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Abbiamo provato sul campo e in laboratorio i due modelli più interessanti della nuova versione di una racchetta storica, dal 1986 simbolo di precisione e controllo. Stampo nuovo e nuovo confort, per giocatori aggressivi ma con caratteristiche diverse. Scopriamole insieme
17 gennaio 2020
Detto questo, e confermata l’intenzione di andare a caccia di performance privilegiando controllo e precisione, della vecchia racchetta rimane, appunto, solo il concetto, la vocazione.
Per il 2020 Head ha rifatto completamente lo stampo, mantenendo le caratteristiche più tipiche, cioè la sezione squadrata “box beam” e il bumper. Ha però allungato gli steli, ampliando il cuore dell’attrezzo e inserito oltre al graphene, materiale leggerissimo e robustissimo collocato a 360° (cioè in tutte le zone del telaio dove serviva per migliorare le prestazioni) anche le cosiddette Spiralfibers, fibre che aumentano la flessibilità del telaio per un feeling sempre più piacevole all’impatto con la palla.
Ciò significa che quando l’abbiamo impugnata, incordata con il nuovo sintetico monofilamento di Head, il Lynx Tour, non l’abbiamo sentita più impegnativa della sorellina Tour, che pesa 15 grammi di meno (305 grammi a nudo) ma è bilanciata più verso la testa (32 cm).
Le differenze poi sono tantissime: piatto da 99 pollici quadrati anziché 98; pattern d’incordatura 18x19, spessore 21,5 mm. Un'altra racchetta. A queste differenze il nostro lab aggiunge un’altra, notevole, sul piano della rigidità: Prestige MP ha fatto segnare 57 punti RA, risultando molto flessibile, oltre la media. Prestige Tour invece, con i suoi 63 punti RA non è particolarmente rigida, ma resta nella media.
Va considerato infatti che la gran parte delle racchette lanciate sul mercato negli ultimi 20 anni ha un dato di rigidità compreso tra un minimo di 60 punti RA e un massimo di 70 punti RA.
Al di sotto e al di sopra di queste rilevazioni si parla di attrezzi molto elastici o molto rigidi. La nuova Head Prestige MP è dunque molto elastica, una caratteristica che premia sicuramente dal lato del comfort.
Head Prestige Tour
Il Lab (I dati si riferiscono a un telaio incordato con Head Lynx calibro 1,25 alla tensione di 23-22 kg)
Head Prestige MP
Il lab (I dati si riferiscono a un telaio incordato con Head Lynx calibro 1,25 alla tensione di 22-21 kg)
Prestige MP offre subito più profondità, un impatto più morbido, la sensazione che la palla esca più velocemente dalle corde e con più facilità. I 320 grammi, che concettualmente possono spaventare, non sono affatto proibitivi. Come non lo è il reticolo fitto delle corde.
Se si ha l’accortezza di usare un filamento elastico e sottile (come il nuovo Lynx Tour) e di non esagerare con la tensione, si ha a disposizione la versione moderna dell’antica Prestige. Con tutti i vantaggi ma senza le rudezze.
Da fondocampo si riesce a far girare la palla in top ma è soprattutto nei colpi piatti e nel back che la racchetta si esalta. E ti esalta se impatti bene al centro del piatto. Va detto infatti che lo sweet spot (zona dove la resa dell’impatto è ottimale) è piuttosto ampio.
Durante il test l’attrezzo ha perdonato anche le esecuzioni “borderline”, aiutando a ‘mandare la palla al di là della rete’ senza punire il braccio con il contraccolpo tipico dei colpi scentrati.
Nei pressi della rete ci si sente a casa, sia che si voglia spingere sia che si preferisca toccare di fino.
Prestige Tour condivide lo sweet spot abbastanza generoso e una buona attitudine per le palle tagliate (back da fondo e slice al servizio) ma prevede un’altra attitudine di gioco.
È fatta per picchiare, richiede al suo utilizzatore una predisposizione ad attaccare la palla con decisione. Vuole un gesto veloce e deciso; e soprattutto un buon appoggio con le gambe. La spinta la devi mettere tutta tu: lei ci aggiunge controllo e precisione.
È curioso che l’algoritmo del nostro Diagnostic Center attribuisca più doti di spinta alla Tour rispetto alla MP. Sul campo si sente il contrario.
La sensazione è che la palla resti più tempo sulle corde della Tour e questo possa contribuire a dare più spin, più rotazione superiore a chi ama spingere da fondo, premendo sull’avversario. Per contro il back ha meno peso e perde un po’ in profondità, rispetto alla MP.
Sensazioni che si registrano un po’ anche sotto rete e al servizio. Meglio andar decisi, con “cattiveria”, nelle esecuzioni. I ‘ricamini’ rischiano di rimanere un po’ lì, appiccicati al piatto corde.
In comune infatti MP e Tour hanno un comfort anni luce superiore ai telai degli Anni Ottanta e Novanta, ma anche alle prime evoluzioni del nuovo millennio.
Questo feeling facilitato le rende affrontabili da una fascia più ampia di giocatori, anche se quelli che ne possono trarre effettivo vantaggio sono gli agonisti di buon livello, specie sotto il profilo tecnico.
Chi ha mano e un buon trasferimento del peso del corpo sulla palla può anche non essere palestrato per ottenere giocate incisive.
Il discorso vale più per la MP (anche se pesa di più) che per la Tour. Quest’ultima la vediamo bene in mano ad agonisti giovani, con tanta voglia di spaccare la palla.
Per quanto concerne il livello di gioco verrebbe da riservare entrambe a tennisti classificati da 4.1 in su.
Ma, torniamo a dire, la vera differenza in termini di piacevolezza d’uso la fa più la completezza del bagaglio tecnico che l’efficacia, in un modo a in un altro, nel portare a casa il match. D’altra parte si chiamano Prestige: ci sarà un motivo.