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Avviciniamoci al grande appuntamento dello US Open in esclusiva su Supertennis, in chiaro e gratis, per tutti, con una serie di grandi storie e personaggi nella storia del torneo. Iniziamo con il trasferimento a Flushing Meadows
di Alessandro Mastroluca | 08 agosto 2023
Jimmy Connors ha sorpreso tutti. Una settimana prima dello US Open 1978 è già arrivato nell'impianto che ospiterà il torneo per allenarsi. Ma c'è un problema. I campi non sono ancora finiti e gli operai si fermano per osservarlo. Stanno lavorando da mesi, giorno e notte, per completare in tempo la nuova casa del torneo.
Infatti nella lunga storia iniziata nel 1881, lo Slam statunitense non è rimasto sempre nella stessa sede. Dalla prima edizione fino al 1914 si è giocato sull'erba a Newport, nell'attuale sede della Hall of Fame del tennis mondiale. Dal 1915 al 1920, e poi di nuovo dal 1924 al 1977, al West Side Tennis Club di Forest Hills, New York. C'è anche una parentesi dal 1921 al 1923 al Germantown Cricket Club di Philadelphia.
Nemmeno la superficie è rimasta la stessa. Fino al 1974 si giocava sull'erba, dal 1975 al 1977 sull'har-tru, la caratteristica terra verde statunitense. Il trasferimento a Flushing Meadows coincide con il passaggio al cemento.
Il cambio di sede è la grande scommessa dell'allora presidente della Federtennis USA, Slew Hester, che ha voluto un nuovo monumentale impianto a Flushing Meadows. Lì c'era già uno stadio, il Singer Bowl: qui nel 1964 avevano suonato i Doors con gli Who come gruppo spalla. "Se andrà bene, lo chiameremo USTA National Tennis Centre, se andrà male sarà lo Slew Hester Memorial". Andò bene.
Flushing Meadows, scriveva allora il britannico David Gray, "presenta un campo centrale da 19 mila posti e un secondario da 7 mila [il Grandstand] su un terreno di 16 acri concesso dalla città per 15 anni. Ci sono anche altri 25 campi all'aperto e un complesso con nove campi indoor. In base al contratto con la città di New York, la USTA può usare lo stadio per 60 giorni all'anno per i propri eventi, negli alti giorni saranno un impianto pubblico".
Per questo, ha scritto Barry Lorge per l'iconico libro "The Bud Collins History of Tennis", enciclopedica opera sulla storia del tennis mondiale, Flushing Meadows è l'immagine della democratizzazione del tennis. "Niente simboleggia meglio quel che è successo negli anni Settanta in uno sport come il tennis, un tempo elitista e giocato da uomini e donne vestite di flanella bianca del trasferimento dello US Open, il principale torneo americano, in un parco pubblico".
All'epoca il Louis Armstrong Stadium era il campo centrale di Flushing Meadows. Lì Bjorn Borg ha giocato la prima partita dell'edizione 1978, la prima nel nuovo stadio, battendo 6-0 6-2 Bob Hewitt.
L'ultima, la più importante, l'ha vinta Connors. Ha demolito l'ormai anziano campione australiano Ken Rosewall, ormai 39enne. Rosewall aveva vinto a New York nel 1956, quando Connors aveva quattro anni. Jimbo ha trionfato 61 60 61. E' ad oggi la finale maschile con il punteggio più severo nella storia del torneo. Grazie a quel successo Connors è diventato il primo, e sarebbe rimasto l'unico, capace di trionfare allo US Open in tutte le tre superfici su cui si è giocato: erba, terra verde e cemento.
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