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Da oggi Sinner è libero di allenarsi nei circoli affiliati e con giocatori tesserati. E, grazie al successo di Matteo Berrettini su Zverev, è anche si curo di poter tornare in campo da n.1 del mondo. Il suo preparatore fisico afferma di vederlo trasformato a livello mentale, con nuova freschezza e motivazione
di Enzo Anderloni | 13 aprile 2025
Finalmente si volta pagina. Oggi qualcuno che non è Sinner solleverà il trofeo di Monte-Carlo: una bella soddisfazione per lui. Per noi che viviamo in Sinnergia la data di oggi resterà negli annali come la fine del divieto per il nostro n.1 del mondo di allenarsi in strutture federali con atleti tesserati.
Jannik è finalmente libero di giocare anche se per partecipare a un torneo ufficiale dovrà aspettare gli Internazionali BNL d’Italia il cui tabellone principale prende il via il 7 maggio, con la prima partita di Sinner, che sarà testa di serie n.1 e dunque esentato dal primo turno, prevista per venerdì 9 o sabato 10.
La certezza del primato in classifica è stata per noi Sinnergici la soddisfazione di questa settimana. A regalarcela proprio dai campi di Monte-Carlo a provveduto uno dei migliori amici di Sinner nel circuito, il nostro Matteo Berrettini, che si è tolto una delle più belle soddisfazioni della carriera superando il n.2 del mondo Alexander Zverev.
Ha reso così matematicamente impossibile una rimonta del tedesco prima degli Internazionali BNL d’Italia il che significa anche che Jannik arriverà di sicuro ad almeno 48 settimane di primato consecutivo, un bel traguardo per un ventitreenne. Dovesse far bene a Roma, le 52 settimane consecutive sarebbero alla sua portata: un’impresa che, da quando esistono le classifiche computerizzate, è riuscita solo a 4 campioni: Jimmy Connors, Lleyton Hewitt, Roger Federer e Novak Djokovic.
Sappiamo che non sono questi numeri a smuovere il cuore di Sinner: a lui piacciono i grandi titoli, gli stadi piene di gente, le sfide infuocate che lasciano un segno nella storia. Le stesse cose che piacciono a noi. Così, è inutile nasconderlo, sarebbe bellissimo vederlo trionfare al Foro Italico dove un vincitore italiano manca da 49 anni. Però non si può nemmeno pretendere che dopo tre mesi di sosta anche un fenomeno come lui possa trovare immediatamente il ritmo-partita.
Servirà pazienza e magari un po’ di fortuna nei sorteggi perché, come ha detto il presidente FITP Binaghi, a margine della presentazione degli IBI 25, “se dovesse vincere i primi due incontri tutto potrebbe diventare più facile”. Per noi quello che conta è poterlo rivedere in azione, poter ricominciare a soffrire per lui, riaccendere in pieno la Sinnergia, ritrovare i nostri ritmi quotidiani, scanditi dai live score, e controllare i nostri battiti cardiaci accelerati dai tie-break.
“Mi aspetto che venga sommerso dall’affetto e dalla passione degli italiani - ha detto ancora Binaghi - Sperando che non sia esagerato. Bisognerà cercare di difenderlo. Per il resto ha dimostrato lo scorso anno di saper affrontare situazioni psicologiche ben differenti e ben più gravi in modo straordinario”. Parole che leggono alla perfezione i sentimenti di tutti i Sinnergici.
Parole dolcissime per le nostre orecchie sono state anche quello del preparatore fisico di Sinner, Marco Panichi, per sette anni nel team di Novak Djokovic, intervistato dal Corriere della Sera mercoledì 10 aprile.
Per prima cosa ha dato un quadro dell’attività svolta e dell’attuale status mentale di Jannik: “Durante lo stop forzato sta scoprendo cose nuove che lo stimolano. Quando giriamo per tornei è impossibile dedicarsi ad altro che non siano allenamento, partita e recupero. Per di più Jannik non può più andare in giro senza essere riconosciuto e fermato. In questi tre mesi, inoltre, si è preso del tempo libero per se stesso: si è riscoperto. La detossificazione è in atto. Sono molto contento: a livello mentale lo vedo trasformato. A Roma, a maggio, tornerà con motivazione e freschezza».
Niente di più bello, se tieni a una persona, che sentir dire (come Panichi ci racconta di Sinner) che si trova nel pieno di un momento di tranquillità e crescita personale sotto tutti gli aspetti. Il modo in cui l’allenatore di Jannik, due volte campione italiano nel salto in lungo e laureato in Sport coaching e psicologia dello sport alla Nova Southwestern University di Fort Lauderdale in Florida, descrive le qualità che ha riscontrato nel 23enni altoatesino nei primi sei mesi della loro collaborazione, è poi una vera e proprio sinfonia per chi, come noi, è convinto della sua grandezza ed è pronto a seguirne in piena Sinnergia il lungo viaggio per lasciare il segno nella storia del tennis.
«Coordinazione, stamina, aspetto neurovegetativo: Jannik ha un fisico da decatleta, sa fare bene tutto - ha spiegato Panichi- Se fosse più forte, non potrebbe essere così agile. Se è una macchina quasi perfetta dobbiamo ringraziare Hanspeter e Siglinde Sinner, i genitori che gli hanno trasmesso il Dna. Ma dal mio punto di vista il suo talento più straordinario è la gestione delle situazioni, che sia un allenamento o una partita tesissima: ha una calma operativa, nei momenti che contano, rara. Mente e fisico sono un sistema integrato: quando uno lo tira giù, l'altro lo spinge in su. Sa usare le emozioni come fonte di energia: se hai un travaso emotivo, ti blocchi; ma lui riesce a surfare sulle emozioni, restando sempre sulla cresta”.
Che bella immagine. Ecco, ci piace poterlo pensare proprio così, mentre surfa sulle emozioni come fossero onde hawaiane. Emozioni come quelle di un Campo Centrale del Foro Italico strapieno che fa il tifo solo per lui. Emozioni come le nostre mentre seguiamo le sue partite come fossero la nostra partita. Gliele offriamo perché surfi anche su quelle mentre noi, della razza di chi rimane a terra, siamo felici per lui.
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