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A fine 2021 la Trevisan ha fatto un cambio radicale, passando dalla Babolat Pure Drive alla Head Speed MP. Secondo la c.t Tathiana Garbin, che la segue da vicino, la scelta ha inciso in modo importante sul miglioramento del suo gioco
di Enzo Anderloni | 27 maggio 2022
La nuova Martina Trevisan, quella che vince il primo torneo Wta (Rabat), che sfonda per la prima volta la barriera dalla Top 50 e vola negli ottavi al Roland Garros, ha anche una racchetta nuova.
L’attuale n.59 del mondo, che sarà come minimo n.44 alla fine dello Slam parigino, alla fine del 2021 ha effettuato un cambio radicale in termini di attrezzo, passando dalla Babolat Pure Drive, che aveva usato per tutta la carriera, alla nuova edizione della Head Speed, l’attrezzo di Novak Djokovic e Jannik Sinner.
Ovviamente ognuno di questi atleti al vertice ha una sua customizzazione personalizzata (la racchetta di Martina e quella di Djokovic avranno pesi e bilanciamenti diversificati) ma tra il vecchio attrezzo dell’azzurra e quello nuovo c’è proprio una differenza “filosofica”. Che ha sicuramente richiesto alla 28enne toscana un periodo di adattamento ma, a giudicare dai risultati, ha portato alla fine una nuova confidenza che si sta traducendo in prestazioni di altissimo livello.
Tathiana Garbin, che come capitana di Billie Jean King Cup segue Martina molto da vicino, attribuisce al nuovo attrezzo notevole importanza nei progressi della sua giocatrice, che ha l’occasione di ripetere o addirittura migliorare l’exploit dei quarti di finale raggiunti a Parigi nel 2020.
Merita dunque andare ad analizzare le differenze tra le due tipologie di attrezzo.
Babolat Pure Drive è il telaio “cavallo di battaglia” della casa francese. Fu la prima racchetta di Rafael Nadal, come del suo attuale allenatore Carlos Moya. La utilizza ancora oggi fabio Fognini.
Piatto corde dal 100 pollici quadrati, peso senza corde di 300 grammi, profilo consistente, rigidità elevata (70 punti RA) ha offerto spinta e spin facili a più di una generazione di tennisti. La stessa Martina ha ben sfruttato per tutta la carriera queste peculiarità, arrivando all’exploit del Roland Garros due anni fa, dove fu fermata solo da Iga Swiatek. La faceva incordare con sintetico monofilamento Babolat RPM Blast, calibro 1,25 a 23/24Kg.
La Head Speed MP parte a sua volta da un piatto da 100 pollici quadrati (di forma però più allungata rispetto a quella tondeggiante della Pure Drive) e da un peso di 300 grammi senza corde, però ha una struttura completamente diversa. La sezione del telaio è più schiacciata e lo spessore più contenuto: 23 millimetri costanti (anziché 23-26-23 mm della Babolat). Insieme alla composizione e alla disposizione dei materiali i progettisti austriaci hanno ottenuto una racchetta, sempre pensata per spingere forte da fondocampo, ma molto meno rigida della Pure Drive (61 punti RA).
Martina, facendola incordare con un sintetico monofilamento Head Linx Tour, calibro 1,20 (molto sottile) aggiunge un ulteriore tocco di elasticità. La scelta della tensione è molto particolare: ne richiede una maggiore per le orizzontali (23,5 kg) rispetto alle verticali (23,5 kg). Il contrario di quello che si fa di solito. Il risultato è una racchetta ben diversa da quella del passato, che offre un po’ meno potenza gratuita ma di sicuro più controllo e, soprattutto, grazie alla minor rigidità, una maggior sensibilità. Martina la fa appesantire leggermente verso la testa, con l’aggiunta di striscioline di piombo sotto il bumper protettivo.
La sicurezza con cui l’azzurra sta comandando gli scambi contro chiunque nelle ultime due settimane dice che la sua confidenza è al massimo. La sua mano tennistica è piccola (usa un grip n.2) ma molto raffinata, il tocco è uno dei più fini del circuito. Qualità che insieme all’intelligenza tattica le permettono di disinnescare il tennis muscolare di tante avversarie ben più grandi e grosse di lei. La scelta della nuova racchetta aiuta in questa direzione.