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Il 23 settembre 1970, per un dollaro a testa, nove giocatrici vengono ingaggiate per il primo torneo professionistico solo femminile. Le guida Billie Jean King con l'amica Rosemary Casals. E' l'inizio di un percorso che in tre anni avrebbe portato alla creazione della WTA
di Alessandro Mastroluca | 23 settembre 2020
Un dollaro per fare la rivoluzione. Una cifra simbolica su un assegno per una foto e una data storica. Iniziò così, il 23 settembre del 1970, il primo circuito professionistico di tennis femminile. Cominciò con nove pioniere, le Original Nine, che posano con l'assegno con cui si uniscono al circuito intanto per un primo torneo a Houston. Le più in vista sono le due grandi amiche Billie Jean King e Rosemary Casals, compagne di doppio e di battaglia. A loro si uniscono Nancy Richey, Julie Heldman, vincitrice degli Internazionali BNL d'Italia nel 1969 che è infortunata ma si unisce lo stesso, Valerie Ziegenfuss, Judy Dalton, Kerry Melville Reid, Peaches Bartkowicz e Kristy Pigeon.
L'inizio dell'era Open, ha raccontato al Guardian Julie Heldman, ha fatto aumentare le differenze nei montepremi per i tornei maschili e femminili. “Nei primi otto mesi della stagione, i tornei femminili mettevano in palio complessivamente 5 mila dollari” ha detto. “Se ne giocavano pochi, c'era un sessismo forte nelle istituzioni: Le persone, dicevano, non compreranno biglietti per veder giocare le donne”. I tornei erano promossi e gestiti da uomini, spesso ex giocatori, che tendevano a favorire i loro vecchi compagni d'avventura.
La pietra dello scandalo è il Pacific Southwest Open, torneo che oggi si direbbe “combined” a Los Angeles. Lo organizza Jack Kramer, considerato il miglior giocatore al mondo nel 1946. Kramer, che ha posizioni molto tradizionaliste sul ruolo delle donne non solo nello sport, stabilisce per l'edizione 1970 del Pacific Southwest un montepremi sbilanciato: 12.500 dollari a chi vince il singolare maschile, 1.500 a chi vince il torneo femminile in cui non sono previsti premi in denaro prima dei quarti di finale.
Billie Jean King, che farà escludere Kramer dalla rosa dei commentatori tv della Battaglia dei Sessi contro Bobby Riggs nel 1973, propone di boicottare l'evento. Insieme a Nancy Richey e a Rosemary Casals interessa del problema Gladys Heldman, la madre di July, ex numero 5 del mondo che aveva incassato 800 dollari per la conquista del titolo agli Internazionali d'Italia l'anno prima.
Gladys, laureata a Stanford come prima della sua classe, ha iniziato a giocare a tennis solo a 23 anni. Ma la sua influenza si è esercitata soprattutto fuori dal campo. Nel 1953 ha infatti fondato la rivista World Tennis Magazine, diventando negli anni una delle figure più influenti nella storia del tennis.
Heldman convince King a rinunciare al boicottaggio e mette in campo un'alternativa. Organizza un torneo a otto allo Houston Racquet Club con la collaborazione della Houston Tennis Association e della Texas LTA. Ingaggia le otto giocatrici per un dollaro simbolico e avvia il professionismo femminile nel tennis.
Il montepremi di quel primo torneo è di 5 mila dollari, un investimento personale di Heldman che ha un'altra idea. È infatti amica di vecchia data di Joe Cullman, CEO della Philip Morris.
Il colosso delle sigarette, di cui ancora si poteva fare pubblicità in televisione negli USA nel 1970, sta avendo grande successo con il brand Virginia Slims anche grazie allo slogan “You’ve come a long way, baby”. Grace Lichtenstein sceglierà questa espressione come titolo del suo libro icona sul tennis femminile nei primi anni Settanta.
Heldman convince Cullman a investire altri 2500 dollari per il primo torneo, che dunque vede un prize money di 7500 dollari. In cambio Virginia Slims, un marchio di sigarette pensato per un pubblico femminile, diventerà il title sponsor del primo circuito professionistico femminile, il Virginia Slims Tour organizzato con 21 tappe negli USA nel 1971 con un montepremi complessivo di $336.100.
Alla vigilia del torneo di Houston che segna l'inizio della nuova era, il presidente della federtennis USA Stan Malless contatta tutte le giocatrici iscritte minacciando sanzioni e squalifiche per chiunque dovesse partecipare all'evento che non rientra nei calendari ufficiali. Ma le Original Nine vanno avanti.
Il torneo lo vince Casals in finale su Dalton. L'australiana, come la connazionale Melville, viene effettivamente sospesa dalla federazione nazionale e potrà tornare a giocare negli Slam solo al Roland Garros del 1971. Pochi mesi dopo, nell'agosto di quello stesso anno, King e Casals, avversarie nella finale di singolare del Pacific Southwest a Las Vegas, si ritirano entrambe durante il tiebreak del primo set ufficialmente per protesta contro un arbitro e un giudice di linea.
Alla fine del 1971, Billie Jean King diventa la prima donna a guadagnare 100 mila dollari nell’arco di una sola stagione. Riceve i complimenti del presidente Richard Nixon ma l'anno successivo incassa 15 mila dollari meno di Ilie Nastase, che ha vinto il torneo maschile, per il titolo agli Us Open.
Billie Jean King: una regina rivoluzionaria
Di nuovo, minaccia il boicottaggio per l'edizione 1973. Di nuovo unisce le tenniste, stavolta non in un circuito ma in un'associazione, la WTA che prende corpo il 20 giugno. Nel 1973, lo US Open diventerà il primo Slam a riconoscere lo stesso montepremi al vincitore del singolare maschile e femminile.
“Penso di aver goduto di troppa attenzione rispetto al resto delle Original Nine” ha detto al Los Angeles Times Billie Jean King a cui l'ITF ha deciso di intitolare la Fed Cup. “Noi avevamo un grande scopo e una forte passione. Io sono stata la portavoce di tutte noi”.
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