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Un italiano numero 1 del mondo a fine anno, come mai era successo prima. Il trionfo congiunto in Billie Jean King Cup e Coppa Davis, l’en plein di presenze in singolare e doppio alle ATP e alle WTA Finals. Sono solo alcuni dei motivi per cui ricorderemo il 2024 del tennis. Ne abbiamo scelti dieci
di Alessandro Mastroluca | 15 dicembre 2024
Un italiano numero 1 del mondo a fine anno, come mai era successo prima. Il trionfo congiunto in Billie Jean King Cup e Coppa Davis, l’en plein di presenze in singolare e doppio alle ATP e alle WTA Finals. Sono solo alcuni dei motivi per cui ricorderemo il 2024 del tennis. Ne abbiamo scelti dieci. C’è spazio per l’oro olimpico di Novak Djokovic, per il commovente ritiro di Rafa Nadal, per il cambio al vertice della WTA con il sorpasso di Aryna Sabalenka su Iga Swiatek. Ma c’è soprattutto tanta Italia in questo anno per noi indimenticabile.
I record di Jannik Sinner, il primo numero 1 italiano
C’è un giorno che gli appassionati di tennis non dimenticheranno mai. È il 10 giugno 2024. Quel lunedi, per la prima volta nella storia del gioco, una bandiera italiana è comparsa accanto al nome del numero 1 del mondo nella classifica mondiale di singolare maschile. E’ il giorno che riassume il 2024 da record di Jannik Sinner, che ha chiuso la nona miglior stagione dell’era Open.
Ha vinto nello stesso anno i suoi due primi titoli Slam, e non succedeva dal 1977; ha vinto almeno un set in tutte le partite giocate, e nessuno ci era più riuscito dopo Roger Federer nel 2005. Ha alzato otto trofei su quindici tornei giocati, è diventato il primo italiano a trionfare alle Nitto ATP Finals e il sesto giocatore nella storia ad unire al titolo nel torneo dei “Maestri” anche la Coppa Davis.
In tutta la stagione non ha mai perso prima dei quarti di finale e ha incassato sconfitte solo da quattro avversari: Carlos Alcaraz (tre volte), Stefanos Tsitsipas, Daniil Medvedev e Andrey Rublev. Se si tiene conto anche dei sei milioni guadagnati per aver vinto l’esibizione di ottobre a Riyadh, in Arabia Saudita, di soli montepremi per i risultati negli eventi ha intascato 21.755.540 euro, la cifra più alta di sempre per un tennista. Per il secondo anno consecutivo, è stato eletto anche giocatore più amato dai tifosi nel circuito ATP, un riconoscimento che negli ultimi 21 anni si erano spartiti solo Federer e Nadal.
La stampa italiana celebra il nuovo numero 1 del mondo
Il quartetto italiano alle Finals
Ma l’Italia non è solo Sinner, e quest’anno lo ha dimostrato in maniera lampante. Per la prima volta nella nostra storia l’Italia è stata contemporaneamente rappresentata alle ATP e WTA Finals di fine stagione da un giocatore (Jannik Sinner) e una giocatrice (Jasmine Paolini) in singolare; da una coppia maschile (Simone Bolelli e Andrea Vavassori) e una femminile (Sara Errani e Paolini in doppio. Un poker così di qualificati della stessa nazione in tutti i tabelloni non si vedeva dal 2009.
L’exploit certamente meno atteso è quello di Paolini. Era davvero difficile, forse impossibile, immaginare che una giocatrice mai arrivata oltre la posizione numero 29 e mai andata oltre il secondo turno negli Slam fino al 2023 potesse prendere una tale accelerazione nel 2024. Prima giocatrice fuori dalla Top 5 a raggiungere la finale del Roland Garros e di Wimbledon nello stesso anno e prima italiana di sempre a giocare almeno una finale in due Slam diversi, ha eguagliato la migliore posizione mai raggiunta da una giocatrice italiana nel ranking WTA, la numero 4 di Francesca Schiavone. Non è un caso se i coach WTA hanno votato Renzo Furlan, che la segue da anni, come allenatore dell’anno.
Alle soddisfazioni in singolare si sono aggiunte quelle in doppio con Sara Errani, come il trionfo in casa agli Internazionali BNL d’Italia, il primo nel torneo di casa per "Jas" e il primo dal 2012 per Errani. La storia la fanno a Parigi, e ne parleremo più avanti, ai Giochi Olimpici. Errani completa così il Career Golden Slam in doppio, ovvero può fregiarsi del trofeo conquistato in tutti gli Slam e dell'oro alle Olimpiadi, come solo altre sei giocatrici avevano fatto prima di lei nel doppio femminile: Pam Shriver, Gigi Fernandez, Serena Williams, Venus Williams, Barbora Krejcikova e Katerina Siniakova.
Errani si è tolta anche la soddisfazione di trionfare in doppio misto allo US Open con Andrea Vavassori, protagonista di una prima parte di 2024 da applausi con Simone Bolelli. Insieme hanno vinto tre titoli ATP, giocato due finali Slam e si sono qualificati per le Nitto ATP Finals a Torino, la città natale di Vavassori, e hanno dato vita all’edizione più italiana di sempre nel torneo. Un successo sotto ogni punto di vista.
Il primo oro olimpico azzurro
Il 2024 per l’Italia è soprattutto l’anno dell’azzurro in cima al mondo. L’anno delle medaglie olimpiche, il bronzo di Lorenzo Musetti e l’oro di Errani e Paolini, il primo di sempre per l’Italia nel tennis . “E’ un sogno che diventa realtà” ha detto Sara a caldo, “ho sognato tante volte questo momento, e l’ho rincorso lavorando duramente per un anno".
“E’ qualcosa di speciale tenere questa medaglia al collo” ha aggiunto Jasmine. “È stato tutto bellissimo: vincere, vincere in doppio e vincere qui. È un’emozione e una soddisfazione che solo pochi mesi fa non potevo nemmeno immaginare”.
Quel viaggio era iniziato un anno prima, proprio al Roland Garros. “Al ristorante dei giocatori, ho chiesto a Jasmine: diamo continuità a questo nostro doppio, magari riusciamo a qualificarci all’Olimpiade. È il sogno della mia vita” ha raccontato Errani. Jasmine ha detto subito sì. “”Ero entusiasta. Anche il mio allenatore, Renzo (Furlan, nda), mi ha invitato subito a cogliere questa opportunità: mi disse che mi avrebbe fatto bene anche in singolare, e infatti…”. Infatti è stato un trionfo.
Sara e Jasmine, sorrisi d’oro: le foto di un trionfo storico
L’Italia sul tetto del mondo: una doppietta storica
E non ci sono solo i Giochi. A Malaga, dove per la prima volta sono state riunite le Finals di Billie Jean King Cup e di Coppa Davis, l’Italia ha firmato una doppietta senza precedenti: è campione del mondo contemporaneamente con la nazionale maschile e femminile, ed entrambe sono risalite in prima posizione nel rispettivo ranking per nazioni. Solo quattro nazioni prima dell’Italia avevano vinto la Davis e la Billie Jean King Cup nello stesso anno: gli USA (1963, 1969, 1978, 1979, 1981, 1982, 1990), l’Australia (1964, 1965, 1973), la Repubblica Ceca (2012) e la Russia (2021).
Ha aperto la strada la nazionale di Billie Jean King Cup, che ha fatto ballare anche la leggenda del tennis a cui è intitolato il trofeo, che ha voluto indossare la giacca della divisa dell’Italia. Ha sorpreso Lucia Bronzetti capace di piegare Magda Linette e poi di disinnescare la potenza di Hruncakova, riuscendo a esacerbare la sua minore agilità negli spostamenti. Non era semplice né scontato. Come non lo è stato per Jasmine tornare in campo in doppio e vincere dopo la sconfitta contro Swiatek in semifinale contro la Polonia. Come non lo è stato prendersi la responsabilità di giocare il match del trionfo e non mostrare incertezze di fronte all’obiettivo ad ogni punto più vicino.
Merito anche di Tathiana Garbin, capitano non giocatore solo per etichetta. Perché gioca ogni punto accanto alle sue ragazze, è in campo con loro. La connessione emotiva e tecnica è continua, l’effetto sotto gli occhi di tutti. “Un anno fa stavo attraversando un momento davvero difficile ma avevo tutto il team a darmi supporto e coraggio" ha detto in conferenza stampa dopo la finale. "Questo trofeo è un bellissimo regalo ed io sono molto orgogliosa di queste ragazze dal punto di vista umano e non solo come campionesse. L’obiettivo di ogni capitano secondo me è quello di riuscire ad avere un team come questo. Queste ragazze hanno tutte dei team che lavorano benissimo, ed il lavoro è l’unico segreto. Tutte pensano a come migliorare e non solo ai risultati, superano i limiti con passione ed imparano a godersi il viaggio”.
Billie Jean King Cup 2024: le foto del trionfo dell'Italia
La nazionale di Volandri non è da meno, trascinata da Sinner e Matteo Berrettini, che hanno giocato anche il doppio nel quarto di finale contro l’Argentina. "Arrivare da campioni in carica e vincere ancora la Davis è una delle sensazioni migliori per tutti noi" ha detto Jannik. "Avere Matteo come giocatore e compagno di squadra è diverso, sono molto felice che siamo riusciti a ottenere questo risultato. Tutta la squadra ha dato il 100%, per questo traguardo c'è tanto lavoro dietro le quinte".
L'amico Berrettini, poi, spiega cosa voglia dire giocare accanto al numero 1 del mondo. "L'anno scorso, quando eravamo qui, ci guardavamo negli occhi e ci dicevamo: questo ragazzo è speciale, è diverso. Non avevamo mai visto nessuno colpire così forte, così piatto e sbagliare così poco. Sembrava che non sbagliasse mai. Da allora ha perso solo sei partite e dimostrato di essere il migliore del mondo. Ma come avete avuto modo di vedere, è anche il giocatore più umile che ci sia. È venuto qui come se non avesse vinto le Nitto ATP Finals. Ha mostrato un grandissimo rispetto per la squadra”.
Anche il capitano Filippo Volandri mette al centro il valore delle persone, prima ancora che dei giocatori, è anche al centro. "Sta funzionando tutto nel modo giusto" spiega. "La Federazione ha lavorato in modo incredibile ma dietro questo successo ci sono molte cose, soprattutto questi ragazzi incredibili. Sono grandi giocatori ma soprattutto persone straordinarie".
Il tennis italiano celebra gli azzurri di Davis
Grande Italia a Wimbledon
I due grandi amici Sinner e Berrettini hanno dato spettacolo anche nello stadio per eccellenza, il Centrale di Wimbledon, dove per la prima volta è andato in scena un derby italiano. L’ha vinto Jannik 76(3) 76(4) 26 76(4), dopo tre ore e 42 minuti di tennis di altissima qualità.
“Abbiamo iniziato con il sorriso e finito con lo stesso sorriso” ha detto Sinner dopo il match. "È stata una partita speciale, complicata ma molto bella. Per essere un secondo turno è stata una partita difficile ma il sorteggio è così, e non possiamo controllarlo. La cosa più bella è stata rivedere Matteo giocare a questi livelli”.
Pur sconfitto, Berrettini è uscito dal campo con più soddisfazione che delusione. “Ad un certo punto ho sentito il pubblico impazzito e mi sono venuti i brividi. Queste emozioni non hanno eguali, soprattutto ripensando ai momenti in cui non riuscivo neanche a seguire i risultati. Mi sono divertito, mi sentivo fiero di essere lì, di lottare a testa alta contro il numero 1 del mondo, sul campo di Wimbledon con milioni di persone che ci guardavano. Sentivo il peso della storia di questa partita e questo mi rende orgoglioso. E’ una di quelle partite che tra 20 anni ricorderò” ha ammesso.
L’Italia ha continuato a dare spettacolo con Jasmine Paolini finalista e capace di conquistare con il suo sorriso anche Tom Cruise, e con Lorenzo Musetti per la prima volta in semifinale in uno Slam. Il carrarino è diventato il quarto italiano di sempre a raggiungere le semifinali di Wimbledon dopo Nicola Pietrangeli nel 1960 (battuto in cinque set da Rod Laver), Matteo Berrettini nel 2021 (vittorio su su Hubert Hurkacz e poi sconfitto in finale in quattro set da Novak Djokovic) e Jannik Sinner nel 2023 (sconfitto in tre set da Novak Djokovic).
Djokovic ai Giochi, l’oro che completa la corona
Non c’è solo l’Italia nei fotogrammi del 2024. L’anno olimpico ci ha regalato un Novak Djokovic intenso e regale, feroce prima e travolto da un’emozione impossibile da contenere né da immaginare, che raggiunge l’obiettivo inseguito da una vita. Alle ore 17.02 del 4 agosto 2024, a 37 anni e 2 mesi, si è messo al collo la medaglia d'oro in singolare ai Giochi di Parigi 2024. In finale ha superato con due tie-break impeccabili lo spagnolo Carlos Alcaraz, dopo due ore e 52 minuti di partita.
“È stata una lotta incredibile, una battaglia infinita. Finalmente a 37 anni sono riuscito a vincere la medaglia d'oro. Sono orgoglioso di aver vinto questo titolo per la Serbia. Andy, Roger in doppio e Rafa hanno vinto la medaglia e ora è toccato a me. Ci tenevo tanto e finalmente ho coronato questo sogno" ha detto Djokovic, unico tennista del mondo ad aver vinto tutti i più importanti trofei tennistici della storia: i 4 tornei del Grande Slam, i 9 Masters 1000, le Atp Finals, la Coppa Davis e ora la medaglia d'oro in singolare ai Giochi Olimpici.
Il tennis in Arabia Saudita
Nel 2024 l’Arabia Saudita ha messo chiaramente il tennis al centro della sua strategia per tentare di cambiare l’immagine della monarchia, per provare a mettere in secondo piano agli occhi dell’opinione pubblica internazionali le gravi e accertate violazioni di diritti umani e civili. Secondo quanto riferito dal Guardian l’anno scorso, il fondo sovrano arabo conosciuto con la sigla PIF, Public investment fund, tra il 2021 e il 2023 aveva speso quasi 6 miliardi di euro nello sport. Il fondo quest’anno ha avviato partnership con ATP e WTA, di cui sponsorizza le classifiche.
L’investimento non si ferma qui. Da quest’anno, e fino al 2026, si giocheranno a Riyadh le WTA Finals. Il torneo, nella sua prima edizione vinta in singolare da Coco Gauff, ha messo in palio un montepremi di circa 14 milioni di euro, il più alto di sempre nella storia del torneo; e nei prossimi due anni crescerà ancora. Tante le voci critiche, già prima dell’ufficializzazione. “I valori della WTA sono in netto contrasto con quelli del paese ospitante proposto. Un paese in cui le donne non sono viste come uguali, (che) include una legge sulla tutela maschile che essenzialmente rende le donne proprietà degli uomini. Un paese che criminalizza la comunità LGBTQ fino alla possibile condanna a morte. Un paese la cui situazione a lungo termine in materia di diritti umani e libertà fondamentali è motivo di preoccupazione internazionale da decenni” hanno scritto sul Washington Post due leggende del tennis come Chris Evert e Martina Navratilova.
In Arabia Saudita è stata organizzata anche la ricchissima esibizione Six Kings Slam, vinta da Jannik Sinner. Inoltre, fino al 2027 resteranno a Gedda le Next Gen ATP Finals, il torneo riservato ai migliori otto giovani del circuito. L’Arabia Saudita ha scelto tra i suoi “ambassador” Rafa Nadal, che con questo ruolo sarà a Gedda per le Next gen ATP Finals. Anche Matteo Berrettini è entrato nell’orbita, come testimonial del fondo PIF. Quest’anno ha ottenuto anche l’organizzazione dei Mondiali di calcio 2034. Come ha ricordato Valerio Moggia, l’unica opposizione a questa decisione, ad assegnazione avvenuta, è arrivata dal sindacato dei calciatori e delle calciatrici dell’Australia, una delle associazioni di categoria nel calcio più sensibili sui diritti umani.
Aryna Sabalenka numero 1
Nel circuito WTA, la stagione si è conclusa con l’incoronazione di Aryna Sabalenka, sedicesima giocatrice diversa a concludere una stagione da numero 1 da quando esiste il ranking computerizzato. Ha iniziato il 2024 con il secondo successo di fila all’Australian Open, poi i cinque mesi successivi sono stati decisamente complicati, anche per la morte del suo ex fidanzato archiviata come suicidio.
Battuta due volte di fila da Swiatek in finale a Madrid e Roma, sorpresa ai quarti del Roland Garros dalla 17enne Mirra Andreeva, costretta a saltare Wimbledon e i Giochi Olimpici, ha ripreso la sua marcia in estate. Ha vinto a Cincinnati, ha conquistato a New York il secondo Slam della stagione, poi ha trionfato a Wuhan e raggiunto la semifinale alle WTA Finals. “Ho ottenuto tanto quest’anno, non c’è spazio per la delusione. Devo essere fiera di me stessa” ha detto dopo l’ultima partita della stagione.
Il saluto a Nadal, Murray, Thiem
Il 2024 resterà anche come l’anno di ritiri illustri. Il primo in ordine di tempo è lo scozzese Andy Murray, che ha chiuso ai Giochi Olimpici di Parigi, 22 anni dopo aver giocato la sua prima partita
“È stato ovviamente triste lasciare il campo per l'ultima volta”, ha detto Murray a Olympics.com. “Ma anche felice. Sono contento di aver concluso la mia carriera alle mie condizioni. In campo, davanti a un pubblico fantastico. Ho lavorato molto duramente durante la mia carriera per cercare di ottenere il massimo. Non sono stato affatto perfetto ma ho dato allo sport il meglio che potevo”. E continuerà a farlo da coach di Novak Djokovic: l’annuncio rappresenta il fuoco d’artificio di fine stagione, il preludio di una storia tutta da vivere nel 2025.
Hanno lasciato il tennis anche Dominic Thiem e Rafa Nadal, ognuno in casa, rispecchiando nel passo d’addio la loro carriera. Thiem ha giocato l’ultima partita alla Stadthalle di Vienna, dove aveva giocato la prima. Ha perso contro Luciano Darderi che ha ottenuto la seconda vittoria in carriera sul duro. Svuotato dopo il trionfo allo US Open del 2020, il più prestigioso dei suoi 17 titoli in carriera, Thiem si è accorto che vincere un major non è come se lo immaginava: non gli ha cambiato la vita. Anzi. Ha lasciato il campo e il tennis con tanti ringraziamenti e una commozione trattenuta, a fine partita, mentre i tifosi sulle tribune alzano cartoncini con cui si disegna una bandiera dell'Austria e una scritta in suo onore. Lascia la sua racchetta, poi messa all'asta, in una teca di vetro. Come una cosa preziosa, da conservare con cura, fragile e di prestigio come un po' tutta la sua storia.
Dominic Thiem, la storia della carriera
Nadal ha detto addio dopo la sconfitta della Spagna nei quarti di finale di Coppa Davis a Malaga contro l’Olanda, una sfida iniziata con la sua ultima sconfitta da giocatore. Una sconfitta che chiude un cerchio: ha perso in singolare solo due partite in nazionale, la prima e l’ultima. “Vorrei essere ricordato soprattutto per la persona che sono stato perché la vita mi ha dato l'occasione di fare un viaggio straordinario. Vorrei essere ricordato come una brava persona che ha ottenuto molto di più di quanto aveva sognato" ha detto lasciando il Palacio de Deportes José María Martín Carpena.
"Non sono stanco di giocare a tennis ma devo accettare la situazione, sono un super privilegiato. La mia carriera è stata più lunga di quanto avrei mai immaginato” ha detto durante la cerimonia. "In tutta la mia vita ho cercato di impegnarmi ogni giorno per competere al meglio, di farlo con umiltà e rispetto. Credo di essere stato una persona di saldi valori, che è la cosa più importante. Esco dal mondo del tennis avendo lasciato tanto, avendo trovato tanti amici. Me ne vado con tranquillità in quanto sento che tutto l'affetto che sento verso di me non si spiega solo con i risultati, ma con la persona che sono" continua Nadal.
L'Italia vince anche fuori dal campo: il rinnovo delle Nitto ATP Finals e l'arrivo delle davis Cup Finals
C’è anche un ultimo motivo per cui ricorderemo il 2024. Per una vittoria non arrivata sul campo, per un riconoscimento che vale tantissimo per tutto il sistema tennis italiano. Perché il presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi ha annunciato che le Nitto ATP Finals resteranno in Italia fino al 2030. “Negli ultimi quattro anni l'Italia ha offerto una straordinaria ospitalità al nostro evento più prestigioso, con la visione di creare un'esperienza davvero speciale sia per i giocatori che per gli appassionati. Ringraziamo la FITP e tutti i partner dell'evento per il loro sostegno negli ultimi quattro anni. Non vediamo l'ora di continuare ad alzare il livello insieme” ha dichiarato Gaudenzi.
"Il tennis ha un posto speciale nella storia e nella cultura di questo Paese” ha dichiarato Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel. “Le Nitto ATP Finals sono molto amate dagli appassionati italiani e questo legame è ora più forte che mai grazie alla posizione di numero 1 del mondo di Jannik Sinner. Guardiamo avanti con entusiasmo, fiduciosi nella consapevolezza che questo evento continuerà a crescere ancora di più negli anni a venire”.
L’Italia, poi, ha ottenuto anche l’organizzazione delle Finals di Coppa Davis fino al 2027. Campioni del mondo, al centro del mondo. Tanti motivi per ricordare questo 2024 come un anno speciale.
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