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Nel laboratorio degli incordatori ufficiali degli Internazionali BNL d’Italia abbiamo potuto vedere da vicino le Wilson Blade 98 dell’azzurro quartofinalista e vedere i rilevamenti tecnici. Abbiamo così scoperto che il telaio è simile a quello di serie ma la tensione delle corde (sintetiche) è molto sotto la media
di Enzo Anderloni | 14 maggio 2021
Uno solo tra gli incordatori del team ufficiale degli Internazionali BNL d’Italia si è occupato delle racchette di Lorenzo Sonego: si Christian Famà, di Quartu S.Elena, Cagliari.
E’ organizzato così il lavoro del gruppo targato Wilson e guidato da Marco Rossani, lo stringer milanese che fa parte orami da anni anche della squadra ufficiale di Wimbledon: le racchette di un giocatore (o giocatrice) vengono affidate sempre allo stesso stringer, in modo da fornire all’atleta la massima uniformità nella preparazione dell’attrezzo sulla base delle specifiche di corda, lavorazione e tensione richieste.
Da lui ci arrivano i dati della racchetta del grande emergente torinese che si è qualificato per i quarti di finale del torneo battendo l’austriaco Dominic Thiem, n.4 del mondo.
“Il telaio è una Wilson Blade 98, con reticolo corde 18x20 (18 verticali e 20 orizzontali n.d.r.) sul quale Lorenzo monta una Luxilon Alu Power Soft, full bed, cioè sia sulle orizzontali che sulle verticali - spiega Famà - Il tipo di montaggio è a 4 nodi e la tensione è di 19/18 chilogrammi (quindi decisamente bassa, la media è intorno ai 22/23 kg n.d.r). Non richiede lavorazioni particolari, tipo “pre-Stretch” (tirare la corda prima di montarla in modo che perda meno tensione)”.
“Non richiede incordature troppo frequenti: in media due racchette nuove per ogni partita – racconta lo stringer sardo che fa parte del team Wilson da 4 anni - a differenza degli altri giocatori che portano 4/5 racchette per volta. In vista dei questi di finale di stasera Lorenzo ci ha portato qui le sue due racchette alle 14. Ci ha chiesto di poterle ritirare alle 17.00”.
Questo dunque il cosiddetto “set up” di Sonego che gioca da sempre con Wilson Blade 98 18x20, un attrezzo che per sue caratteristiche privilegia, anche nella versione di serie, il controllo rispetto alla potenza.
Lo spessore del telaio è piuttosto sottile, 21 mm, e la rigidità molto contenuta (62 punti RA): dati tecnici che da sempre contraddistinguono quelle racchette che permettono al giocatore di picchiare a tutta forza senza perdere sensibilità e precisione.
La scelta di una tensione così contenuta ci aiuta a capire che comunque il tennista torinese chiede al suo attrezzo anche un buon contributo di spinta, che un piatto corde così morbido di certo aggiunge.
Marco Rossani e Christian Famà hanno poi messo l’arma di Sonego sulle apparecchiature test e ci hanno permesso di scoprire che le sue racchette personalizzate sono molto molto simili a quelle di serie.
Il peso a telaio incordato è infatti di 327 grammi. Se si considera che la racchetta nuda, comprata in negozio, pesa 305 grammi e un armeggio di corde tra i 18 e i 20 grammi, è facile capire che la nostra Wilson Blade 98 potrebbe essere quasi identica alla sua. Anche il bilanciamento è “normale”: il punto di equilibrio è a 33 cm dall’estremità del manico, quindi la racchetta è leggermente “pesante in testa”.
L’altro dato interessate fornito dalle apparecchiature degli stringer è l’inerzia, cioè l’attitudine alla spinta dell’attrezzo, che viene rilevata con un sistema di oscillazione che simula lo swing del giocatore (non a caso il valore è anche detto “swing weight”). Con 336 kg.cm2 la Blade di Lorenzo può definirsi decisamente un bel cannone. Una buona spinta si ottiene infatti già con valori dai 320 kg.cm2.