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Le storie

Sinnergia 4: l’ultimo mese senza Jannik, il momento più difficile

Una specie di quaresima lunga quasi 30 giorni. Da quando qualcun altro alzerà il primo grande trofeo senza Sinner (Indian Wells) al 13 aprile, quando è ragionevole immaginare di vedere le prime immagini di Jannik che si allena liberamente. Dove vuole e con chi vuole

di | 16 marzo 2025

Jannik Sinner con il trofeo di cristallo vinto a MIami nel 2024: il titolo gli valse l'ascesa a n.2 della classifica mondiale (Foto Getty Images)

Jannik Sinner con il trofeo di cristallo vinto a MIami nel 2024: il titolo gli valse l'ascesa a n.2 della classifica mondiale (Foto Getty Images)

Per chi vive in Sinnergia, oggi comincia il mese più duro. Passeranno infatti circa trenta giorni dal momento in cui qualcun altro, non Jannik, solleverà il primo grande trofeo in sua assenza (quello di cristallo dell’Atp Masters 1000 di Indian Wells) alla sua ufficiale ricomparsa in pubblico, quel fatidico 13 aprile in cui scadranno i termini che gli impediscono di allenarsi in un circolo affiliato a una federazione e con un giocatore tesserato.

Da quella data è facilmente ipotizzabile che Sinner, ancora da n.1 del mondo (perché per il momento i più immediati inseguitori restano ancora lontani), nonostante gli sia ancora proibito partecipare ai tornei (fino al 4 maggio), torni a essere una presenza sui campi dove sceglierà di allenarsi. E diventi di nuovo protagonista con immagini social di quei primi colpi in un campo ufficiale consentiti dal regolamento ufficiale.

Sarà un bel sollievo. Anzi sono sicuro che quell’ultimo periodo di attesa si trasformerà in una specie di rampa di lancio. Avremo tutti fame, lui e noi. Fame di partite, lui in campo e noi in tribuna o davanti al teleschermo. Immaginarlo ben preparato fisicamente e tirato a lucido dal punto di vista tecnico, alimenterà il desiderio di rivederlo in azione.

Sinner e Alcaraz faccia faccia a Indian Wells 2024 (Foto Getty Images)

Sinner e Alcaraz faccia faccia a Indian Wells 2024 (Foto Getty Images)

Però, invece, adesso… è il momento peggiore. Tocca guardare i tabelloni che avanzano, il tennis che va avanti anche senza di lui. “The show must go on” anche se per noi che viviamo in Sinnergia la sensazione è anomala, surreale, senza senso. Perché ha poco senso che il grande tennis vada in scena comunque anche se al primattore è impedito, ingiustamente, di recitare (questa settimana dalla ITIA sono arrivate dichiarazioni che ripetono ancora una volta la sua totale innocenza nella vicenda Clostebol).

Sembra un tennis ridimensionato, perché ormai ci siamo abituati alla grandezza assoluta. Tre titoli Slam e due Coppe Davis con il suo autografo sopra, nel giro di 15 mesi. Un luna-park di emozioni positive. Si rischia di perdere i riferimenti, il senso della misura. Come è successo a chi nei giorni scorsi ha parlato di crisi del tennis italiano, di ritorno all’epoca pre-Berrettini e pre-Sinner, perché non c’era nemmeno un italiano tra i primi 16 a Indian Wells. E’ bastato un torneo sfortunato perché qualcuno mettesse tutto in discussione. Che cosa potrebbe succedere nei prossimi 30 giorni in assenza del nostro nume tutelare?

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In realtà niente, si tratta solo di avere pazienza e di continuare ad avere fiducia nei tanti ottimi amici di Jannik Sinner che popolano le zone nobili della classifica mondiale, da Matteo Berrettini (che peccato ritrovare Tsitsipas al secondo turno in California dopo averci perso a Dubai), a Matteo Arnaldi (bella vittoria su Rublev, peccato lo stop contro un comunque ottimo Nakashima), da Lorenzo Musetti (che sta recuperando dopo l’infortunio in Sudamerica) agli altri sei italiani che compongono la splendida “decina” azzurra tra i Top 100 ATP.

Quello che nel frattempo succede è che Sinner sale nel ranking dei giocatori con il maggior numero di settimane trascorse in testa alla classifica.  Il 10 marzo aveva raggiunto il rumeno Ilie Nastase, 15° assoluto a quota 40 settimane.

Lunedì 17 (alla vigilia del torneo di Miami, la cui vittoria nel 2024 gli valse l’ascesa al n. 2 del ranking) lo scavalcherà agganciando al 14° posto Andy Murray, n.1 del mondo per 41 settimane.

Ecco, giusto per capirci: un gigante del tennis come Andy Murray, considerato il quarto dei Fab Four in un ventennio straordinario per la storia del tennis, in tutta la carriera ha vinto tre titoli Slam, una volta le Nitto ATP Finals e una volta la Coppa Davis. La regina Elisabetta II lo ha nominato baronetto: sir Andrew Barron Murray.

Vi viene in mente qualcuno che a soli 23 anni ha già vinto tre Slam, una volta le Nitto ATP Finals e due volte la Coppa Davis?

Da sinistra: Don Budge, Rod Laver e Jannik Sinner (dal profito X di TennisMyLife)

Da sinistra: Don Budge, Rod Laver e Jannik Sinner (dal profito X di TennisMyLife)

E’ vero, siamo solo all’inizio. E’ presto per le onorificenze. E’ giusto ricordare (come fa il profilo TennisMyLife su X) che, non per mettere pressione a Sinner (che tanto non la sente), sono solo due i campioni che si sono dimostrati capaci di completare il Grande Slam: lo statunitense Donald “Don” Budge nel 1938 e l’australiano Rodney “Rod” Laver, due volte, nel 1962 e nel 1969. Il fatto che entrambi avessero i capelli rossi, Jannik, ti dice qualcosa?

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