“Un’esperienza fantastica, ricca di valori e insegnamenti”. Il primo Slam non si scorda mai. Flavio Cobolli ha vissuto al Roland Garros juniores momenti indimenticabili, tra vittorie inaspettate, qualche rammarico e, soprattutto, quella svolta mentale fondamentale per la sua crescita. Il romano, classe 2002 e figlio dell’ex professionista Stefano Cobolli (best ranking di numero 236 Atp), ha raggiunto i quarti di finale in singolare, prendendosi il lusso di sconfiggere il numero 3 del mondo under 18 Jonas Forejtek, vincitore al Bonfiglio. Poi ha raggiunto pure la finale in doppio, insieme allo svizzero Stricker, perdendola in due set lottati contro Tirante e Pucinelli de Almeida. “Sono molto contento per il gioco che sono riuscito a esprimere in questi giorni a Parigi – ha raccontato Flavio – ma ancor di più per l’atteggiamento. Mi spiace solamente di essere arrivato un po’ fuso, a causa del doppio turno, al match di quarti di finale contro il giapponese Mochizuki, ma l’esperienza rimane meravigliosa. Me la sono goduta al cento per cento”.
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