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L'intervista a Sam Sumyk, ex coach di Muguruza e Azarenka, andata in onda su SuperTennis nel programma Università del Tennis
19 dicembre 2023
"La varietà nel tennis non è mai sparita, solo non tutti riescono a vederla". L'ha spiegato Sam Sumyk all'Università del Tennis, il format di SuperTennis basato sulle interviste ai protagonisti del Simposio Internazionale di Tennis e Padel.
Il coach francese ha una lunga esperienza maturata ai vertici del tennis femminile. Ha allenato Vera Zvonareva dal 2007 al 2009, poi ha lavorato con Vika Azarenka che, al terzo anno di collaborazione, ha vinto il suo primo Slam. Dopo quel trionfo, all'Australian Open nel 2012, è stata numero 1 del mondo per 51 delle 55 settimane successive e si è confermata campionessa a Melbourne nel 2013. La collaborazione tra Sumyk e Azarenka si è conclusa due anni dopo. Poi, per qualche mese, da febbraio ad agosto 2015 ha allenato Eugenie Bouchard. Successivamente, sotto la sua guida, la spagnola Garbiñe Muguruza ha vinto i suoi primi due major, il Roland Garros 2016 e Wimbledon 2017 (anche se Sumyk non era presente per la gravidanza della moglie, l'ex tennista Meilen Tu). Il coach francese ha guidato Muguruza fino a Wimbledon 2019 per poi lavorare con Anastasia Pavlyuchenkova e Donna Vekic.
"Se ambisci ad avere un gioco sostenibile hai bisogno di evolverti costantemente e di varietà - ha detto Sumyk all'Università del Tennis -. Se hai un tennis monodimensionale non resterai al top a lungo. la varietà non ci ha mai abbandonati, solo che molti non riescono a vederla. Penso che più armi hai a disposizione, più forte puoi diventare. Sarebbe meglio avere tre, quattro tipi di diritto, di rovescio, di servizio per non diventare prevedibili".
Da questo punto di vista, secondo Sumyk, ai giocatori e alle giocatrici serve una prospettiva di lungo periodo. "Oggi magari vinci con un determinato tipo di gioco, ma serve visione per restare al top negli anni a venire - ha detto -. Molte volte chi non fa bene da giovane si rivela un giocatore migliore anni dopo. Vincere a 12 anni è bello, la vittoria è tutto quello che desideriamo, ma potrebbe non essere la cosa migliore a 20. Perciò siate intelligenti".
Prospettiva, visione e varietà sono concetti utili anche nell'indirizzare il rapporto fra allenatore e giocatore. Lo è stato, certamente, nel caso di Sumyk. "Il tennis femminile è cambiato molto negli ultimi trent'anni. Una delle ragioni ovviamente è legata alll'attrezzatura. Poi le giocatrici sono sempre più preparate dal punto di vista atletico e questo ha cambiato il gioco - ha detto -. Ora si può giocare più a lungo, anche se non so se sia un bene. Puoi sentire di avere margini di miglioramento anche a 33, 35 anni, mentre anni fa tutti credevano che a 30 le carriere finivano. E' un aspetto molto interessante anche per noi allenatori. Oggi ci sono metodi di allenamento nuovi, abbiamo una conoscenza più vasta, il modo di allenarsi è diverso. I coach devono essere bravi ad adattarsi ai tempi".
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