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Coincidenza o evento simbolico? Il primo allenamento ufficiale di Sinner dopo la sospensione si è registrato su un campo coperto in terra battuta a Beaulieu-sur-Mer, con Draper, il suo migliore amico sul circuito. L’inglese, attuale n.6 del mondo, ha sempre parlato del collega italiano come di una persona di ispirazione. Coetanei, si conoscono dai tornei giovanili e nel 2024 hanno fatto il doppio insieme a Montreal
di Enzo Anderloni | 20 aprile 2025
Era il momento che tutti noi, che viviamo in Sinnergia, aspettavamo: il primo allenamento ufficiale, su terra (battuta) consacrata a una federazione sportiva, in questo caso la francese FFT, al Tennis Club Beaulieu. L’evento si è registrato giovedì 17 aprile, nonostante Jannik fosse finalmente libero di muoversi nei circoli affiliati sin dal 13 aprile.
Lui però aveva prima scelto di rifinire il lavoro in palestra. Poi, il 16 aprile, si era presentato al Country Club di Monte-Carlo ma la giornata piovosa aveva deciso per lui sul da farsi: dell’altra ginnastica. Alla fine Sinner ha avuto bisogno di certezze: così si è fatto fissare un campo in terra battuta al coperto, nel circolo di Beaulieu-sur-Mer dove si stava svolgendo un torneo internazionale Juniores.
La certezza più importante è stata però quella di mettere i piedi su quel campo di terra rossa insieme a un amico vero, Jack Draper, tesserato per la LTA (Lawn Tennis Association), la federazione inglese.
Aveva parlato di amicizia in una delle tante chiacchierate con i giornalisti nei lunghi mesi di attesa tra processi, verdetti, ricorsi che non arrivavano (e poi invece erano arrivati) in merito alla vicenda della sua contaminazione in quantità infinitesimale da Clostebol, una sostanza proibita contenuta in una pomata, il Trofodermin, che tanti usano perché facilita la cicatrizzazione di piccole ferite, abrasioni, ragadi e simili. La pomata che il suo fisioterapista aveva usato per cercare di far guarire velocemente una ferita al mignolo della mano sinistra.
"Niente succede per caso e questo forse è successo per aiutarmi a capire chi è mio amico e chi no – dichiarò in una lunga intervista televisiva -. Ho capito che ci sono tanti giocatori che non pensavo fossero amici e una quantità abbastanza grande di giocatori che pensavo fossero amici, ma che amici non lo sono. Non dico che mi ha fatto bene, ma mi ha fatto capire tante cose".
Jack Draper non fa parte di nessuna delle due categorie: è un amico di Sinner da tanto tempo. Lo è al punto che in un’intervista collettiva di The Tennis Channel, in cui veniva chiesto ad alcuni dei grandi protagonisti del circuito mondiale che altro giocatore avrebbero chiamato in caso di emergenza, mentre Alcaraz e Rune avevano risposto all’unisono “Novak Djokovic”, Jannik aveva indicato senza esitazioni: “Jack Draper”.
L’attuale n.6 del mondo, semifinalista nel 2024 agli Us Open e recente vincitore nell’ATP Masters 1000 di Indian Wells, è del 2001 come Sinner ma di qualche mese più giovane: è infatti nato a Sutton, un sobborgo di Londra, il 22 dicembre di quell’anno.
Il britannico fa risalire la loro conoscenza al 2017, quando si affrontarono in doppio nel torneo juniores di Berlino, lui in coppia con il connazionale George Loffhagen (oggi n.359 Atp) e Jannik insieme al veronese Davide Tortora. Ricorda anche di aver detto al suo compagno di concentrare il fuoco su Sinner, che pareva il più scarso tra i due italiani. Per la cronaca, erano i quarti di finale e, sempre per la cronaca, Sinner e Tortora vinsero quella partita 4-6 6-4 10-7, qualificandosi per le semifinali.
Non si ricordano né Draper né Sinner che il loro percorso di formazione agonistica aveva avuto in comune un importante crocevia, per entrambi il primo master internazionale: nel 2013, quando erano appena dodicenni (Draper neanche) si erano qualificati per le finali mondiale del Nike Junior Tour under 12, che si svolgevano a fine stagione sui campi del Club Med di Sandpiper, a Port St. Lucie in Florida.
Jannik passò un turno battendo l’israeliano Roi Ginat prima di perdere dal polacco Wojcjek Marek, poi semifinalista. Draper era già più competitivo e raggiunse le semifinali di una gara che vedeva in campo anche l’argentino Juan Manuel Cerundolo, il kazako Timofej Skatov, tra gli attuali protagonisti del circuito professionistico. Perse in due set contro il bulgaro Adrian Andreev, poi vincitore di quel torneo.
Di fatto le strade di Sinner e Draper si incrociano da oltre un decennio anche se entrambi sono giovanissimi. E pur se originari di luoghi lontani tra loro e tanto diversi come possono essere i dintorni di Londra e le montagne della Val Pusteria, hanno man mano scoperto di condividere non solo la passione per la racchetta ma anche il modo di interpretarla, sempre alla ricerca della crescita attraverso il lavoro, sempre desiderosi di giocare meglio, di essere tennisti e persone migliori.
Così mentre sui canali social scorrono le immagini di questo loro primo allenamento sulla terra battuta francese e le nostre orecchie si godono il rumore dell’impatto della palla sulle corde della racchetta di Sinner (quello schiocco bello pieno, vigoroso, inconfondibile), tornano alla memoria le parole di Draper in una recente intervista televisiva.
"Siamo sempre rimasti in contatto, specie negli ultimi due anni. Jannik è un buon amico, qualcuno a cui sono decisamente legato. Ci mandiamo messaggi nei momenti belli e in quelli brutti. È uno sport duro da praticare quando sei molto giovane. Sei in viaggio, stai praticando uno sport così intenso, sia fisicamente che emotivamente, ed è difficile. Non abbiamo molti amici. Quindi avere il supporto di qualcuno che come te sta attraversando questa situazione è davvero grandioso" ha spiegato il britannico.
Che poi è entrato nel merito delle vicende più recenti: “Sono sicuro che Sinner tornerà più forte. Quest’ultimo anno e questi ultimi mesi sono stati davvero complicati per lui. Io ho cercato di supportarlo e gli ho spesso detto che lui è fonte di ispirazione per me, per i risultati che ha raggiunto e per la sua etica del lavoro. Il modo in cui si comporta dentro e fuori dal campo è splendido: è un ragazzo genuino e gentile. Penso che si meriti tutto il successo che sta avendo e aspetto con ansia di rivederlo nel circuito”.
Ed eccolo qui l’amico Jack, il primo a farsi trovare pronto per tornare in campo con Jannik, per il primo allenamento sulla terra battuta che prelude al rientro agonistico di Sinner, dal 5 maggio agli Internazionali BNL d’Italia di Roma. Un amico forte. Un altro grande protagonista del circuito che ha visto la sua ascesa spesso bloccata da infortuni ma ha sempre espresso un tennis esplosivo, aggressivo: lui e Jannik si stimano e non hanno paura di nessuno.
Lo scorso anno si sono pure schierati in doppio insieme all’ATP Masters 1000 di Montreal dove hanno battuto due coppie forti come i belgi Gille e Vliegen e l’estroso duo kazako/americano formato da Bublik e Shelton prima di ritirarsi alla vigilia dei quarti di finale.
I due amici si sono poi ritrovati faccia a faccia nella semifinale degli Us Open, dove Jannik si è imposto alla fine di tre set durissimi. Agli Open d’Australia di quest’anno Jack aveva dovuto ritirarsi negli ottavi contro Carlos Alcaraz per il riacutizzarsi dell’infiammazione ai tendini delle anche con la quale lotta da tempo.
Poi però, in assenza di Jannik, ha raggiunto la finale Doha e, con la prima vittoria in un Masters 1000, a Indian Wells, è entrato per la prima volta nella Top 10. Anche lui è atteso dalla sfida con la terra battuta, certo non la sua superficie preferita (a Monte-Carlo è stato battuto dallo spagnolo Davidovich Fokina).
L’appuntamento di Jannik & Jack a Beaulieu-sur-Mer è qualcosa che va oltre la ricerca, fondamentale per entrambi, della miglior performance. E’ godersi una sintonia rara e preziosa E’ quel ritrovarsi tra amici che genera un’energia positiva che vale mille palestre. Jannik la sa apprezzare, la sa incamerare, sa che non è la quantità degli amici che conta ma la qualità.
E’ una delle cose che anche noi che viviamo in Sinnergia apprezziamo in lui e per la quale è fonte anche per noi di ispirazione. Vorremmo essere bravi come lui a infischiarci delle malelingue, diventare impermeabili alla pattumiera di livore e invidia dei social, alla negatività dei detrattori, alle insinuazioni malevole di tante primedonne (uomini e donne) dello sport mondiale che sotto sotto mal sopportano che ci sia qualcun altro sotto i riflettori al loro posto. E che, per di più, sia una bella persona, che invita a vivere in Sinnergia la sua bella avventura (andando a leggere la storia della sua formazione umana e sportiva non si può non farsi coinvolgere e non empatizzare con un campione così). Ecco, se c’è una cosa che evidentemente di questi tempi non si può perdonare è la correttezza, insieme a lealtà, franchezza e gentilezza. Beh, chi non sa godersi il gusto fresco di questi atteggiamenti naturali, non sa cosa si perde.
Sentite lo Jannik-pensiero in merito a Jack: "Non ricordo di aver giocato contro di lui in doppio tra gli juniores, ma ricordo di averlo visto da fuori. Il suo impatto di palla è sempre stato molto, molto buono. È vero: ci mandiamo messaggi quando abbiamo momenti belli o brutti, cercando di tenerci su. È una grande amicizia. Ovviamente cerchiamo di mettere da parte questo quando ci ritroviamo uno contro l’altro in campo. Penso che sia abbastanza ovvio. Ma ogni volta che ci stringiamo la mano, è di nuovo amicizia e tutto andrà bene".
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