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Continua il nostro avvicinamento ai al grande appuntamento dello US Open in esclusiva su Supertennis, in chiaro e gratis, per tutti. Riviviamo le grandi storie e i personaggi simbolo del torneo. Oggi ricordiamo il secondo turno Nastase-McEnroe 1979 segnato dalla sostituzione dell'arbitro Frank Hammond
di Alessandro Mastroluca | 14 agosto 2023
Sportcast, la società del Gruppo FITP che gestisce il canale tv SuperTennis, ha raggiunto un accordo con la United States Tennis Association (la federtennis statunitense) per acquistare in esclusiva tutti i diritti media degli US Open.
Ci avviciniamo al grande appuntamento rivivendo grandi storie e personaggi che hanno segnato momenti indimenticabili nel torneo.
Lo aspettano in tanti, quel secondo turno dello US Open. Ma nessuno può immaginare quel che sarebbe successo la sera del 30 agosto 1979, durante una delle prime sessioni serali a Flushing Meadows. Le premesse per lo spettacolo ci sono tutte. Da una parte c'è John McEnroe, ventenne, numero 3 del mondo, semifinalista l'anno prima allo US Open. Ha iniziato la stagione vincendo il Masters, come allora si chiamavano quelle che oggi conosciamo come Nitto ATP Finals. Dall'altra il 33enne Ilie Nastase, che il meglio l'ha dato fra il 1972 e il 1976. E' stato il primo numero 1 del mondo nell'era del ranking computerizzato, nel 1973, ha vinto il suo primo Slam proprio a New Tork, a Forest Hills nel 1972. Ha trionfato quattro volte al Masters, ma l'ultimo exploit Slam risale alla semifinale dello US Open 1976. McEnroe si sta guadagnando il soprannome di Super Brat, "Super Capriccioso". Nastase è rimasto per tutti "Nasty", "sporco": è il primo 'bad boy' del tennis, gioca un tennis sublime e lo accompagna con ogni trucco conosciuto per far innervosire arbitri e avversari.
"Ilie stava invecchiando, era quasi alla fine della carriera - ha ricordato McEnroe tempo dopo -. Ha capito presto che le cose non stavano andando bene per lui e allora ha pensato di dover arrivare al limite. Di mio, non ricordo di aver fatto nulla in quella partita. E' stata una delle occasioni in cui mi sono comportato meglio in campo". McEnroe, artista nel creare il caos per ritrovare ordine e far perdere la calma agli avversari, ne esce come il buono della situazioni: non gli succederà tanto spesso.
"Nasty" discute sistematicamente le chiamate dei giudici di linea. Arriva perfino a chiedere al giudice di sedia Frank Hammond di chiamare la torre di controllo del vicino aeroporto La Guardia perché la smettano di far decollare gli aerei che con elevata frequenza sorvolano Flushing Meadows e aumentano il rumore in campo. McEnroe si spazientise in quel circo e dà a Nastase del "figlio di p...". Nastase si rivolge allora a Hammond: "Digli di chiamarmi Signor Figlio di P...". E' successo già molto, non abbiamo ancora visto niente.
Il caos matura a mezzanotte, una mezzanotte non buia ma di certo tempestosa. McEnroe serve avanti 2-1 15-0 nel quarto set. Nastase, senza nessun apparente motivo, sradica il cappellino del giudice del net, l'arbitro che allora teneva una mano sul nastro e sentiva se la palla sfiorava la rete dopo il servizio, prima che venissero introdotti macchine e sensori. Poi si dirige verso il fondo del campo e lì rimane, fermo. "Ero stanco - confesserà nel 2019 al New York Times -. Avevo 33 anni, lui 20. Dovevo mettere in campo tutti i trucchi".
Ne ha abbastanza anche Frank Hammond, il giudice di sedia di quella partita. Primo arbitro professionista nella storia del tennis, laureato in Business Administration alla Columbia University, ama il bridge e la musica dixieland. Ha una corporatura massiccia e un'autorevolezza fino a quel momento mai messo in discussione. I giocatori lo rispettano, gli organizzatori l'hanno scelto apposta per quella partita. Hammond conosce un solo modo per governare una partita: seguire le regole, con piglio severo e sicuro.
Hammond segue le regole. Ha già ammonito Nastase nel terzo set e alla seconda violazione gli ha assegnato un punto di penalità. Questa è la terza, e il regolamento prevede un game di penalità. Hammond annuncia al microfono: "Game McEnroe". Sullo schermo all'interno dello stadio il punteggio passa da 2-1 15-0 a 3-1. Il pubblico che vuole lo show, tutto lo show, protesta. Gli oltre 10 mila spettatori sul Louis Armstrong Stadium, allora il campo centrale a Flushing Meadows, gridano "Due a uno! Due a uno!". Gli insulti a Hammond si fanno sempre più pesanti.
Nel 1979 Ilie Nastase, a sinistra, e John McEnroe, sullo sfondo, furono protagonisti di un match folle
Hammond prova invano a calmarli. Non hanno più successo Mike Blanchard, il referee del torneo, e Bill Talbert, direttore dello US Open. Blanchard avvisa anche il pubblico che potrebbero sospendere la partita e farla riprendere il giorno dopo. La situazione, se possibile, peggiora.
In mezzo al caos, Hammond impone a Nastase di andare a servire. Gli dà trenta secondi di tempo. Nastase rifiuta, Hammond allora lo squalifica: "Game, set and match McEnroe”. La gente non ci sta e lancia in campo lattine di birra, bicchieri, di tutto.
Talbert capisce che con Hammond sulla sedia dell'arbitro la partita non può continuare. Allora prende una decisione clamorosa: sostituisce il giudice di sedia. Dopo venti minuti di delirio e crescente paura, Hammond scende e al suo posto si siede il referee Blanchard che cancella la squalifica di Nastase. La partita ricomincia, e dal 2-1 McEnroe. Dal punto di vista sportivo, l'esito del match è segnato. McEnroe vincerà 64 46 63 62, e finirà per conquistare il titolo in finale su Vitas Gerulaitis.
Quello che il pubblico presente quel giorno non sa, è quello che succede dopo la partita. "Nastase aveva trasformato la partita in un circo, volevo tirargli un punto in faccia" racconterà McEnroe. Poi però lo vede arrivare con una donna sotto il braccio destro e una sotto il braccio sinistro, come se niente fosse successo. "Hey McAroni - gli dice -, dove andiamo a cena stasera?". "Un attimo prima volevo strozzarlo - ammetterà McEnroe -, e siamo finito a tirare l'alba insieme al Patrick’s Pub a Little Neck". Una cosa è certa, scene così non succederanno più.
L’accordo tra Sportcast e la USTA, raggiunto con la collaborazione di IMG, avrà durata pluriennale a partire dal 2023, e consentirà agli appassionati italiani di tornare ad assistere gratuitamente alla prova americana del Grand Slam® dopo 34 anni di visione limitata alle pay tv. SuperTennis trasmetterà i match più importanti sia in diretta che in differita nell’arco delle 24 ore, mentre, in aggiunta, la piattaforma digitale SuperTenniX darà ai tesserati FITP e ai propri abbonati la possibilità di vedere tutte le partite del torneo in streaming.
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