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Per calcolarlo entrano in gioco le masse del braccio di chi la utilizza e della palla da colpire. Innanzitutto bisogna partire da un rapporto: 1 a 6. Resta sempre chiave il rapporto tra peso e velocità impressa all’attrezza
di Crawford Lindsey e Rod Cross * | 25 novembre 2019
* docente di fisica al’Università di Sydney; insieme hanno scritto il libro "Technical Tennis”- Raquet Tech Publishing
Negli sport con cui si usa un attrezzo per colpire una palla, come il tennis (o il baseball), la racchetta (o la mazza) è di solito sei volte (5 nel baseball dove si impugna a due mani) più pesante della palla e circa un sesto (o un quinto sempre nel baseball) del peso del braccio del giocatore. La palla da tennis pesa 57 grammi. Un braccio pesa all’incirca 2kg (2000 grammi). Dunque il peso ideale della racchetta è di circa 340 grammi. Perché?
Ci sono svariate ragioni che spiegano perché funziona meglio di altri questo rapporto di pesi “uno a sei”. Innanzitutto il peso della racchetta tende a rallentare la velocità con cui possiamo muovere il braccio. Questo effetto è relativamente modesto fino a quando il peso stesso non supera il rapporto che dicevamo di “uno a sei”.
Per meglio capirci: quando la racchetta colpisce la palla, la velocità di quest’ultima in uscita dipende dalla velocità della racchetta e dal suo peso. A parità di velocità della racchetta, sarà quindi più veloce una palla colpita da un attrezzo più pesante. Però se il peso aumenta troppo la velocità della racchetta diminuisce e l’esito del colpo è meno efficace in termini di velocità della palla. Si arriva al punto che da una racchetta da 500 grammi si ottiene più o meno la stessa velocità che è in grado di generare una da 600 grammi.
Dall’altro lato della scala dei pesi, una racchetta da 200 grammi tira due volte più veloce di una da 100 grammi, ma non è possibile muovere quella da 100 grammi al doppio della velocità di quella da 200 semplicemente perché il braccio pesa comunque 2000 grammi e non lo si può far andare più veloce di tanto.
Così si è sperimentato che il rapporto di “uno a sei” tra palla e racchetta e tra racchetta e braccio è quello che funziona meglio. Un'altra ragione che conferma la bontà di questo rapporto (uno a sei) tra palla, racchetta e braccio è legata alla catena cinetica del gesto.
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