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E’ nei negozi la nuova edizione della racchetta con cui Nadal ha conquistato i suoi 22 Slam. Estetica rinnovata, reticolo corde più fitto, inserti ammortizzanti in fibra di naturale lino: un telaio per agonisti di tutti i livelli che amano attaccare da fondocampo con una buona dose di spin
di Enzo Anderloni | 17 novembre 2022
Il telaio con il quale Rafael Nadal ha conquistato tutti e 22 i suoi Slam e del quale agli ultimi Us Open è stata presentata l’ottava versione. Rivista, evoluta, corretta in quei dettagli che servivano per adeguarla all’evoluzione del gioco e alle esigenze dei praticanti di oggi.
Tra le quattro versioni della nuova collezione (Pure Aero 98, Pure Aero, Pure Aero team e Pure Aero Lite) per il nostro test abbiamo scelto proprio quella più classica, Pure Aero, che con le sue misure di peso (300 grammi senza corde) e dimensioni del piatto corde (100 pollici quadrati) rappresenta un riferimento centrale nel mercato delle racchette agonistiche. Pesi maggiori e dimensioni minori significano infatti in automatico la necessità di maggiore perizia da parte di chi le impugna; viceversa piatti ancora più grandi e maggiore leggerezza promettono più facilità.
Prima di procedere con le misurazioni e andare sul campo non si può non sottolineare la notevole svolta sul piano cromatico: quella che per anni è stata riconoscibile come una racchetta gialla diventa una racchetta con elementi grafici gialli (il nome all’all’altezza del cuore, le due bande laterali e il logo Babolat all’interno dell’ovale) su una base grigio-nero-bianca, quasi un camouflage invernale. Di sicuro una veste che innova fortemente l’immagine di questo attrezzo classico riducendone un pochino l’immediata riconoscibilità. Segno che la volontà di innovazione ha prevalso rispetto al riferimento agli allori passati, ora che la generazione di Nadal sta passando il testimone agli Auger-Aliassime e ai Rune.
TECNOLOGIE
A livello tecnologico, oltre alla sezione aerodinamica del telaio, spicca la novità denominata NF2 Tech, cioè l’inserimento di fibre naturali di lino nella zona dell’impugnatura e nella testa della racchetta per migliorare la sensibilità e il feeling all’impatto con la palla.
Anche la tecnologia FSI Spin si evolve, con la riduzione degli spazi fra le corde, un reticolo sempre 16x19 ma più fitto, in particolare nella zona centrale/alta del piatto, per un maggiore controllo. Il comfort è sempre garantito dal sistema di assorbimento delle vibrazioni definito SWX Pure Feel, che consiste nell’inserimento di un elastomero assorbente (SMAC) nelle zone strategiche del telaio.
Gli Spin Grommets, alla base dell'ovale e in testa, sono fori passacorde allungati per permettere maggior libertà di movimento alla corda e una coseguente maggior presa delle rotazioni.
MISURE E LAB
Le tecnologie sono le stesse della Pure Aero 98 (di Auger-Aliassime e Rune), ma Pure Aero (testimonial Leylah Fernandez, Danielle Collins e Benoit Paire) ha il piatto da 100 pollici quadrati, pesa 300 grammi (senza corde) ed è bilanciata a 32 cm dell’estremità del manico. Il reticolo corde è 16x19 ma, come dicevamo, con una foratura particolare che lo rende comunque più fitto nella zona centrale/alta dove gli studi hanno rivelato, avviene prevalentemente l’impatto per i giocatori che agonisti che spingo con forza e rotazione.
Il nostro esemplare, incordato con sintetico monofilamento Babolat RPM Blast alla tensione di 21 kg per le verticali e 20 per le orizzontali, spicca per l’equilibrio tra potenza e controllo secondo il Diagnostic Center. Con notevole attitudine alla spinta (324 Kg x Cmq il dato dell’inerzia) e rigidità statica molto contenuta (62 punti RA), l’algoritmo della macchina test assegna 51 punti su 100 alla potenza e 48 punti su 100 al controllo, valori molto vicini che lasciano presagire una buona giocabilità.
IN CAMPO
Il DNA Pure Aero è immediatamente riconoscibile, dai primi impatti della palla: la spinta disponibile è senz’alto buona ma altrettanto generoso è il controllo. L’equilibrio tra i due versanti della prestazione, supportata da questa racchetta, offre la sensazione di poter spingere con decisione, ottenendo buon supporto ma senza che la palla scappi via. E questo invita a darci dentro con decisione anche con le rotazioni superiori, il top spin (l’effetto superiore che ormai nel gergo del tennis ha perso il “top” ed è rimasto solo “spin”, come i ragazzi sono “raga”).
La sensazione è che questa aggressività, questa determinazione a spingere e non ad appoggiarsi semplicemente alla palla avversaria, sia una richiesta precisa per chi sceglie Pure Aero. Quando si spinge forte e si copre la palla il colpo è pesante e sotto controllo. Giocando di rimessa, si rischia di perdere un po’ di profondità.
Da fondocampo la racchetta supporta bene comunque in tutte le esecuzioni, anche se l’efficacia maggiore è, come detto, per chi attacca dalla linea di fondo.
Per il resto, nelle successive edizioni il telaio è diventato sempre più confortevole (molto buono l’assorbimento di contraccolpi su palle decentrate e vibrazioni) e generoso in fatto di ampiezza dello sweet spot, la zona di impatto ottimale del piatto corde. E questo facilita anche nel servizio (bene in tutte le varianti) e nel gioco al volo, dove la racchetta è stabile e sufficientemente maneggevole, in quanto bilanciata verso la testa ma non troppo.
IN CONCLUSIONE
Nuova e intramontabile al tempo stesso: Babolat Pure Aero si propone per il 2023 ancora una volta come un punto di riferimento. Si rivolge al pubblico degli agonisti, partendo anche dai quarta categoria, che abbiano la vocazione a un tennis aggressivo da fondocampo.
Piazzare il servizio e poi spingere usando le rotazioni per prendere il comando dello scambio fino a costringere l’avversario all’errore o a concederci una palla facile da chiudere: questo è il gioco che trova in questa racchetta il supporto ideale. Non che non ci si possa fare altro, tipo giocare il back di rovescio o scendere a rete, ma per chi ha più vocazione per quel tipo di colpi e di gioco esistono altri riferimenti, anche in casa Babolat.
Il sintetico monofilamento con tensioni tra i 22 i 24 chilogrammi sarà l’incordatura ideale per l’under 30 di un certo livello sul piano tecnico e della preparazione fisica (classifica da 4.1 in su verrebbe da dire). Salendo con l’età e scendendo con i mezzi tecnico/muscolari sarebbe da preferire un multifilamento, scendendo di 1 o 2 kg. Anche così l’emozione di scendere in campo immedesimandosi un po’ in Rafa è compresa nel prezzo. Un piacere che per alcuni può avere dell’impagabile.
LA SCHEDA TECNICA
Babolat Pure Aero
Il Lab
(I dati si riferiscono a un telaio incordato con Babolat RPM Blast alla tensione di 21/20 kg)