dinamica si hanno dunque sovraccarichi via via maggiori trasmessi al telaio, maggiore shock da impatto e di conseguenza, effetti di maggiore affaticamento in termini muscolari e tendinei dato che tutta l'energia passa sempre e comunque dai tessuti molli del corpo.
Facendo base su questi elementi, è stato stimato mediante l'utilizzo di strumenti di diagnosi e analisi, che a parità di condizioni l'affaticamento dovuto all'utilizzo di una corda in poliestere è maggiore del 20% rispetto a quanto garantito da un multifilamento, soprattutto in presenza di telai al di sotto dei 300g, più soggetti agli effetti di instabilità torsionale indotti dall'impatto con la sfera.
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