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Racchette e corde

Test, le racchette di Rublev: tre nuove Head Gravity a confronto

Abbiamo provato in anteprima i tre modelli top di gamma dell’attrezzo che ha Andrey Rublev e Alexander Zverev come testimonial. Una nuova versione di un telaio pensato per garantire precisione mantenendo spinta e garantendo un’ampia zona d’impatto ottimale. Ecco Pro, Tour e MP a confronto in campo e in laboratorio

di | 17 aprile 2023

Le nuove Head Gravity, collezione che ha per testimonial Andrey Rublev. Abbiamo testato i modelli top di gamma: Pro, Tour e MP

Le nuove Head Gravity, collezione che ha per testimonial Andrey Rublev. Abbiamo testato i modelli top di gamma: Pro, Tour e MP

Potenza sotto controllo. E precisione senza perdere spinta, senza essere troppo severi quando la giocata non è proprio perfetta grazie a uno sweet spot molto ampio. E’ questo il tipo di ricerca che ha guidato i progettisti Head quando hanno inserito nella gamma la nuova collezione Gravity. Era il 2019 e il telaio fu sin da subito legato al nome di Alexander Zverev, il campione tedesco grande protagonista nell’ambito della Next Gen, la generazione che si è fatta trovare pronta per subentrare dopo l’epoca dei Fab 4. Oggi siamo alla terza versione di Head, disponibile sul mercato internazionale dalla settimana del primo ATP Masters 1000 sulla terra battuta europea, a Monte-Carlo dove Andrey Rublev l’ha portata al successo finale.

La racchetta ha cambiato look, mantenendo l’asimmetria delle due facce colorate in modo diverso, ma passando a una veste più sobria e tecnologica, con il nero opaco di fondo che gioca con fasce e scritte che virano all’azzurro e al violetto metallizzati. Le tinte pastello della prima versione sono un lontano ricordo, come l’australiana Ashleigh Barty, ex n.1 del mondo, con la Gravity in pugno.

Oggi un giocatore della potenza e precisione di Andrey Rublev di sicuro incarna bene il tipo di tennis, molto aggressivo da fondocampo, votato alla ricerca del colpo vincente, che può essere valorizzato da questo attrezzo.

La nuova tecnologia si chiama Auxetic

Al di là dell’innovazione tecnologica che vede applicato al telaio il sistema Auxetic (fibre dalle proprietà particolari che, poste nella zona del ponte alla base del piatto corde, contribuiscono a migliorare stabilità e feeling all’impatto) è indubbio che ciò che continua a distinguere queste racchette è l’originale combinazione tra un reticolo di corde molto fitto (18x20 nelle versioni Pro e Tour, 16x20 nella MP) e un piatto corde generoso da 100 pollici quadrati con un disegno particolarmente ampio nella parte alta, la zona dove impattano con più frequenza i moderni attaccanti da fondocampo.

Head nel suo catalogo inquadra la collezione come la più vicina alla serie Prestige, telai di controllo per eccellenza, che richiedono tecnica e muscolo per essere valorizzati appieno. I modelli Top di gamma Gravity rappresentano la versione meno severa ma non per questo meno giusta di attrezzi che Head ha predisposto per chi punta a esprimere un tennis aggressivo basato più sulla potenza, la velocità e la precisione che sulle rotazioni.

Pro e Tour le due Gravity con personalità più spiccata

Abbiamo testato in anteprima i tre modelli di punta: Gravity Pro, Gravity Tour e Gravity MP. Tutti e tre si riconoscono nella personalità della gamma ma è evidente sin dal responso del nostro Lab che ad esprimere meglio il “mood” Gravity sono le prime due, quelle con reticolo corde fitto, 18x20. Basti osservare come l’algoritmo del Diagnostic Center, che mette insieme i dati rilevati per esprimere una sua valutazione in termini di potenza, controllo e maneggevolezza, le metta vicine, con una leggera ma significativa differenza in termini di rapporto potenza/controllo. Gravity Pro ha 51 punti su 100 nella potenza e 48 punti su 100 nel controllo. Nel caso di Gravity Tour questi numeri si invertono: 51 punti su 100 il controllo, 48 su 100 la potenza. Valori ravvicinati che lasciano intendere come l’attrezzo sia ben equilibrato nelle prestazioni ma sottolineano al tempo stesso quella differente sfumatura che può aiutare a sceglie la Gravity più adatta al proprio gioco.

Gravity MP invece si stacca, con la netta preponderanza della potenza sul controllo (55 a 44) che fa presagire una netta differenza di feeling in campo rispetto alle sorelle.

In campo

E’ uno di quei casi in cui il “fattore umano” finisce per trovarsi d’accordo con i numeri freddi dell’apparecchiatura test: Head Gravity Pro e Gravity Tour si assomigliano molto, sin dai primi colpi. Gravity MP fa storia a sé.

La versione Pro, la più pesante, non crea particolari problemi di manovrabilità: di sicuro il bilanciamento neutro (cm 31,5), più arretrato verso il manico rispetto alla media del mercato, aiuta in questo senso. La spinta però c’è tutta e fin di primi impatti emerge anche la sensazione di stabilità, affidabilità: possiamo darci dentro senza perdere il controllo della palla.

Anche la generosità dello sweet spot (la zona del piatto corde in cui l’impatto offre una resa ottimale) si percepisce subito, unita alla stabilità complessiva del telaio. Certo, se si vogliono apprezzare le doti dell’attrezzo bisogna spingere, attaccare la palla, se possibile picchiare con decisione: in quel caso si gode la piacevole sensazione della palla che non scappa mai via. Anzi, fila veloce proprio là dove volevi indirizzarla. E il godimento è pieno se l’impatto è piatto o quasi, quel tocco di copertura in top che serve a sentirsi sicuri dell’esito.

Queste sensazioni si estendono anche nei colpi al volo, dove il bilanciamento neutro agevola tutte le giocate, sia nel servizio, dove le soluzioni di piatto e slice escono più naturalmente incisive rispetto al Kick.

Il discorso si può riproporre quasi pari pari per Gravity Tour, più leggera ma più spessa di profilo, identica per il pattern d’incordatura. La differenza è una maneggevolezza leggermente superiore e un peso di palla leggermente inferiore, una sfumaura di potenza in meno per un tocco di controllo in più. Prediligere l’una o l’altra è proprio una questione di gusti personali: chi considera più importante la velocità del gesto potrebbe preferire Gravity Tour, chi cerca la stabilità nelle soluzioni di tocco e sotto rete potrebbe optare per Gravity Pro.

Gravity MP è invece di tutt’altra indole: con il suo reticolo a maglia più larga aggiunge grip sulla palla agevolando le rotazioni. Peso contenuto e grande flessibilità condizionano un po’ la spinta: quella dobbiamo aggiungerla noi, magari insieme a una buona dose di top per mantenere bene il controllo. Dunque la racchetta si propone a un diverso tipo di attaccante da fondo, che lavora di più la palla e che magari, aggiungerà qualche grammo di peso in sede di customizzazione personale. Gravity MP è forse un filo meno versatile sotto rete ma offre più soddisfazione delle “sorelle” nel servizio kick, che esce carico e rimbalza alto e insidioso.

Andrey Rublev con la sua Head Gravity: il reticolo corde è un 18x20 (Foto Getty Images)

In conclusione

La nuova Head Gravity appena uscita, portata sotto i riflettori con tempismo perfetto dal suo testimonial Andrey Rublev, pare evoluta in modo ideale per supportare un tennis molto aggressivo da fondocampo, giocato senza troppa rotazione a cercare la giocata vincente con forza e precisione. In questo senso il reticolo corde fitto delle versioni Pro e Tour si sente e funziona bene, agevolando il controllo. Gravity Pro supporta di più la propensione verso la rete, Gravity Tour facilità la velocità di esecuzione da fondo.

Gravity MP, come detto sopra, sembra rivolgersi invece a un giocatore diverso, che spinge da fondo ma arrota di più. Comune a tutti e tre i modelli resta lo sweet spot generoso, la notevole flessibilità e il buon comfort. Oltre a un look hi-tech, da racchetta molto seria.

Le schede tecniche a confronto

Head Gravity Pro

  • Piatto corde: 100 sq. in.
  • Profilo: 20 mm
  • Schema d’incordatura: 18x20
  • Peso senza corde: 315 g
  • Bilanciamento (senza corde): 31,5 cm
  • Prezzo al pubblico: 300,00 euro

Il Lab

(I dati si riferiscono a un telaio incordato con sintetico multifilamento calibro 1,30, alla tensione di 21/20 kg)

  • Peso: g. 327
  • Deflessione corde: 49
  • Rigidità (flessione orizzontale): 61 RA
  • Inerzia: 327
  • Bilanciamento cm 32,6
  • Potenza: 51 punti su 100
  • Controllo: 48 punti su 100
  • Maneggevolezza: 69 punti su 100

Head Gravity Tour

  • Piatto corde: 100 sq. in.
  • Profilo: 22 mm
  • Schema d’incordatura: 18x20
  • Peso senza corde: 305 g
  • Bilanciamento (senza corde): 32 cm
  • Prezzo al pubblico: 280,00 euro

Il Lab

(I dati si riferiscono a un telaio incordato con sintetico multifilamento, calibro 1,30, alla tensione di 21/20 kg)

  • Peso: g. 320
  • Deflessione corde: 48
  • Rigidità (flessione orizzontale): 60 RA
  • Inerzia: 321
  • Bilanciamento cm 33,2
  • Potenza: 48 punti su 100
  • Controllo: 51 punti su 100
  • Maneggevolezza: 73 punti su 100

Head Gravity MP

  • Piatto corde: 100 sq. in.
  • Profilo: 22 mm
  • Schema d’incordatura: 16x20
  • Peso senza corde: 295 g
  • Bilanciamento (senza corde): 32,5 cm
  • Prezzo al pubblico: 280,00 euro

Il Lab

(I dati si riferiscono a un telaio incordato con sintetico multifilamento, calibro 1,30, alla tensione di 22/21 kg)

  • Peso: g. 313
  • Deflessione corde: 44
  • Rigidità (flessione orizzontale): 56 RA
  • Inerzia: 327
  • Bilanciamento cm 33,5
  • Potenza: 44 punti su 100
  • Controllo: 56 punti su 100
  • Maneggevolezza: 69 punti su 100

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