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Mettetevi nei suoi panni, bastano poco più di un centinaio di euro e si resta rigorosamente ‘made in Italy’ per quanto riguarda l’outfit, tutto griffa Lotto, dal cappellino ‘girato’ a pantaloncini e scarpe. La racchetta è la Extreme, quella dalle linee più classiche in casa Head
di Enzo Anderloni | 20 settembre 2019
C’è qualcosa di istintivo, identitario nel chiamarsi Berrettini e giocare con il cappellino girato al contrario, la visiera sulla nuca. E fa simpatia. L’aspetto adulto, da ragazzo maturo e perbene, si stempera in quel vezzo ribelle, da “Rusty” Hewitt, l’ultimo n.1 del mondo australiano, tutto grinta e con il pugnetto facile, “c’mon”...
Berrettini è tutt’altro che “rugginoso”. È tosto ma educato. Eppure quel berrettino girato gli sta benissimo. Aiuta a identificarsi con la freschezza di quello che si annuncia il nuovo prototipo di campione con racchetta all’italiana. Il Pietrangeli, il Panatta, il Barazzutti 3.0: il capostipite di una nuova generazione di tennisti azzurri, la prima da campi duri. Modelli da esportazione.
Dunque, cominciando proprio dal cappellino, si deve andare a cercare nelle collezioni della Lotto Sport Italia, storica aziende di Trevignano ( in provincia di Treviso) che si è fatta un nome nel mondo con le calzature tecniche, protagoniste da decenni sui campi di tutto il mondo. Una delle pochi rivali di Nike e Adidas, che si è ritagliata uno spazio anche nel settore dell’abbigliamento tecnico.
Il patron Andrea Tomat ha da sempre un occhio di speciale riguardo per il mondo del tennis, che è quello delle origini di Lotto, il marchio della losanga, che oggi spazia nel settore sportivo a 360 gradi.
Non a caso, grazie al fiuto del manager Veso Matjias, che si occupa della sponsorizzazione di squadre e atleti, l’azienda italiana arriva spesso per prima su giocatori interessanti e sa valorizzarne di sottostimati.
La racchetta - In tema di racchetta, come dicevamo, il riferimento è da sempre estero, nello specifico il marchio austriaco Head, oggi di proprietà del magnate svedese Johan Eliash, che nelle sue collezioni ha sviluppato la linea Extreme che è da molti anni fedele compagna d’avventura di Berrettini.
Si tratta di un attrezzo che sin dalla sua nascita si è distinto dalle linee più classiche di casa Head. Più rotondeggiante nel piatto corde, dove i classici Prestige e Radical sono più ovali; profilo maggiorato (variabile a seconda delle zone del telaio tra 1 21 e i 26 mm) dove le sorelle storiche restano più sottili (tra i 21 e i 23 mm), Extreme si è fatta conoscere e apprezzare come un telaio per attaccanti con classe, una racchetta che regala potenza senza perdere controllo.
Eccolo dunque ricostruito, dalla testa ai piedi il tennista Matteo Berrettini, sotto il punto di vista dell’attrezzatura.
Come tutti i modelli positivi, a qualcuno potrebbe venire voglia di imitarlo. Di mettersi “nei suoi panni”. Ovviamente tutti possono farlo, questo è uno degli aspetti più divertenti del tennis, il gioco dell’identificazione.
Per quelli che proprio vogliono fare come lui fino in fondo (magari solo per un giorno) possiamo solo aggiungere che il suo attrezzo personalizzato pesa, con le corde, 350 grammi.
E le corde sono sintetiche, un monofilamento in poliestere Signum Pro Firestorm, calibro 1,30. La tensione che di solito richiede è 23/22 kg, quindi non troppo elevata su un piatto corde da 100 pollici quadrati come il suo.
Attenzione però: i 350 grammi (20 più delle misure di un telaio di serie incordato) che piacciono a lui, per voi (e tutti noi) sono sicuramente troppi. Se siete curiosi e volete sperimentarli fatelo solo per un tempo breve: il vostro braccio ve ne sarà grato.