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Opelka è la grande sorpresa di questa edizione degli Internazionali BNL d’Italia. 23 anni, due metri e 11, due sole partite vinte in carriera sulla terra rossa prima di Roma. Ama l’arte, visita gallerie in tutto il mondo. E non si nasconde: ce l’ha con le bolle, alle quali è contrario, e con la stampa USA
15 maggio 2021
Due partite vinte in carriera sulla terra rossa. E poi? E poi Roma. Reilly Opelka, comunque vada a finire, è la grande sorpresa degli Internazionali BNL d’Italia 2021. Non se ne avrà male Lorenzo Sonego, ma l’impresa di uno dei nuovi galacticos azzurri era - se non dovuta - almeno attesa da molti. La presenza di Opelka in semifinale invece proprio no. Forse neanche lui se la sarebbe aspettata, né alla vigilia né mai prima d'ora.
Ma come fa uno che sulla terra rossa non ha mai combinato nulla a diventare protagonista all’improvviso? “In realtà su questa superficie non ho giocato molto in vita mia, quindi è un po’ difficile per me adattarmi. E anche i numeri ne risentono, chiaro che ho vinto pochissime partite, non ci ho praticamente mai giocato. In pratica ho disputato qualche match nel 2019, ma poi mi sono infortunato. Non ho fatto nemmeno mezza stagione, quindi è difficile valutare obiettivamente il mio record di vinte-perse sulla terra”.
Dopo quell’infortunio, il Covid: per il mondo e per Opelka in persona, che l’ha vissuto sulla propria pelle (contratto dopo il torneo di Miami). Ma che non per questo ha cambiato la sua visione - negativa - sulla bolla e sulle misure prese nel circuito per arginare la pandemia.
“Siamo l’unico sport che adotta la bolla, capisco che bisogna essere prudenti e attenti, ma ci sono molte cose da poter fare per essere previdenti e non rischiare nulla. Ero favorevole anche alla bolla, se fatta seriamente, come nelle prime settimane. Ma poi tutto è diventato diverso col passare del tempo. Che senso ha non poter uscire dall’hotel, non poter vivere, e poi in ascensore incontrare quattro turisti appena scesi dall’aereo? Secondo me buon senso e logica dovrebbero prevalere in tutte le situazioni”.
Insomma, le sue opinioni - le ha! - non le tiene per sé. Così come le sue passioni, non convenzionali tra gli sportivi di tutto il mondo almeno quanto la sua altezza (211 cm). Sul cappellino che indossa ha una patch con scritto sopra ‘Art Gallery’. “Sono un appassionato d’arte, credo che oltre a tutto il resto sia un gran bel modo per imparare la storia"
"Mi sono appassionato grazie al mio amico Tim, che ha una galleria. Una persona da cui imparo molto tutti e giorni e che è anche un buon conoscitore del tennis. Friedrich Kunath (artista visivo tedesco che vive a Los Angeles, ndr) è la ragione per cui mi sono innamorato dell’arte, ho anche una sua opera nella mia collezione privata. Ma ho scoperto molti artisti che mi piacciono, come Ben Sledsens (altro artista visivo, belga, ndr) e molti altri. Sono tra i miei artisti preferiti. Fortunatamente riesco a girare parecchie gallerie d’arte in tutto il mondo, mi diverte”.
Parigi è un luogo cult per l’arte. Ma lo è anche per il tennis. E adesso, con questa iniezione di fiducia romana su terra rossa, nella mente di Opelka c’è anche il Roland Garros. “Sicuramente ci vado con tanta fiducia in più dopo questa settimana, ma gli Slam sono tutta un’altra cosa. E io ci devo ancora fare il callo, ho molto da imparare sotto questo punto di vista”.
Senza mettersi troppa pressione addosso, anche se in questo momento il clima che si respira intorno ai tennisti statunitensi non è dei più semplici. Soprattutto per via della stampa: “Non fanno altro che scrivere e ricordare ogni due minuti che non c’è più uno di noi tra i Top 30. Ma soltanto perché Isner si è preso un po’ di tempo per sé e per la sua famiglia, viaggiando molto meno. Non fosse per questo, lui ci sarebbe nei Top 30. Anzi, diciamo pure nei Top 20. Eppure, da come si scrive sui giornali americani - rincara la dose - pare quasi che faccia piacere che nessuno di noi è lassù, forse perché si divertono a parlarne. Molti giornalisti sono negativi, disfattisti. Io, Tommy Paul, Frances Tiafoe, Taylor Fritz… lavoriamo duro. Ci torneremo presto, nei Top 30. E state un po’ più tranquilli, dico io…”. Così parlò Reilly, l'appassionato d'arte che si espone.
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