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L'attrezzatura del campione

Sinner e Berrettini, duello di racchette a Wimbledon. C’è chi va giù pesante…

Alla vigilia della sfida tra i due grandi specialisti nostrani dell’erba, è il più esperto degli incordatori italiani a Wimbledon a preparare i loro attrezzi. Andiamo a scoprire corde e tensioni direttamente nel “box” degli stringer a Church Road

di | 02 luglio 2024

Berrettini e Sinner

Matteo Berrettini gioca con una Head Extreme; Jannik Sinner con una Head Speed

E’ italiano anche l’incordatore: il derby azzurro tra Jannik Sinner e Matteo Berrettini mette in campo anche la manodopera di Marco Rossani, il primo italiano a entrare anni fa nel team ufficiale degli stringer di Wimbledon e ormai il punto di riferimento dei nostri giocatori sui prati inglesi.

Tocca anche quest’anno al professionista milanese (che è anche il responsabile del team degli stringer Wilson agli Internazionali BNL d'Italia) il compito di preparare gli attrezzi per Jannik e Matteo ma questa è la prima volta che i due si trovano faccia a faccia nel tempio del tennis e Rossani deve dare il meglio per entrambi, amici e compagni di squadra, solo in occasioni speciali come questa, rivali.

Sinner va in campo come sempre con la sua Head Speed MP, piatto corde da 100 pollici quadrati, schema corde 16 (verticali) x 19 (orizzontali): corde comprese pesa 328 grammi, dunque non più è pesante di un attrezzo di serie. Il bilanciamento, a racchetta incordata, è a 33 cm dall’estremità del manico, quindi l’equilibrio è spostato leggermente verso la testa della racchetta. L’attitudine alla spinta (Inerzia) è di 339 punti, quindi piuttosto elevata. Il dato della rigidità è contenuto, 60 punti RA.

Per quanto concerne l’incordatura Jannik, che da juniores si incordava le racchetta da solo con una macchina portatile, utilizza un sintetico monofilamento Head Hawk Tour, calibro 1,30 mm. A Marco Rossani porta sempre 5 telai per volta e ha chiesto la solita tensione elevata, 28 chilogrammi sia sulle orizzontali che sulle verticali, con un montaggio, come si dice in gergo, “a 4 nodi”, cioè con i 12 metri di corda divisi in due spezzoni. Ne risulta un piatto molto rigido che offre a Sinner un grande controllo. “Capisco subito se la tensione è quella giusta, dal suono che fa la palla all’impatto” ha raccontato a L’Equipe Magazine sabato scorso.

L’attrezzo di Berrettini è decisamente più votato alla potenza e alle rotazioni. Si tratta sempre di una Head ma in questo caso il modello è la Extreme (nella versione di serie, Extreme Tour), sempre piatto da 100 pollici quadrati, con schema corde 16 x 19 ma profilo più consistente (variabile da 21 a 26 mm a seconda delle zone del telaio) rispetto ai 23 mm (costanti) della Speed MP.

Misurata fuori dai sacri recinti di Wimbledon la racchetta personalizzata del finalista di Wimbledon 2021 è anche ben più pesante (352 grammi), più bilanciata verso la testa (33 cm) e più rigida (72 punti RA) rispetto a quella di Sinner. Ad accentuare ulteriormente la potenza c’è la tensione molto più contenuta che Berrettini chiede a Marco Rossani di utilizzare per le sue racchette: 23 chilogrammi sia per le verticali che per le orizzontali, montando una corda sintetica monofilamento, marca Signum Pro, modello Firestorm, calibro 1,30 mm. Anche nel caso del romano la lavorazione è “a 4 nodi”, la più semplice, con la corda divisa in due spezzoni.

Marco Rossani incordatore italiano nel team ufficiale di Wimbledon

Dunque anche ai “box” dei meccanici del tennis, l’attesissima sfida tra i nostri grandi specialisti dei sacri prati londinesi si presenta con un impostazione chiara: “The hammer” Matteo Berrettini si presenterà in campo con un martello che ne accentuerà le accelerazioni devastanti.

Jannik Sinner “The fox”, risponderà con uno scudo solidissimo che si trasforma in un baleno in un’arma acuminata e superprecisa. I pop-corn sono pronti?

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