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Fuori ha un look potente e aggressivo, ma che cosa c’è dentro? Come è strutturato il processo produttivo? Lo abbiamo chiesto a un italiano che ha scoperto questo sport quasi 30 anni fa e ci ha fatto sbirciare dentro una fabbrica spagnola
di Gianpaolo Martire | 28 novembre 2019
Invece adesso le racchette da cosa sono composte?
“Le differenze fondamentali sono sulla parte esterna del nucleo della racchetta. Si può usare carbonio, l’ high-carbon, fibre di vetro, alluminio ed ora è stato introdotto anche il basalto nelle ultimissime uscite. Tutti questi materiali, nelle loro composizioni, cercano di dare resistenza all’ attrezzo, mantenendolo il più leggero possibile e garantendo le caratteristiche di controllo e potenza che ogni giocatore cerca. L’ interno invece è costituito da materiale gommoso, una volta si usava il polipropilene che era un materiale molto confortevole, che però nel tempo tendeva a gonfiarsi, deformando leggermente il telaio e la sua compattezza. I telai di ultima generazione utilizzano un elastomero che si chiama EVA Smart che presenta inalterate le caratteristiche di comfort, però dura nel tempo".
"Definito nucleo, lamine e gomma, ogni fabbricante applica poi le tecnologie che reputa più efficaci nel disegno del bordo, della forma della racchetta, nella sua rifinitura, per ottenere un prodotto finale adatto alle necessità del giocatore, professionista o dilettante che sia".
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