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Da pochi giorni nei negozi le nuove Head arancioni fluorescenti che spiccano in pugno a Taylor Fritz ma anche a Matteo Arnaldi, Flavio Cobolli e Mattia Bellucci. Nella produzione della casa austriaca sono quelle che dovrebbero meglio mixare controllo e rotazioni, mantenendo buona spinta. Abbiamo provato i due modelli di punta, Radical Pro e MP
di Enzo Anderloni | 28 marzo 2025
Una botta di colore che spiccherebbe nella nebbia e trasmette immediatamente energia: l’arancione shoking (in due tonalità) che contraddistingue le Head Radical 2025 non passa inosservato. Al circolo, con quelle sottobraccio, ti senti osservato. Eppure non hai il fisique du role di Taylor Fritz o la Coppa Davis in bacheca come Matteo Arnaldi, testimonial di questa collezione del marchio austriaco come Flavio Cobolli e Mattia Bellucci. Le Radical hanno da sempre l’arancione nella loro livrea, dai tempi della racchetta oversize di Andre Agassi ma questa volta i designer hanno deciso di togliere ogni filtro, ogni dubbio. Gli attrezzi appena arrivati sulle rastrelliere dei negozi hanno persino il grip arancione in perfetta continuità con la verniciatura asimmetrica del telaio.
E’ vero che la veste estetica di un attrezzo come la racchetta da tennis non incide sulle sue prestazioni ma era impossibile non soffermarsi su questo aspetto perché l’impatto di queste nuove Radical su chi le impugna è rilevante. Se ti piace questa forma di energia ne sei condizionato in positivo: ti sale la voglia di andare in campo ad aggredire la palla sotto il sole, a tutto braccio.
In questo senso la veste grafica esprime bene il DNA dell’attrezzo, che è pensato per supportare al meglio chi cerca il miglior compromesso tra spinta, grandi rotazioni e controllo di palla. Dunque il tennista che entra sulla palla con grande decisione, a tutta forza, generando spin perché la palla sia pesante, incisiva e al tempo stesso non gli scappi via.
Nella bussola delle collezioni Head (che a nord mette lo spin, a sud il tocco, a est la potenza e a ovest il controllo) Radical infatti occupa il quadrante di nord/ovest, quello che nelle diverse sfumature dei quattro modelli disponibili punta a offrire controllo (quindi precisione, sicurezza) ma anche una bella quantità di rotazione, in concorrenza con la serie Extreme (quella supergialla di Matteo Berrettini) che vuole combinare lo spin alla massima potenza.
Le soluzioni tecniche che contribuiscono a offrire queste prestazioni sono le più avanzate nella ricerca Head. C’è il profilo a spessore e sezione variabile (Variable Beam) che irrigidisce l’ovale dove serve avere più spinta. C’è il reticolo corde 16x19 con una trama che si infittisce verso il centro/alto dell’ovale, dove si impatta più spesso, per aumentare il controllo (Control Pattern); ci sono i passacorde dal foro allungato sulle corde orizzontali centrali per favorirne il movimento alla ricerca di sempre maggiori rotazioni, pensati anche per ovattare il suono della palla all’impatto e offrire un miglior feeling al giocatore (Sound Grommets).
In più in questa nuova collezione 2025 c’è l’introduzione dell’Auxetic 2.0, la tecnologia già sperimentata nelle altre gamme rinnovate (Speed, Extreme). Prevede l’utilizzo delle fibre auxetiche (che si ispessiscono in trazione e si assottigliano sotto pressione) nella zona del ponte, alla base dell’ovale, e in altri punti nevralgici del telaio alla ricerca di stabilità e comfort.
IL LAB
I rilevamenti delle racchette sul Diagnostic Center confermano sostanzialmente i dati comunicati dalla Casa e la tradizione Radical.
Sia Pro che MP, pur avendo spessori leggermente diversi (MP è 1,5 mm più spessa nella parte centrale dell’ovale), pesi e bilanciamenti diversi, fanno registrare valori di potenza (53 punti su 100) e controllo (45 punti su 100) analoghi e indicativi di attrezzi dotati di un buon rapporto potenza/controllo.
La differenza salta agli occhi in termini di maneggevolezza, a vantaggio di MP (73 punti su 100), che è 15 grammi più leggera di Pro (68 punti su 100).
Sarà dunque più e veloce facile da muovere anche se il peso della palla, a parità di swing, sarà minore: il valore dell’inerzia (attitudine alla spinta) di MP è infatti di 321 punti contro i 328 di Radical Pro.
IN CAMPO
Per la prova sul campo partiamo sempre dal modello più leggero, per rispetto della sensibilità del braccio. Radical MP, in questa versione aggiornata, si rivela ancora più facile istintiva della sorella del 2023. L’abbiamo fatta incordare con un sintetico monofilamento Head, l’Hawk Touch calibro 1,25 (lo stesso che usa Jannik Sinner) alla tensione di 20 kg per le verticali e 19 per le orizzontali. In questo modo l’impatto è soft anche con l’impegnativo filamento in poliestere e si può adattare anche al giocatore di club e/o all’agonista di 4a categoria.
Con questo settaggio da fondocampo si fa quello che si vuole, con ottimo feeling: colpi arrotati in top, palle anticipate di piatto, back di rovescio alla ricerca della profondità, per tenere lontano l’avversario e costringerlo a scendere bene con le gambe se vuole attaccarci.
L’impatto è piacevole, privo di vibrazioni. Lo sweet spot (area del piatto corde dove l’impatto offre una resa ottimale) pare bello ampio, generoso perché la sensazione del colpo scentrato è rara anche se non si è dei top player.
Bello accorgersi che questo il feeling, e il conseguente aiuto, arrivano anche quando si è sotto rete: la volée è sicura, esce bene ma sempre sotto controllo.
La buona maneggevolezza aiuta anche nelle soluzioni sopra la testa: lo smash si gestisce con facilità. Altrettanto agevole è disimpegnarsi bene al servizio: la spinta c’è (ed è consistente) ma anche la presa delle rotazioni è una dote di spicco del telaio. Dunque ci si può sbizzarrire tra prime palle veloci di piatto e soluzioni a uscire in slice, per aprirsi il campo. O ancora si può caricare il kick e far saltare la palla molto alta, costringendo l’avversario ad arretrare, guadagnando così tempo e spazio per attaccare.
Le considerazioni fatte per radical MP, valgono in gran parte anche per Radical Pro ma il cambio di peso e di consistenza si sente.
La racchetta diventa più impegnativa da manovrare ma i colpi che ne scaturiscono guadagnano immediatamente peso e profondità. Non cambia il tipo di gioco privilegiato: il rendimento migliore è garantito a chi sa picchiare deciso da fondo con una buona dose di top spin per tenere sempre la palla in campo, con sicurezza. Si gioca però bene anche di piatto e il back rimane una bella rasoiata.
Quello che cambia è il tipo di utilizzatore ideale. Chi ha la forza dei 20 anni o comunque il livello di preparazione di un buon agonista (minimo un paio di buoni allenamenti alla settimana in vista dei tornei dalla quarta categoria in su) può certamente permettersi Radical Pro e goderne tutti i vantaggi. Quando spingerà, metterà pressione all’avversario, senza perdere comunque controllo: ha in mano un attrezzo da professionista che non lo tradirà anche quando vorrà picchiare a tutto braccio.
La nuova serie Radical prosegue nel cammino evolutivo di Head rendendo sempre più semplice, piacevole ed efficace la gestione di attrezzi agonistici a un pubblico più ampio di giocatori. Radical è da sempre la collezione che incontra la fascia più larga di tennisti sia in termini di tipo di gioco che di livello e nella versione 2025 questo aspetto si accentua, nonostante si stia parlando di due attrezzi, la Pro e la MP del nostro test, pensati per gente che fa tornei, dalla quarta categoria a Taylor Fritz. Il piatto è un 98 pollici quadrati e non un 100 come quello delle Head Speed di Sinner e Djokovic, eppure si impatta facile, si stecca poco, ci si sente a proprio agio sia quando si attacca (anche scendendo a rete) sia quando tocca difendersi, magari alzando un bel lob.
E’ un discorso che vale soprattutto per Radical MP che offre un giusto mix di potenza controllo e maneggevolezza e, specie se si sceglie un’incordatura non troppo rigida (multifilamenti o monofilamenti di calibro sottile) e si rimane su tensioni contenute, può essere piacevolmente gustata anche dal più classico dei giocatori di club.
Con la versione Radical Pro il discorso cambia non tanto per il tipo di gioco supportato ma per quella dose di peso e consistenza in più che di sicuro appaga il giocatore di un certo livello, molto aggressivo e ben allenato perché gli garantisce un peso di palla e un’incisività superiore. Il prezzo è quel tocco di maneggevolezza in meno che per lui non è un problema ma può diventarlo per chi è un gradino sotto in termini di condizione atletica e pulizia dello swing.
Dunque due attrezzi performanti, in grado di supportare un tennis aggressivo ma in pieno controllo, che insieme coprono praticamente tutta la platea dei giocatori agonisti.
N.B. Per chi a questo livello si sta ancora avvicinando o per giovanissimi che vogliono passare dalle racchette junior (di dimensioni e peso ridotti), Radical è declinata in altri due modelli: Radical Team (piatto corde più grande, da 102 pollici quadrati, e peso ridotto a 280 grammi) e Radical Team L (Piatto 102 e peso che scende addirittura a 260 grammi). La grafica arancione shocking è la medesima, la facilità di gioco ancora maggiore per chi non pretende di tirare cannonate e non prevede, almeno per un po’, di doverne affrontare.
Head Radical Pro
Il Lab
(I dati si riferiscono a un telaio incordato con Head Hawk Touch calibro 1,25 alla tensione di 21-20 kg)
Head Radical MP
Il Lab
(I dati si riferiscono a un telaio incordato con Head Hawk Touch calibro 1,25 alla tensione di 20-19 kg)
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