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Le storie

Internazionali BNL d'Italia Story, anni 2000-2009: Nadal da record, il gran giorno di Volandri

di | 16 aprile 2025

Un giovane Rafa Nadal agli Internazionali BNL d'Italia (Foto FITP)

Un giovane Rafa Nadal agli Internazionali BNL d'Italia (Foto FITP)

Gli anni 2000 agli Internazionali BNL d'Italia in singolare maschile si aprono con l'ultima affermazione della scuola svedese a Roma. Magnus Norman, protagonista del successo sull'Italia in Davis nel 1998, a sedici anni ha preferito la borsa di studio della Federtennis svedese alla possibilitò di andare in Russia per giocare a bundy  che si gioca con le mazze da hockey e una palla come quelle da tennis su un campo da calcio ghiacciato. Sport che in Svezia va molto forte e di cui il giovane Magnus era un campioncino. Al Foro Italico nel 2000 si presenta in forma strepitosa, non lascia scampo agli avversari: Grosjean, Moya, Hewitt non riescono a carpirgli nemmeno un set. In finale ci riesce Guga Kuerten, battuto al quarto, che si rifarà in finale al Roland Garros. Norman arriverà numero 2 del mondo, ma non vincerà altri Masters 1000. Gli Slam li vincerà da coach di Stan Wawrinka, capace con lui di vincere tre Slam diversi in tre finali giocate, nelle uniche occasioni in cui ha battuto un numero 1 del mondo. 

Per certi versi è un anno di passaggio, come il 2002, l'anno dell'ultima apparizione al Foro di Pete Sampras e dell'unico trionfo di Andre Agassi, che nella sfida per il titolo piega Tommy Haas, il primo tedesco in finale a Roma dopo Boris Becker. Haas ha otto anni meno di Agassi. Il coach, Nick Bollettieri, lo stesso che aveva forgiato il tennis velocissimo e innovativo del giovane Andre, l'ha cresciuto in Florida per diventare “il nuovo Agassi”. Ma lo statunitense, che si presenta alla sfida per il titolo forte di 23 vittorie su 26 partite in stagione, gli concede solo sei game. 

Il primo decennio degli anni 2000 è scandito soprattutto dai trionfi spagnoli. Nel 2001 sale sul trono di Roma Juan Carlos Ferrero, il "Mosquito" che a dicembre dell'anno prima aveva fatto sognare la Spagna battendo Patrick Rafter e Lleyton Hewitt in finale di Coppa Davis e guidato la Spagna al primo successo della sua storia nella manifestazione.  Campione semplice e dalla faccia pulita, amante delle motociclette e del Real Madrid, a Roma aveva giocato la sua prima finale in un Future. A Roma celebra il suo primo grande trionfo su Gustavo Kuerten, il primo a giocare tre finali di fila al Foro Italico dopo Jan Kodes, trent'anni prima. 

Andre Agassi agli Internazionali BNL d'Italia 2002 (Foto FITP)

Andre Agassi agli Internazionali BNL d'Italia 2002 (Foto FITP)

Un anno dopo a Roma completa la sua personale settimana di gloria Felix Mantilla, uno di quei giocatori che non appartiene alla schiera dei campioni ma degli umili lavoratori. Semifinalista al Roland Garros nel 1998, finalista ad Amburgo nel 1997, al Foro in quell'estate caldissima del 2003 si esalta come un gladiatore. Batte Yevgeny Kafelnikov in semifinale e in finale Roger Federer. Vince così il titolo di maggior prestigio della sua carriera e finisce per commuovere anche tutto il pubblico di Roma.

Ben diversi la storia e lo stile di Carlos Moya, campione nel 2004 al Foro dove non era mai arrivato prima nemmeno in semifinale. Numero 1 del mondo nel 1999, già campione al Roland Garros e a Monte-Carlo, finalista all'allora Tennis Masters Cup, ogggi Nitto ATP Finals, Moya ha giocato praticamente sempre al Foro dal 1996. Il 2004 non sembra l'anno giusto, è già esploso Federer, ma il maiorchino arriva in grandissima forma, trionfa e apre la strada per il nuovo re di Roma, il suo amico Rafa Nadal che diventerà il campione più titolato di sempre. 

La storia delle storie comincia nel 2005. Nadal non ha ancora 19 anni, ma è già numero 7 del mondo. Il pubblico di Roma non l'ha mai visto giocare, ma per innamorarsi di lui gli basta molto meno di un'ora. La finale del 2005 resta la più lunga in singolare maschile, 5 ore e 14 minuti, e anche una delle più belle. Da lì ad un mese Rafael Nadal centrerà anche il suo primo Roland Garros: un altro tassello nella strada per la gloria del campione più vincente di sempre sul rosso.

La stretta di mano tra Rafa Nadal e Roger Federer dopo la finale degli Internazionali BNL d'Italia 2006 (Getty Images)

La stretta di mano tra Rafa Nadal e Roger Federer dopo la finale degli Internazionali BNL d'Italia 2006 (Getty Images)

Ma il vero momento della svolta è il 2006. Al primo turno  batte l'amico Carlos Moya. È la seconda volta nella storia del torneo che all'esordio si affrontano i vincitori delle due precedenti edizioni: era già successo nel 1978 quando Adriano Panatta, campione nel 1976, esordì contro Vitas Gerulaitis, che si era imposto nel ‘77. Elimina poi Volandri, Henman, Fernando Gonzalez e Monfils cedendo appena 18 game. In finale, l'ultima al meglio dei cinque set, si scontra con il rivale che definirà quel decennio, Roger Federer.

La loro è la prima rivalità tennistica nell'era dei social, i due si rispettano ma generano opposti estremismi come nessun altro nell'era moderna. La finale del 2006 è il Borg contro McEnroe dell'era moderna. Federer gioca il suo tennis migliore di sempre sul rosso, e arriva per due volte a un punto dalla vittoria. Ma non basta. Federer ha vinto 26 degli ultimi 38 tornei giocati e nel 2006 prima di quella finale ha perso solo due partite, sempre contro Nadal. Il maiorchino trasforma ogni partita in una guerra di logoramento. La sua è una presa sistematica del centro del campo che sfianca lo svizzero. Nadal vince nonostante lo svizzero abbia ottenuto cinque punti in più e giocato un tennis sublime. Rafa festeggia ed eguaglia due primati in un colpo solo: i 16 tornei vinti prima dei vent'anni da Bjorn Borg e le 53 vittorie consecutive sulla terra rossa di Guillermo Vilas.

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Il gladiatore Rafa ha conquistato i tifosi del Foro, ha dato loro qualcosa che non hanno mai visto prima. I record continueranno. Nel 2007 vince il primo scontro con Novak Djokovic al Foro Italico, poi in semifinale ha giocato una delle partite più memorabili agli Internazionali BNL d'Italia, contro il russo Nikolay Davydenko. Rafa perde il primo set sul rosso dopo oltre un anno ma lo sfianca al termine di tre ore e 38 minuti di battaglia durissima. Quel successo è il 76mo di fila sulla trerra battuta: Rafa batte il record di successi consecutivi su una singola superficie che McEnroe aveva stabilito sul tappeto indoor tra il 1983 e il 1985. La finale contro Fernando Gonzalez, la prima al meglio dei tre set in singolare maschile nel torneo, è una formalità. Rafa diventa il primo a vincere al Foro Italico per tre volte di fila. Nel 2009, battendo in finale Djokovic per la 13ma volta nei primi 17 scontri diretti, diventerà il primo a riuscirci per quattro volte in totale in singolare maschile.

In mezzo, nel 2008, Novak Djokovic conquista la prima vittoria importante sulla terra battuta, superficie sulla quale in molti lo ritenevano meno competitivo, e il primo trofeo in un Masters 1000. Si conclude così un'edizione rocambolesca, con due ritiri in semifinale di Andy Roddick (infortunato) e Radek Stepanek, per indigestione. Djokovic affronta in finale Stan Wawrinka. Lo svizzero arrivato per la prima così avanti in un Masters 1000 ha dalla sua il supporto dei tifosi e si prende il primo set. Nole però rimonta e dimostra di essere un campione per tutte le stagioni. 

Lea Pericoli tra il vincitore Novak Djokovic, a sinistra, e il finalista Stan Wawrinka durante la premiazione degli Internazionali BNL d'Italia 2008 (Foto FITP)

Lea Pericoli tra il vincitore Novak Djokovic, a sinistra, e il finalista Stan Wawrinka durante la premiazione degli Internazionali BNL d'Italia 2008 (Foto FITP)

IL DECENNIO AGLI INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA IN SINGOLARE FEMMINILE

Il primo decennio del terzo millennio si apre con due campionesse con cicatrici ben più profonde di quelle che può lasciare una sconfitta: Monica Seles, che trionfa sette anni dopo l'accoltellamento ad Amburgo nell'aprile del 1993, e l'australiana Jelena Dokic (2001), al centro di una vicenda drammatica con il padre-padrone Damir. Di padri, ma con ben altri accenti, si torna a parlare nel 2002 dopo il primo successo al Foro di Serena Williams. Papà Richard le ha volute tenniste, ha forgiato una storia da film che al cinema ci è arrivata davvero e su fino al premio Oscar per Will Smith che lo interpreta. Ancora più competitiva e feroce, più aggressiva della sorella maggiore Venus, Serena batte in semifinale Jennifer Capriati e in finale Justine Henin: è un capitolo intenso di un radicale confronto di stili che segna il decennio. La vittoria di Roma anticipa una grande estate. Serena vincerà il suo primo Roland Garros e il suo primo Wimbledon, e diventerà così per la prima volta
numero 1 del mondo. 

Per tutto il resto del decennio, c'è il meglio dell'Europa nell'albo d'oro di singolare femminile: Kim Clijsters (2003, anno in cui diventerà numero 1 sia in singolare sia in doppio); Amelie Mauresmo che a Roma si trasforma e trionfa per due anni di fila (2004, 2005); Martina Hingis che si era ritirata nel 2003 ma torna in campo e a otto anni dal primo successo a Roma torna regina del Foro nel 2006; la serba Jelena Jankovic che adora la Capitale e domina il torneo nel 2007 e 2008; Dinara Safina, che nel 2009 batte ogni avversaria compresa Venus Williams, sconfitta in semifinale nel match sinbolo del torneo. Figlia del direttore del Tennis Club Spartak di Mosca, cresce nel mito di Steffi Graf e Martina Hingis, in finale lascia cinque game a Svetlana Kuznetsova che si prenderà poi la rivincita al Roland Garros. Diventa così la prima russa nell'albo d'oro del torneo e smette di essere solo la sorellina di Marat.

Martina Hingis con il trofeo degli Internazionali BNL d'Italia 2006 (Foto FITP)

Martina Hingis con il trofeo degli Internazionali BNL d'Italia 2006 (Foto FITP)

VOLANDRI BATTE FEDERER, SI ANNUNCIANO SCHIAVONE E PENNETTA: SORPRESA CASONI

In questo decennio gli appassionati italiani vivono una di quelle giornate impossibili da dimenticare. Il giorno in cui Filippo Volandri batte Roger Federer al Foro Italico. E' il 2007, edizione iniziata senza grandi aspettative per i tennisti azzurri in singolare maschile. Volandri, che in quel momento è numero 53 del mondo, spariglia destini e fortune. Lascia tre game a Teymuraz Gabashvili, sorprende Richard Gasquet, già n.13, così giovedì 10 maggio 2007 scende in campo contro Roger Federer, ininterrottamente numero 1 dal 2003. Volandri gioca una partita perfetta contro un Federer un po' confuso, che poco dopo avrebbe interrotto la collaborazione con il coach Tony Roche.

"Ero entrato in campo tranquillo perché sapevo che non avevo niente da perdere, ma la tranquillità è andata via a metà del secondo set, quando mi sono reso conto che potevo farcela per davvero" ha raccontato dieci anni dopo in un'intervista di Tiziana Tricarico per il sito ufficiale del torneo. A dieci anni di distanza, i ricordi sono più lucidi e romantici. Il più vivido è l'immagine di sé sdraiato per terra. “E poi il giro di campo per dare il 'cinque' agli spettatori. E' stata la più grande soddisfazione sportiva della mia vita, e averla ottenuta al Foro Italico è il top”, ha aggiunto. Peraltro "Filo" non si accontenta: 24 ore dopo supera anche Tomas Berdych, regalando all'Italia la seconda semifinale in un torneo Masters 1000 dal 1990: prima di allora, ce l'aveva fatta soltanto Andrea Gaudenzi a Monte Carlo 1995.  La favola si interrompe in semifinale, contro Fernando Gonzalez. 

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Sorprese, exploit e annunci di futuri successi caratterizzano le prestazione delle azzurre in singolare femminile a Roma nel primo decennio degli anni Duemila. Un decennio che si apre con il quarto di finale di Giulia Casoni, in tabellone grazie a una wild card, che beneficia anche del ritiro di Lindsay Davenport prima del loro match di terzo turno. Un anno più tardi è una 21enne qualificata a dare spettacolo: batte Magdalena Maleeva al tiebreak del terzo set e Nadia Petrova prima di arrendersi nel suo primo quarto di finale al Foro a Conchita Martinez. Si chiama Francesca Schiavone: quel quarto di finale è solo l'inizio di una storia da record.

Nel 2004 sono due le italiane nei quarti: Schiavone, fermata da Vera Zvonareva, e Silvia Farina che sorprende Maria Sharapova, a pochi mesi dal suo primo titolo Slam in carriera, e si arrende solo al terzo ad Amelie Mauresmo, vincitrice del torneo. Si rivela anche Flavia Pennetta che centra il terzo turno dopo una vittoria in rimonta su Nadia Petrova, che era stata avanti 61 31. Da quel momento, ha scritto nella sua biografia Dritto al cuore, "il pubblico prende vita. Non mi è mai successo di sentirmi in uno stadio: oggi sì. Il Pallacorda straborda e fanno tutti il fifo per me: applaudono, urlano il mio nome, si alzano in piedi ad ogni punto.".

Nel 2005 è ancora Schiavone a far sognare i tifosi battendo in due set Serena Williams, campionessa in carica dell'Australian Open che non giocava dal torneo di Amelia Island, chiuso con il ritiro contro Farina. La semifinale, però resta ancora un tabù. Lo sarà anche nel 2006 quando arrivano ai quarti Pennetta, con un tabellone liberato dal ritiro della numero 1 Amelie Mauresmo, e la qualificata ticinese Romina Oprandi, che allora giocava per l'Italia, capace di annichilire avversarie Sam Stosur e Vera Zvonareva. Solo Svetlana Kuznetsova, peraltro solo al tie-break del terzo set, interrompe la sua corsa al Foro.


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