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Avviciniamoci al grande appuntamento dello US Open in esclusiva su Supertennis, in chiaro e gratis, per tutti, con una serie di grandi storie e personaggi nella storia del torneo. Oggi riviviamo il trionfo di Boris Becker nel 1989 e il nastro contro Rostagno che ha cambiato tutto
di Alessandro Mastroluca | 09 agosto 2023
Sportcast, la società del Gruppo FITP che gestisce il canale tv SuperTennis, ha raggiunto un accordo con la United States Tennis Association (la federtennis statunitense) per acquistare in esclusiva tutti i diritti media degli US Open.
L’accordo, raggiunto con la collaborazione di IMG, avrà durata pluriennale a partire dal 2023, e consentirà agli appassionati italiani di tornare ad assistere gratuitamente alla prova americana del Grand Slam® dopo 34 anni di visione limitata alle pay tv. SuperTennis trasmetterà i match più importanti sia in diretta che in differita nell’arco delle 24 ore, mentre, in aggiunta, la piattaforma digitale SuperTenniX darà ai tesserati FITP e ai propri abbonati la possibilità di vedere tutte le partite del torneo in streaming.
Per i possessori di Smart TV l'offerta si arricchisce grazie all'HbbTV, acronimo di Hybrid Broadcast Broadband TV. Premendo il tasto verde del telecomando, si aprirà una schermata mosaico (in gergo landing page) nella quale lo spettatore – con l’ausilio delle frecce presenti sul telecomando – potrà spostarsi per selezionare altri tre campi oltre a quello in quel momento trasmesso in diretta sul canale.
Ci avviciniamo al grande appuntamento rivivendo grandi storie e personaggi che hanno segnato momenti indimenticabili nel torneo.
Boris Becker è il grande favorito per il titolo allo US Open del 1989. Ha 21 anni e cinque titoli Slam all'attivo ma non ha ancora conquistato mai New York. Gli americani cantano "Right here waiting" con Richard Marx, riempioni i cinema per la commedia di Ron Howard "Parenti, amici e tanti guai" e "Harry ti presento Sally".
C'è voglia di disimpegno, di allegria, di leggerezza. La dimostra anche l'avversario di Becker al secondo turno, Derrick Rostagno, che arriva a Flushing Meadows in un van Volkswagen e colpisce per il look da surfista tra maglie sgargianti e porta-racchette arcobaleno. E' pur sempre nato a Hollywood, il senso dello spettacolo ce l'ha eccome.
Rostagno vince i primi due set. E' vicino a una consacrazione sportiva. Becker, a cui l'atmosfera troppo caotica di New York non è mai piaciuta, sente vicina un'altra sconfitta bruciante dopo l'eliminazione al primo turno dell'anno prima. Gioca ancora per la Germania Ovest: il Muro non è ancora caduto, lo sarà fra qualche mese.
Becker rimonta, vince il terzo set, Rostagno lo trascina al tie-break del quarto e allunga 6-4. Salva il primo match point, sul secondo non mette in campo la prima. Rostagno è ormai a un passo dalla sua seconda grande occasione.
Sì, perché il destino ha già sparigliato le sue carte tre anni prima, il 31 marzo del 1986, un lunedì. Professionista da poco, ha deciso di saltare un torneo satellite a cui era iscritto, a Città del Messico, per tornare a casa a Los Angeles. Ha preso un volo interno che deve fare comunque scalo a Città del Messico, per salire sul volo Mexicana 940 che parte alle 8.50 del mattino ora locale dall'aeroporto Benito Juarez. Solo che ha cambiato idea, è sceso e in extremis si è andato a iscrivere al torneo poco prima della chiusura, alle 9 della mattina. Ha giocato due partite in un giorno e solo quando è tornato in albergo ha scoperto che il volo Mexicana 940 era precipitato a Maravatio poco dopo il decollo per l'esplosione in volo del pneumatico di una delle ruote. Nessuno dei 159 passeggeri e degli 8 membri dell'equipaggio è sopravvissuto. La passione per il tennis ha evitato a Rostagno di essere ricordato come la 168ma vittima del peggior disastro aereo avvenuto sul suolo messicano.
Il destino si rimette sulla strada Rostagno sul 6-5 nel tie-break del quinto set del secondo turno dello US Open 1989 contro Boris Becker. Il tedesco tira una seconda morbida, verso l'angolo sinistro, Rostagno blocca la risposta in lungolinea e prende la rete. Becker prova il passante in diagonale, l’americano si prepara a chiudere la volée di dritto ma la palla beffarda tocca il nastro e si impenna. Punto Becker, 6-6. La partita di Rostagno è finita qui.
Becker chiuderà quel match, per la cronaca, 16 67 63 76 63 dopo 4 ore e 27 minuti.
Dopo quella partita ha sconfitto Miloslav Mecir al terzo turno, superato negli ottavi in rimonta lo svedese Mikael Pernfors, finalista al Roland Garros 1986, e nei quarti ha piegato Yannick Noah, ultimo francese a vincere uno Slam in singolare maschile. Il successo in semifinale su Aaron Krickstein gli apre le porte della finale contro uno dei suoi grandi rivali, Ivan Lendl, che per l'ottava volta consecutiva è arrivato a giocarsi il titolo.
Becker lo batte in quattro set e diventa il primo giocatore dal 1975, dopo lo spagnolo Manuel Orantes a trionfare allo Us Open dopo aver salvato un match point. Resterà il suo unico titolo a New York. "Per vincere uno Slam devi passare una partita in cui vai quasi fuori dal torneo - ha detto -. Quel successo contro Rostagno mi ha fatto rilassare".
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