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Continua il nostro avvicinamento ai al grande appuntamento dello US Open in esclusiva su Supertennis, in chiaro e gratis, per tutti. Riviviamo le grandi storie e i personaggi simbolo del torneo. Oggi ricordiamo il primo titolo di Rafa Nadal, che ha completato a New York nel 2010 il Career Grand Slam
di Alessandro Mastroluca | 16 agosto 2023
Sportcast, la società del Gruppo FITP che gestisce il canale tv SuperTennis, ha raggiunto un accordo con la United States Tennis Association (la federtennis statunitense) per acquistare in esclusiva tutti i diritti media degli US Open.
Ci avviciniamo al grande appuntamento rivivendo grandi storie e personaggi che hanno segnato momenti indimenticabili nel torneo.
"Tanti giocatori dicevano che Nadal non potesse vincere lo US Open, perché giocava con tanto top-spin o per il suo tennis troppo fisico. Da adesso, avranno meno da ridire". Toni Nadal, lo zio e per quasi tutta la sua carriera anche suo principale allenatore, mostra comprensibile orgoglio e senso di rivincita dopo la finale dello US Open 2010. La finale che ha reso il più giovane giocatore a completare il Career Grand Slam, ovvero ad aver vincere almeno una volta ognuno dei quattro major in calendario: Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open.
Fino a quel 2010, però, Nadal a New York non era mai arrivato nemmeno in finale. A quell'edizione del torneo arriva da numero 1 del mondo. Ha dominato la stagione sulla terra. Ha vinto il suo sesto titolo a Monte-Carlo, il primo in assoluto nel circuito ATP dopo undici mesi, perdendo appena 14 game in cinque partite. Ha trionfato a Roma e Madrid, arrivando a 18 titoli nei Masters 1000 (allora un record), poi è diventato il secondo dopo Borg con almeno cinque Roland Garros all'attivo. E' il primo a vincere tutti i quattro grandi tornei sulla terra rossa in una stessa stagione. Il 7 giugno è tornato al posto di numero 1 del mondo, dove sarebbe rimasto fino a fine stagione. Tra Parigi e New York ha vinto il secondo titolo a Wimbledon, secondo spagnolo a riuscirci in singolare maschile, raggiunto la semifinale a Toronto e i quarti a Cincinnati.
I progressi al servizio spiccano già dal primo turno dello US Open, un match non banale vinto 76(4) 76(4) 63 contro il russo Teymuraz Gabashvili, numero 93 del mondo. "Sul servizio ho lavorato tutta la vita, non solo quest'estate" dice. Anche al secondo turno deve sudare, resta in campo due ore e 44 minuti contro il 23enne uzbeko Denis Istomin, che cede 62 76(5) 75. Supera poi il francese Gilles Simon 64 64 62 e l'amico Feliciano Lopez 63 64 64. Si guadagna così un posto da protagonista nel primo quarto di finale tutto spagnolo in singolare maschile nella storia dello US Open contro Fernando Verdasco.
C'è vento, e nel primo set Nadal perde il servizio per la prima volta nel torneo. La paura però dura poco. Chi è cresciuto su un'isola e va in barca nel tempo libero lo sa come si governa il vento. Nadal vince 75 63 64 e torna per la terza volta consecutiva in semifinale allo US Open.
Affronta il russo Mikhail Youzhny, che l'aveva battuto a New York nel 2006 quando avrebbe raggiunto la sua prima finale Slam in carriera. L'unica, fino a quella partita. Stavolta non c'è storia: 62 63 64 Nadal. "E' un sogno, giocherò la prima finale qui nello stadio più grande del mondo - ha detto dopo la partita -. Qui mi sento come a casa, è incredibile". Il maiorchino si prepara così alla quindicesima finale Slam in carriera: ha vinto 11 delle precedenti 14. E' il primo spagnolo in finale allo US Open dal 2003, dopo Juan carlos Ferrero battuto allora da Andy Roddick.
Contro Djokovic, Nadal fa un altro passo in avanti nella sua corsa verso l'effimero, ma affascinante, titolo di candidato all'etichetta di miglior giocatore della storia. Gioca un tennis che per lunghi tratti sarebbe difficile non definire perfetto, arriva anche a completare 40 punti di fila senza mai commettere un errore gratuito. In una finale rinviata al lunedì a causa della pioggia, e di nuovo interrotta per il maltempo sul 4-4 nel secondo set, gioca quella che definisce la sua miglior partita allo US Open quando conta di più. Vince 64 57 64 62. E' il secondo giocatore a vincere almeno due volte tre Slam su tre superfici diverse dopo Mats Wilander e il terzo campione spagnolo allo US Open dopo Manolo Santana (‘65) e Manuel Orantes (‘75).
L'esultanza di Rafa Nadal per la vittoria allo US Open 2010 (Getty Images)
Diventa il settimo giocatore a trionfare almeno una volta in tutti i major, impresa riuscita prima di lui solo a Don Budge, Roy Emerson, Fred Perry, Rod Laver, Andre Agassi e Roger Federer.
Negli anni successivi, Rafa darà pienamente ragione alle parole dello zio Toni dopo quel primo trionfo. Nessuno dirà più che col suo tennis non avrebbe potuto far bene a New York. Alza di nuovo il trofeo nel 2013, 2017 e 2019. Arriva a quattro titoli a Flushing Meadows come John McEnroe, solo uno in meno di Jimmy Connors, Federer e Pete Sampras, i più titolati nell'era Open.
L'accordo tra Sportcast e la USTA, raggiunto con la collaborazione di IMG, avrà durata pluriennale a partire dal 2023, e consentirà agli appassionati italiani di tornare ad assistere gratuitamente alla prova americana del Grand Slam® dopo 34 anni di visione limitata alle pay tv. SuperTennis trasmetterà i match più importanti sia in diretta che in differita nell’arco delle 24 ore, mentre, in aggiunta, la piattaforma digitale SuperTenniX darà ai tesserati FITP e ai propri abbonati la possibilità di vedere tutte le partite del torneo in streaming.
Per i possessori di Smart TV l'offerta si arricchisce grazie all'HbbTV, acronimo di Hybrid Broadcast Broadband TV. Premendo il tasto verde del telecomando, si aprirà una schermata mosaico (in gergo landing page) nella quale lo spettatore – con l’ausilio delle frecce presenti sul telecomando – potrà spostarsi per selezionare altri tre campi oltre a quello in quel momento trasmesso in diretta sul canale.
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