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Le storie

Verso lo US Open su SuperTennis, grandi storie: il magico 1991 di Connors

Continua il nostro avvicinamento ai al grande appuntamento dello US Open in esclusiva su Supertennis, in chiaro e gratis, per tutti. Riviviamo le grandi storie e i personaggi simbolo del torneo. Ogg torniamo indietro al 1991, agli undici intensi, indimenticabili, giorni di Jimmy Connors

di | 19 agosto 2023

Jimmy Connors allo US Open 1991 (Getty Images)

Jimmy Connors allo US Open 1991 (Getty Images)

Sportcast, la società del Gruppo FITP che gestisce il canale tv SuperTennis, ha raggiunto un accordo con la United States Tennis Association (la federtennis statunitense) per acquistare in esclusiva tutti i diritti media degli US Open.

Ci avviciniamo al grande appuntamento rivivendo grandi storie e personaggi che hanno segnato momenti indimenticabili nel torneo.

"Sono stati gli undici giorni migliori della mia carriera, e non ho nemmeno vinyo il torneo. In quegli undici giorni ho sentito il rumore che volevo sentire da parte del pubblico. Non erano più ventimila tifosi, erano ventimila pazzi tifosi che volevo spingere qualcuno come mai avevano fatto prima". Li racconta così, Jimmy Connors, gli undici giorni del suo incredibile, shakespeariano US Open 1991.

Un anno prima, aveva lasciato Flushing Meadows senza nemmeno giocare. A 37 anni, sul viale del tramonto, doveva operarsi al polso (porterà il gesso per quattro mesi. Ma ha ancora una promessa: lo spiega Joel Drucker che ha scritto un libro, insieme auto-biografia e storia del campione, "Jimmy Connors mi ha salvato la vita. "Se mai dovessi tornare qui - ha detto Connors nel 1990 - allora sarà rock and roll".

Nel 1991 Connors torna. Ha raggiunto il terzo turno al Roland Garros e Wimbledon nei due Slam precedenti, ma è numero 174 del mondo: entra in tabellone solo grazie a una wild card. 

Al primo turno affronta Patrick McEnroe, fratello di John, uno dei suoi rivali per eccellenza. "Fra noi due non era solo tennis" ha detto Connors, che l'ha sfidato 34 volte fra il 1977 e il 1991. I tifosi sul Louis Armstrong Stadium vogliono assistere alla storia. E insieme vogliono che non finisca. 

Per i primi due set, la partita segue un copione prevedibile. McEnroe, che ha 12 anni meno di Jimbo, vince il primo set 6-4 e il secondo al tie-break. Nel terzo sale 3-0. Connors va a servire e scivola sotto 0-40. "In quel momento mi sono detto: ce l'ho in pugno, la partita è finita. Da quel momento, in effetti, la partita è finita. Ma per me" ha ammesso McEnroe.

Certo, non sarebbe stato facile credere in Connors quando era sotto di due set e 0-3 0-40 nel terzo. Nemmeno il suo amico Ilie Nastase, ex numero 1 del mondo che quel giorno è allo stadio, crede in Jimbo. Tanto è vero che lascia le tribune prima della fine della partita. Lo rivela il giornalista Steve Tignor in un articolo su Tennis.com del 2015. Intorno all'una di notte, racconta, Nastase rientra a casa. "Che peccato per Jimmy" dice a sua moglie. "Peccato per cosa? - gli dice -. Guarda la tv, sta servendo per il match". 

Dallo 0-3 0-40 nel terzo set, ha scritto Connors nella sua autobiografia The Outsider, "ho sentito che non ero pronto a dire addio. Non avrei mai permesso a Patrick McEnroe di battermi nel mio giardino". Il pubblico ha fatto il resto. All'una e 35 della notte, Connors completa la rimonta 46 67(4) 64 62 64 ed esulta con l'indice alzato verso ognuno dei quattro angoli dello stadio. "Non avevo mai sperimentato niente di simile, e non credo che lo sperimenterò mai più" ha detto lo statunitense. E' solo l'inizio di un viaggio fuori dal comune.

US Open 1991, l'ottavo Connors-Krickstein

Nei successivi due turni, Connors supera 62 63 62 l'olandese Michiel Schapers e 61 64 63 Karel Novacek, campione quell'anno ad Amburgo che all'epoca faceva parte degli  ATP Championships Series Single Week, poi chiamati Masters Series e oggi Masters 1000. Intanto il tabellone si è aperto. Al primo turno Aaron Krickstein ha sorpreso Andre Agassi, testa di serie numero 8. Al secondo turno è uscita la 7, il francese Guy Forget, al terzo il numero 1 del mondo Boris Becker, sconfitto dall'olandese Paul Haarhuis.

L'ottavo di finale rimane la partita simbolo di quegli undici giorni. Connors scende in campo contro Krickstein. Sono amici, si allenano insieme, giocano insieme a gin, una variante del ramino per due giocatori diventata piuttosto famosa negli USA negli anni Quaranta. "Sono stato criticato perché non ero amichevole con i miei avversari - ha raccontato Connors nel documentario ESPN 'This is What They Want' -. Nastase era un buon amico, all'inizio mi ha preso sotto la sua ala, e proprio perché eravamo cos' amici mi ha battuto dieci volte di fila. Non ho mai voluto che una cosa del genere si ripetesse. Anche i miei migliori amici sapevano che una volta in campo, l'amicizia non esisteva più".

La partita contro Krickstein, ha scritto Bruce Jenkins su Sports Illustrated, "appare oggi come una curiosità, un caleidoscopio del caos, un circo Barnum che non si potrebbe replicare - e per molti versi è un peccato". Se è andata così, è anche perché il giudice di sedia David Littlefield consente a Connors di andare molto oltre i limiti con insulti e proteste, senza assegnare penalità. Commenta ancora Jenkins: "Per gli standard attuali, sarebbe imperdonabile. Allora, è stato decisivo". Efficace la sintesi di Joel Drucker: "Molto spesso Connors era andato oltre la legge. A New York quell'anno Connors era la legge".

Connors perde il primo set, vince il secondo 10-8 al tie-break, cede di schianto 61 il terzo, chiude il quarto 63 e va sotto 2-5 al quint. Ma non è ancora pronto a dire addio. "Il pubblico voleva ancora emozioni - ha detto -, e io ero pronto a dargliele". Jimbo vince 3-6, 7-6 (8), 1-6, 6-3, 7-6 (4). E' il suo compleanno, e ventimila entusiasti spettatori dopo la partita gli intonano “Happy Birthday.”

Quel match resta il più clamoroso bivio di Krickstein: il dubbio su quel che sarebbe successo è impossibile da cancellare. "E' difficile essere famosi per una partita persa così - ha detto a ESPN -. Non ho giocato bene. Avevo la possibilità di affrontare ai quarti Haarhuis, con cui in carriera non avevo mai perso. Potevo arrivare in semifinale, poi tutto sarebbe stato possibile. E' stata un'occasione persa, ma sono venuto a patti con l'essere stato parte di quella storia".

La fine del viaggio

Connors non ha ancora finito di stupire. Di fronte, ai quarti, c'è quel Paul Haarhuis che ha eliminato Becker e nel 1989 sorprese John McEnroe al secondo turno. E' un olandese dal tennis offensivo che conosce bene gli USA e il gioco sul duro, ha studiato all'università della Florida. Haarhuis vince il primo set 6-4 e va a servire per il secondo sul 5-4.

Anche sul 30-40 non rinuncia a scendere a rete. Connors alza un primo pallonetto, Haarhus gioca uno smash non conclusivo. La scena si ripete una seconda, poi una terza, poi una quarta volta. Dopo il quarto smash, Connors cambia strategia e traccia un passante di diritto incrociato. L'olandese si oppone con una volée bassa in allungo che è un invito per il passante vincente di rovescio di Jimbo. E' uno dei punti più elettrizzanti dello US Open.

"In quel punto c'è tutta la partita. La pallina mi sembrava grande come un pallone da basket" ha detto Connors. Jimbo diventa il più anziano semifinalista allo US Open dai tempi di Ken Rosewall che nel 1974 a 39 anni arrivò in finale e perse proprio da Connors 61 60 61. E' una delle tre finali Slam di singolare maschile che condividono il primato per il punteggio più schiacciante di sempre.

Tra Connors e una clamorosa finale c'è Jim Courier, che ha eliminato il campione in carica Pete Sampras. Courier sta cercando di affermarsi, è affamato come il giovane Connors. "Andare dagli spogliatoi al Louis Armstrong è il momento più memorabile della mia carriera" ha detto Courier, che ha vinto quattro major ed è stato numero 1 del mondo. "E' stata un'emozione intensissima, come essere gettato al Colosseo in mezzo ai leoni". Ma il giovane Courier ha le spalle larghe e nessun timore. Vince 63 63 62. "Ricordo la stretta di mano - ha detto -. Ero in soggezione verso di lui, come chiunque altro, per quello che aveva fatto, e forse di più perché sapevo quanto era stato duro. Soprattutto perché lo aveva fatto a quell'età, era una cosa da togliere il fiato. Perciò da un lato avevo bisogno di fare il mio lavoro, e l'ho fatto. Ma dall'altro non volevo uccidere il sogno. Non volevo essere quello che uccide Bambi".

Lo US Open su SuperTennis

L'accordo tra Sportcast e la USTA, raggiunto con la collaborazione di IMG, avrà durata pluriennale a partire dal 2023, e consentirà agli appassionati italiani di tornare ad assistere gratuitamente alla prova americana del Grand Slam® dopo 34 anni di visione limitata alle pay tv. SuperTennis trasmetterà i match più importanti sia in diretta che in differita nell’arco delle 24 ore, mentre, in aggiunta, la piattaforma digitale SuperTenniX darà ai tesserati FITP e ai propri abbonati la possibilità di vedere tutte le partite del torneo in streaming.

Per i possessori di Smart TV l'offerta si arricchisce grazie all'HbbTV, acronimo di Hybrid Broadcast Broadband TV. Premendo il tasto verde del telecomando, si aprirà una schermata mosaico (in gergo landing page) nella quale lo spettatore – con l’ausilio delle frecce presenti sul telecomando – potrà spostarsi per selezionare altri tre campi oltre a quello in quel momento trasmesso in diretta sul canale.

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