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Continua il nostro avvicinamento ai al grande appuntamento dello US Open in esclusiva su Supertennis, in chiaro e gratis, per tutti. Riviviamo le grandi storie e i personaggi simbolo del torneo. Oggi riviviamo i sei titoli di Serena Williams che ha eguagliato il record di trionfi di Chris Evert
di Alessandro Mastroluca | 18 agosto 2023
Sportcast, la società del Gruppo FITP che gestisce il canale tv SuperTennis, ha raggiunto un accordo con la United States Tennis Association (la federtennis statunitense) per acquistare in esclusiva tutti i diritti media degli US Open.
Ci avviciniamo al grande appuntamento rivivendo grandi storie e personaggi che hanno segnato momenti indimenticabili nel torneo.
"Le mie due figlie, Serena e Venis, si incontreranno in finale. Sono troppo veloci per le altre. Sono un po' troppo forti per loro". Richard Williams non ha dubbi, nei primi giorni dello US Open 1999. "Parla troppo" dice Martina Hingis, allora numero 1 del mondo. Richard sbaglia di poco. Vincerà Serena, in finale su Martina Hingis. Sarà il primo dei suoi sei US Open. A conti fatti, Serena aNew York ha vinto un quarto dei suoi 23 Slam in singolare. E' la campionessa più titolata nella storia del torneo, nell'era Open, insieme a Chris Evert. Questa è la storia dei loro record.
Serena in quel 1999 inizia con due vittorie di routine sulla statunitense Kimberly Po e la croata Jelena Kostanic. Al terzo turno supera in tre set una sedicenne di cui avremmo molto sentito parlare, la belga Kim Clijsters. Serena deve ancora compiere 18 anni, e conquista il pubblico con la potenza del suo tennis, la chiarezza di un gioco che sembra venire dal futuro. Negli ottavi, è palese lo scontro generazionale con la spagnola Conchita Martinez che ha vinto quattro anni di fila gli Internazionali d'Italia e ha trionfato a Wimbledon nel 1994. Nel primo set è la spagnola a comandare, con i suoi colpi profondi e carichi di top-spin. Dal secondo, Serena ribalta la scena, rimonta, e chiude la partita con il dodicesimo ace del match.
La marcia continua nei quarti contro Monica Seles, il suo idolo quando aveva iniziato a giocare: ha vinto nove Slam, ma dopo essere stata accoltellata nell'aprile 1993 non è più tornata quella di prima. A fine match, papà Richard alza l'indice della mano come a dire: "Numero 1". Ha l'atteggiamento della numero 1 quando doma la campionessa in carica Lindsay Davenport in semifinale e raggiunge la sua prima finale Slam in carriera. In conferenza stampa rivela ai giornalisti che sta raccogliendo le foto di lei pubblicate sui grandi quotidiani nazionali.
In finale non c'è il derby in famiglia, perché Hingis ha battuto Venus nell'altra semifinale. E' un segnale che conferma quanto ha sempre affermato papà Richard: Serena è migliore di Venus, è più cattiva. In finale, la potenza di Serena neutralizza, cancella il tennis ricamato e ragionato di Hingis.
"Siamo come lo yin e lo yang" ha detto Hingis, che cede il primo set 6-3 e va sotto 5-3 nel secondo. Serena però manca due match point, la svizzera sembra rinascere e vince tre game di fila. Al servizio Serena cancella un set point e allunga al tie-break". Quando il gioco si fa duro, nessuna gioca come lei. "Sentivo che non potevo perdere" dirà in conferenza stampa. Non perde. Accompagnata dall'urlo di ventimila spettatori consapevoli di aver assistito alla storia, diventa la prima tennista nera a vincere uno Slam in singolare femminile dai tempi di Althea Gibson in 1958.
Subito dopo il match point, racconta, "non pensavo che la mia giornata potesse migliorare. Poi mi hanno detto che il presidente degli Stati Uniti voleva parlarmi. Wow!".
Serena torna a vincere nel 2002, stavolta sì contro la sorella Venus, come già successo quell'anno in finale al Roland Garros e a Wimbledon. La sfida per il titolo del 2002 è la prima giocata in sessione serale, trasmessa in prima serata in tv negli USA (quasi 23 milioni di spettatori la guardano). Serena vince 64 63: è il suo primo titolo Slam da numero 1 del mondo.
Non tornerà più in finale fino al 2008. Nel suo percorso spicca l'ottavo di finale contro Venus, 17mo confronto tutto in famiglia. Venus non sfrutta due set point nel tie-break del primo set, tre nel nono gioco del secondo set, un altro nel dodicesimo, altri tre nel tie-break del secondo set. Serena vince sei degli ultimi sette punti e passa in semifinale. Batte Dinara Safina e va a sfidare la serba Jankovic: in palio il titolo e il posto di numero 1 del mondo. Williams si impone 64 75, forte di 44 vincenti a 15, nonostante 39 errori contro 22. "Serena è una grande atleta, è molto più potente della gran parte delle giocatrici. Contro di lei devi essere al massimo" ammette Jankovic.
Nel 2012 domina nei primi turni Coco Vandeweghe e Maria Jose Martinez Sanchez, si vendica di Ekaterina Makarova, che l'aveva battuta negli ottavi all'Australian Open. Raggiunge i quarti dopo il suo primo 60 60 allo US Open contro la ceca Andrea Hlavackova. Supera la serba Ana Ivanovic in 58 minuti e in semifinale batte Sara Errani, semifinalista al Roland Garros quell'anno. In sei partite, ha perso 19 game. Nella sua sesta finale a New York affronta Victoria Azarenka che ha sconfitto in nove dei dieci precedenti confronti diretti. La bielorussa riesce ad allungare la finale al terzo set, e in singolare femminile allo US Open non succedeva dal 1995. Ma non ad evitare il suo quarto trionfo a New York. "Mentalmente è l'avversaria più dura di tutte" ammette Azarenka.
La bielorussa ci va ancora vicina l'anno successivo, sempre in finale, ma di nuovo non basta. Serena festeggia il quinto titolo con un assegno allora da record, 2,6 milioni di dollari. Nel 2014, dopo la finale contro l'amica Caroline Wozniacki, sarà ancora più alto: 4 milioni. In quel momento è il premio più alto mai assegnato alla vincitrice di un singolo torneo. Serena Williams è la prima a vincere tre US Open di fila dai tempi di Chris Evert, e l'unica insieme a Chris America con sei successi all'attivo a Flushing Meadows.
Chris Evert in una delle ultime partecipazioni allo US Open (Getty Images)
Si può dire che Evert sia stata l'unica che abbia dominato la scena a New York più di Serena. In 19 partecipazioni tra Forest Hills e Flushing Meadows, infatti, non ha mai perso prima dei quarti. Ha giocato nove finali, di cui sei consecutive tra il 1975 e il 1980. Complessivamente nel torneo ha vinto 101 delle 114 partite giocate.
I primi due titoli li ha ottenuti nel 1975 e 1976 contro Evonne Goolagong, australiana a cui la WTA avrebbe riconosciuto decenni dopo di essere arrivata al numero 1 del mondo dopo aver vinto i WTA Championships proprio nel 1976. Si ripete nel 1977, nell'ultimo anno al West Side Tennis Club. Trionfa anche nel 1978, nella prima edizione allo USTA National Tennis Center, in finale sulla sedicenne Pam Shriver. Solo Molla Mallory (1915-18) e Helen Jacobs (1932-35) avevano vinto a New York per quattro anni di fila. Vincerà ancora nel 1980 e nel 1982, sempre in finale sulla ceca Hana Mandlikova. Eppure al suo esordio nel torneo a 16 anni, nel 1971, nemmeno volevano farla entrare. "Andammo al cancello sbagliato, poi siamo andati dall'altra parte dello stadio - ha raccontato -. Allora non c'erano guardie del corpo o cellulari, ero solo con mia madre e un paio di racchette di legno".
L'accordo tra Sportcast e la USTA, raggiunto con la collaborazione di IMG, avrà durata pluriennale a partire dal 2023, e consentirà agli appassionati italiani di tornare ad assistere gratuitamente alla prova americana del Grand Slam® dopo 34 anni di visione limitata alle pay tv. SuperTennis trasmetterà i match più importanti sia in diretta che in differita nell’arco delle 24 ore, mentre, in aggiunta, la piattaforma digitale SuperTenniX darà ai tesserati FITP e ai propri abbonati la possibilità di vedere tutte le partite del torneo in streaming.
Per i possessori di Smart TV l'offerta si arricchisce grazie all'HbbTV, acronimo di Hybrid Broadcast Broadband TV. Premendo il tasto verde del telecomando, si aprirà una schermata mosaico (in gergo landing page) nella quale lo spettatore – con l’ausilio delle frecce presenti sul telecomando – potrà spostarsi per selezionare altri tre campi oltre a quello in quel momento trasmesso in diretta sul canale.
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