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Le storie

Nitto ATP Finals Story: 1970-1989, da Tokyo al Madison Square Garden

Prima puntata della nuova serie che vi racconterà la storia delle Nitto ATP Finals. In questa prima puntata gli anni prima della nascita dell'ATP Tour. Dall'edizione 1990, ogni puntata si concentrerà su una singola edizione del torneo. Ci avviciniamo così al ritorno dei campioni alla Inalpi Arena di Torino, dal 10 al 17 novembre

di | 03 ottobre 2024

Ivan Lendl (Foto FITP)

Ivan Lendl (Foto FITP)

Un'immensa arena, senza riscaldamento. Al centro, un tappeto segnava i confini di un campo da tennis. Negli spogliatoi, una lampadina solitaria pende dal soffitto. Inizia così, nel 1970 al Metropolitan Gymnasium di Tokyo, la favola di quelle che oggi conosciamo come Nitto ATP Finals. 

La prima edizione ha un formato curioso: sei giocatori in un unico girone, tutti contro tutti. Chi vince più partite conquista il titolo. Ci riesce Stan Smith. E' il primo dei maestri da leggenda in un torneo senza uguali. Da qui inizia il nostro viaggio nella storia delle Nitto ATP Finals. In questa prima puntata vi racconteremo la storia dal 1970 al 1989. Dalla prossima, ogni puntata racconterà un'edizione del torneo, nell'era dell'ATP Tour.

Nitto ATP Finals: la storia comincia così

La visione del torneo prende corpo nel 1969 a Parigi. Philippe Chatrier, allora presidente della federazione frances, ha invitato a casa sua due icone del tennis: Jack Kramer, ex giocatore e soprattutto promoter potentissimo per oltre sessant'anni, e Donald Dell, il primo manager nel tennis. Kramer e Dell convincono la Pepsi a sponsorizzare il torneo, che verrà trasmesso dalla BBC inglese. 

Al Metropolitan Gymnasium di Tokyo, ogni sera quasi 10 mila spettatori assistono alle partite. "Tavoli rimovibili e sedie pieghevoli erano allineate su ogni lato del campo con la superficie gommata che era stato messo al centro della grande arena" ha ricordato Smith. "Nell'arena non c'era riscaldamento, gli spettatori giapponesi si avvolgevano in coperte, cappotti di pelliccia e sciarpe per tenersi caldi. Per loro doveva essere come star seduti in un frigorifero" Curioso pensare che questo ambiente abbia accolto anche  Fra loro Sua Altezza Imperiale la Principessa Chichibu. .

Smith affrontò Ken Rosewall, favorito per il titolo, nel penultimo match del round robin il 14 dicembre, giorno del suo ventiquattresimo compleanno, sapendo che chiunque avesse vinto avrebbe conquistato il titolo. "Mentre servivo per il match, il campo si disgregò" ricorda Smith. I due giocatori aspettano 20 minuti che il campo venga sistemato. Smith vince 6-4 6-5, e non è un errore: allora si giocava sul 5-5 si giocava il tiebreak del tipo sudden death a nove punti con punto secco sul 4-4. Dopo la partita, Kramer entra in campo e guida i tifosi che cantano Happy Birthday al campione che trionfa anche in doppio con Arthur Ashe. Smith riceve un assegno da 15 mila dollari, ma deve tornare presto in patria perché ha ricevuto la draft card, la cartolina che gli impone di presentarsi per il servizio militare.

Nitto Atp Finals story: da Tokyo a Torino, una parata di stelle

Nitto Atp Finals story: da Tokyo a Torino, una parata di stelle

Nelle prime edizioni, quelle che oggi conosciamo come Nitto ATP Finals restano un evento itinerante, che si gioca ogni anno in una città diversa. Il primo dominatore è il rumeno Ilie Nastase, ancora oggi il giocatore con la miglior percentuale di successi alle Nitto ATP Finals. Ha vinto quattro titoli su cinque finali dal 1971 al 1975. L'ha fermato solo Guillermo Vilas, allora debuttante, nel 1974 a Melbourne nella prima e finora unica edizione sull'erba. L'ultimo trionfo resta memorabile, per tanti motivi. È il 1975, si gioca alla Tennis Hallen Stoccolma. È la prima edizione con un italiano al via. C'è Adriano Panatta, nel girone con Nastase, Arthur Ashe, primo nero campione a Wimbledon in singolare maschile, e lo spagnolo Manolo Orantes. Panatta perde all'esordio 6-4 7-6 contro lo spagnolo Manuel Orantes dopo essere stato sopra 4-1 nel tiebreak.

Ma quel 30 novembre tutti parlano della doppia squalifica di Arthur Ashe e Ilie Nastase, nello stesso girone dell'azzurro. Il rumeno, che fuori dal campo è un grande amico del primo campione nero nel singolare maschile di Wimbledon, continua a provocarlo per tutta la partita. Finché sul 4-1 15-40 nel terzo set per quattro volte finge solo di servire, e ogni volta grida: "Are you ready, mister Ashe?", "Sei pronto adesso, mister Ashe?". Mister Ashe, stanco di quel teatrino, rimette le racchette nel borsone e se ne va. L'arbitro, il tedesco occidentale Horst Klosterkemper, squalifica Nastase perché ha perso troppo tempo. Almeno per 24 ore, perdono tutti e due.

Il giorno dopo, però, dopo una riunione di quattro ore con gli organizzatori e il presidente della federazione internazionale, Ashe ottiene la vittoria. Nastase batte poi Panatta 7-6 6-3 e si assicura un posto in semifinale. Riscatta la sconfitta in semifinale al Roland Garros contro Orantes e si invola fino alla finale dove domina Borg in un'oretta e rovina i piani della televisione svedese che ha programmato una lunga diretta.

Borg vincerà due volte di fila le Nitto ATP Finals, nel 1979 e 1980. Il torneo ha trovato la prima casa stabile, dove resterà fino al 1989. Si gioca a New York, al Madison Square Garden, l'arena più famosa del mondo.

I vincitori delle Atp Finals fino al 1999

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Gli anni al Madison Square Garden

Chi non è di New York potrebbe non sapere che il Madison Square Garden si trova appena sopra Penn Station, la stazione principale del trasporto pubblico della città. Per i giocatori, essere negli otto a New York è un obiettivo importante quanto vincere uno Slam. E' al Madison Square Garden che ha cominciato a brillare la stella di John McEnroe, campione nell'edizione 1978, la seconda con un italiano in tabellone, Corrado Barazzutti, che si gode un concerto di Neil Young ma, come Panatta torna a casa senza vittorie. 

McEnroe ha vinto complessivamente tre volte in singolare e sette di fila in doppio con lo storico partner Peter Fleming a New York, nell'impianto davanti al quale passava tutti i giorni da ragazzo per andare alla Trinity High School e da lì tornare a casa a Douglaston, nel Queens.

McEnroe ha giocato alcune delle sue partite più memorabili al Madison Square Garden contro Bjorn Borg, che l'ha battuto due volte in finale al tiebreak del set decisivo. In una totale inversione dei ruoli, fu Borg a perdere il controllo e non McEnroe al Masters del 1980. 

Johan Kriek, due volte vincitore dell'Australian Open, ricorda ancora la sfida contro McEnroe all'MSG nel gennaio 1984. "E' impazzito, a un certo punto ha agitato la racchetta e ha tagliato il campo. La racchetta gli è scappata di mano e ha iniziato a roteare in aria in mezzo ai tifosi per una ventina di metri" ha ricordato. Nel suo libro "Non puoi essere serio", McEnroe ricorda la semifinale contro Guillermo Vilas nella semifinale del Masters 1982, giocato a gennaio del 1983. "Ero al cambio campo e qualcuno ha iniziato a toccarmi sulla spalla. Cercavo di ignorarlo, ma andava avanti: 'John, John'. Stavo per dirgli di andare a quel paese, poi mi giro ed era Ronnie!". Ronnie Wood, il chitarrista dei Rolling Stones, in prima fila insieme al frontman Keith Richards.

Dopo Borg, a New York McEnroe scopre un altro rivale. Un campione capace di giocare tutte le finali del torneo dal 1980 al 1988, e di vincerne cinque: Ivan Lendl. Cecoslovacco di nascita, poi statunitense di passaporto, Lendl ha affrontato in finale alle Finals tre volte McEnroe, tre volte Becker, Borg, Gerulaitis, Wilander: tutti i migliori dell'epoca. Ha disputato 12 edizioni con un notevole record di 39 vittorie e 10 sconfitte. Al Madison Square Garden, dal 1981 al 1989, ne ha vinte 33 su 40. Il suo peggior risultato al Masters restano le semifinali del 1989, 1990 e 1991 che perse contro Stefan Edberg (due volte) e Pete Sampras.

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"Maestro" alle Finals, il Masters come si chiamava allora, prima di diventare campione Slam, Lendl è un campione abitudinario che torna dopo ogni partita nella sua casa in Connecticut. Non gli piace il rumore di New York. Non gradisce nemmeno il cambio di formato del torneo che dal 1983 al 1985 (edizione giocata a gennaio 1986) è passato all'eliminazione diretta con un tabellone esteso prima a 12 e poi a 16 giocatori.

Dal dicembre del 1986, si torna all'antico, che poi è la formula attuale con i due gironi da quattro e poi la fase a eliminazione diretta con le semifinali e la finale. In quel 1986, comunque, Lendl vince entrambe le edizioni senza perdere un set, battendo sempre Becker. Contro Becker, Lendl perde la sua ultima finale al Madison Square Garden, nel 1988, anche per una deviazione del nastro sul match point dopo uno scambio da 37 colpi. 

E' un anno decisivo, il 1988. Allo US Open ha iniziato a prendere forma quello che oggi conosciamo come ATP Tour, che inizierà nel 1990. Becker è uno dei protagonisti più amati dal pubblico. In Germania gli hanno intitolato un gusto di gelato, un pretzel, perfino una lumaca di mare.  La Germania è il centro del mondo tennistico. Ha vinto la Coppa Davis, e la rivincerà nel 1989. Steffi Graf ha completato il Golden Slam, ha vinto tutti i major e l'oro olimpico, e potrebbe ripetere il Grande Slam l'anno successivo ma non tiene il servizio quando va a servire per il titolo nella finale del Roland Garros contro Arantxa Sánchez-Vicario. 

Perciò non stupisce che, due mesi prima della caduta del muro di Berlino, l'ATP scelga la Germania come sede della prima edizione dell'ATP Tour World Championship, nuova etichetta del torneo che chiude il primo anno dell'ATP Tour come lo conosciamo oggi. L'assegno sarà di 2 milioni di dollari. Fino a quel momento nel tennis non se ne erano mai visti di così ricchi per un singolo torneo.

Il nostro viaggio, nella prossima puntata, riprenderà proprio con l'edizione 1990. Appuntamento alla FestHalle di Francoforte.

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