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Abbigliamento e scarpe

Le Coq Sportif lancia la scarpa tecnica. E quella vegana

Lo storico marchio francese torna di prepotenza sul mercato italiano con una collezione di abbigliamento tutta in cotone pique, un’inedita scarpa tecnica e una sneaker sostenibile che ricorda le Stan Smith. Tra i testimonial, Martina Trevisan

di | 03 ottobre 2020

Il logo Le Coq Sportif sul tessuto in cotone piquè

Il logo Le Coq Sportif sul tessuto in cotone piquè

Qualcuno era rimasto alla racchetta di legno con il cuore “a tre razze” di Yannick Noah: a quell’attrezzo originale risale l’ultima vittoria francese al Roland Garros. Il marchio era Le Coq Sportif, molto noto anche nel settore dell’abbigliamento in un’epoca in cui sui campi da tennis non si vedevano solo Nike e Adidas (con un po’ di Lotto, Fila e Lacoste) come avviene oggi.

Quando il boom del tennis, ai tempi di Borg e McEnroe, creò spazio anche per Sergio Tacchini ed Ellesse, LaFont e Australian, Diadora e brand mutuati da altri settori come Kim Top Line o Marlboro, Le Coq Sportif, l’unico marchio francese con il simbolo nazionale nel logo, era sinonimo di élite e qualità.

Stiamo parlando di un mondo ormai distante quasi 40 anni: Noah fece centro a Parigi nel 1983.

Alcuni di questi marchi sono scomparsi. Alcuni poi riapparsi, come è successo proprio a Le Coq, tornato a vestire campioni dello sport a livello internazionale nel 2014 e oggi lanciatissimo per riconquistare i cuori dei tennisti italiani, ricamato proprio lì sulle magliette con cui si va in campo.

Avevamo ricominciato a vederlo sulla divisa di Richard Gasquet, il più classico dei “galletti” di ultima generazione. Da inizio anno è comparso anche sul petto di Ugo Humbert, il tennista Next Gen su cui i cugini d’Oltralpe stanno investendo di più, un talento dall’estro mancino.

Non tutti si erano accorti che anche la nostra Martina Trevisan portava in Australia un bel vestitino verde in cotone pique Le Coq Sportif. Ora l’hanno visto tutti, dato che l’azzurra è sbocciata proprio al Roland Garros, non lontano da Romilly-sur-Seine, dove nei laboratori sartoriali si rifinisce il prodotto.

Lo ha raccontato Massimo Bonfanti, nuovo Country Manager di Le Coq Sportif (ex Country Manager Babolat), in un evento organizzato presso Aspria Harbour Club di Milano. Il circolo, che ha un’immagine molto chic, ha sposato subito le ambizioni di Le Coq Sportif che ne è nuovo fornitore ufficiale di abbigliamento e calzature.

Dopo l’abbigliamento, la prima scarpa tecnica-elegante

Proprio il settore calzature è quello che ha messo in vetrina le novità più interessanti. Per prima cosa l’ingresso nel settore di un modello tecnico, allineato con i 'top di gamma', che si mette immediatamente in concorrenza con i protagonisti del mercato. La scarpa si chiama ‘Futur’ ed è contraddistinta dalla sigla LCS_T01.

Una calzatura che punta decisamente sulla leggerezza, con largo uso di tessuti traspiranti sulla tomaia ma che ha tutti i rinforzi che servono per garantire stabilità, supporto e durata.

Si propone anche in un design essenziale ed elegante che sembrava scomparso per sempre dalla visuale di chi progetta scarpe da tennis: è tutta bianca. Oppure tutta nera. Un modello unico in due versioni monocromatiche. Entrambe perfette sul campo, entrambe portabili con classe anche fuori. Semplice ma, in questo momento, unico in un mercato che da oltre un decennio propone variopinti voli pindarici che nulla hanno aggiunto all’identità di una calzatura, quella da tennis, che nell’immaginario collettivo continua a essere bianca.

Non è un caso che la scarpa da tennis più venduta al mondo sia l’Adidas Stan Smith, che oggi si trova nel reparto ‘sneakers’, perché dagli Anni Settanta del secolo scorso, quando venne realizzata per il campione americano, n.1 del mondo, la tecnologia ha fatto qualche passettino in avanti. Mentre il design, evidentemente, mica tanto.

Nasce la scarpa “vegana” con la tomaia in buccia d’uva

Le Coq Sport con le ‘Futur’ prova a trovare il compromesso ideale. E intanto lancia anche un’idea nuova nel mondo delle ‘sneakers’, ispirandosi in qualche modo proprio alle Stan Smith ma con una visione attuale e molto “green”: la scarpa “vegana”.

La definizione è proprio di Massimo Bonfanti che la presenta come uno dei tasselli fondamentali della visione “sostenibile” del nuovo sviluppo Le Coq Sportif.

Se l’abbigliamento tecnico si differenzia, oltrechè per lo stile, soprattutto per l’utilizzo del cotone pique, lavorato in Francia, quando il resto del mondo ha preferito in massa le fibre sintetiche, le sneaker ispirate al tennis fanno un salto ulteriore con Gaia, la scarpa vegetale, locale, naturale.

La pelle vegetale, di cui è fatta la tomaia, è ottenuta dall'uva e più precisamente dai residui non utilizzati per produrre vino o grappa, trasformati per formare una pasta che viene posizionata su una tela di cotone creando una similpelle, mediante la tecnica della spalmatura. La suola è in caucciù naturale, mentre il sottopiede interno è in sughero. Il marchio sulla linguetta e i lacci sono in cotone.

La produzione non avviene in Estremo Oriente ma in Portogallo che ha grande tradizione sulla lavorazione del sughero e di questi materiali naturali mentre il “pellame” viene da vigne italiane. Ogni scarpa sarà contrassegnata con l’annata delle uve raccolte. Nella collezione anche un modello ispirato a un grande testimonia degli anni Sessanta e Settanta: lo statunitense Arthur Ashe.

Un ritorno sul grande palcoscenico in grande stile, questo di Le Coq Sportif. All’Harbour Club ha portato in campo addirittura Thomas Fabbiano, altro top player italiano entrato in scuderia. Il pugliese ha scelto di godersi 6 messi sabbatici, approfittando della pausa covid-19, prima di rilanciarsi nel circuito con l’inizio del 2021.

I riflettori conquistati proprio in questi giorni da Martina Trevisan sono decisamente di ottimo auspicio. Ma la chiave del successo sono le idee nuove, proiettate al futuro, possibilmente sostenibile. I “galletti” francesi sembrano averne più d’una. E bella chiara.

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