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Racchette e corde

La Head ora fa Boom: la racchetta da “Pro” che facilita tutto

Lancio mondiale dell’inedita collezione della casa austriaca pensata per migliorare insieme la spinta, il feeling e il comfort. Ovale ampliato in testa dove i migliori colpiscono più spesso. Tra i testimonial c’è Lorenzo Musetti

di | 20 gennaio 2022

E’ il giorno del Boom. Anzi delle Boom. La Head lancia sul mercato mondiale le sue nuove racchette che hanno l’ambizione di cambiare davvero qualcosa nel percepito dei giocatori di tennis, dai professionisti agli appassionati che giocano nei circoli.

E proprio oggi agli Open d’Australia la montenegrina Danka Jovinic mette la sua Head Boom, nuova di pacca, sotto i riflettori dello Slam, eliminando nella sessione serale del torneo la nuova stellina mondiale Emma Raducanu.

Un attrezzo che si riconosce anche dal look fresco, accattivante, con il verde acqua di telaio e impugnatura abbinato al nero dell’ovale. La stessa racchetta che abbiamo visto a Melbourne in pugno a Lorenzo Musetti.

La scommessa è grossa e il nome della nuova collezione ambizioso e volutamente esplosivo, “Boom”, per mandare un messaggio inequivocabile al mercato al mondo del tennis: c’è qualcosa di davvero nuovo. In questo caso, grazie all’introduzione di nuove tecnologie e scelte ingegneristiche (Auxetic construction e Morph Beam), la proposta di telai che vanno sempre più avanti alla ricerca del compromesso ideale tra capacità di spinta e affidabilità, stabilità, feeling e comfort.

Caratteristiche difficili da tenere insieme ma che vanno a disegnare il progetto di racchette che facili da usare sin dal primo approccio e capaci di rendere il tennis più facile, intuitivo.

A Kennelbach, in Austria, dove Head ha il suo settore Ricerca e Sviluppo ma anche un laboratorio in grado di produrre i primi esemplari delle racchette per i test, hanno lavorato più a lungo di qualsiasi altro progetto precedente prima di decidere che la Boom era pronta.

E al di là dei materiali superevoluti di cui sopra (Auxetic, fibre speciali che diventano più spesse, controintuitivamente, se messe in trazione per la lunghezza e più sottili se compresse) ci sono elementi sotto gli occhi di tutti che evidenziano le scelte innovative.

Il primo è l’ampliamento della parte alta dell’ovale che assume così una forma più “a goccia” rispetto a tutte le altre Head. Un fattore che amplia quella zona di piatto corde dove il tennista di qualità impatta più frequentemente la palla. Una scelta che migliora la spinta ma amplia anche lo sweet spot, cioè la zona di impatto ottimale, rendendo più facile il gioco a tutti i livelli.

L’altro elemento su cui gli ingegneri hanno lavorato in modo evidente è la sezione del telaio nella zona del cuore: ne è nato una sorta di mix progressivo tra la sezione poligonale, tipica della collezione Head Extreme (la racchetta di Matteo Berrettini) ma anche, sia pure con altre specifiche, della Babolat di Rafael Nadal, e il telaio boxed, a sezione squadrata che contraddistingue le classiche Head Prestige. Le due strutture sono riferimento una delle racchette che spingono, l’altra di quelle che controllano.

Qui il ‘poligono’ diventa progressivamente ‘rettangolo’, scendendo dal piatto corde verso l’impugnatura. Il risultato è un telaio da 22 mm di spessore (nel caso della Boom Pro) o 24 mm (la Boom MP) che riesce a essere stabile e performante pur rimanendo piuttosto elastico (62 punti RA dichiarati rispetto i 70 RA della Babolat Pure Drive, esempio di riferimento di racchetta pensata per accontentare sia il professionista sia l’amatore ma decisamente più rigida).

Quest’ultima caratteristica aiuta sul versante del comfort, che è un corollario alla performance che Head ha cercato di valorizzare al massimo, nella convinzione che un miglior feeling con l’attrezzo faciliti il giocatore nell’imprimere forza ai colpi. Persino il suono dell’impatto è stato ricercato in questo senso: tutto deve contribuire nelle nuove Boom per concertare nella direzione dell’efficacia e della piacevolezza del gioco.

Ora che le racchette arriveranno sul mercato ci sarà il gusto di provarle: i due modelli di punta sono Pro ed MP, che si presentano subito con caratteristiche molto interessanti anche in termini di peso e bilanciamento.

Boom Pro ha il piatto corde da 98 pollici quadrati, il reticolo corde 16x19, un peso a nudo di 310 grammi e un bilanciamento a 310 millimetri dall’estremità del manico. Dunque leggero in testa. Lo spessore, come si diceva è costante, 22 mm. Si rivolge agli agonisti, dal ‘quarta categoria’ italiano al professionista.

Boom MP ha il piatto da 100 pollici quadrati, il pattern d’incordatura sempre 16x19 ma il peso scende a 295 grammi (sempre senza corde) e il bilanciamento si sposta verso la testa di soli 5 mm, passando a 315 mm dall’estremità del manico. Spessore: 24 mm.

Interessante notare, nel caso della MP, che le racchette concorrenti, a parità di dimensione del piatto corde e di peso, tendono ad essere bilanciate più verso la testa (variando tra i 320 e i 325 mm dall’estremità del manico) per recuperare spinta proprio grazie a questo fattore che però limita inevitabilmente la maneggevolezza. Boom MP si può permettere di essere più ‘leggera’ sia per peso complessivo che per bilanciamento. Un’altra qualità che può fare la differenza.

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