

La storia di Vitas Gerulaitis è al centro della terza puntata del nuovo format di SuperTennis "New York Stories". Ci avviciniamo all'inizio dello US Open, trasmesso in esclusiva e in chiaro su SuperTennis dalle qualificazioni
07 agosto 2024
Alla fine del 1979, la rivista People ha inserito Vitas Gerulaitis tra i dieci single più sexy del mondo. In copertina di un celebre numero del magazine, il campione di tennis nato a New York figurava insieme a Erik Estrada, attore della serie allora cult CHiPs, e a Barry Gibb, frontman dei Bee Gees, band da 230 milioni di dischi venduti, autori due anni prima della colonna sonora del film "La febbre del sabato sera". "Sono un tipo piuttosto socievole, e non passo da solo tanto spesso" ammetteva Gerulaitis anche se, diceva, "l'unico uomo davvero sexy al mondo è Rod Stewart".
Vitas Gerulaitis, detto anche Mister New York, è il protagonista della terza puntata di New York Stories, il nuovo format in onda su SuperTennis che ogni mercoledì racconta un protagonista della storia dello US Open, torneo che sarà trasmesso in esclusiva in chiaro, gratis e per tutti, sul nostro canale.
Proprio in quel 1979 aveva giocato la prima finale fra due newyorchesi nella storia dello US Open. Cresciuto a Brooklyn e Howard Beach, Queens, laureato alla Columbia University, a inizio anni '70 guidava una macchina con la targa personalizzata 'VITAS'. Era il re delle feste e della vita mondana allo Studio 54 di New York: memorabili le serate con l'artista Andy Warhol, l'amico Bjorn Borg e John McEnroe, il suo rivale nella finale dello US Open del 1979.
Allora ventenne, McEnroe da Douglaston, Queen's, ha approfittato della rinuncia di John Lloyd e il ritiro dopo tre game di Eddie Dibbs. In semifinale, ha sconfitto in tre set il campione in carica Jimmy Connors.
Gerulaitis, invece, ha rimontato due set e un break di vantaggio contro Roscoe Tanner, giocatore con uno dei servizi più potenti dell'epoca, in semifinale. Il torneo vive così la prima finale tutta statunitense in singolare maschile dal 1953. Un'occasione speciale per Broadway Vitas, questo l'altro suo soprannome, che nel 1969 a 15 anni era uno degli addetti ai campi e aveva assistito da vicino al trionfo di Rod Laver, che aveva conquistato il suo secondo Grande Slam.
Il biondissimo Vitas, campione all'Australian Open nel 1977 e due volte agli Internazionali BNL d'Italia nel 1977 e 1979, numero 3 del mondo nel 1978 e Top 10 per sette anni di fila a fine stagione fino al 1983, ha un tennis basato sulla velocità e l'eleganza di esecuzione. La sua vera debolezza è la seconda di servizio.
In finale McEnroe, che lo conosce bene, si impone in tre set. Ma non cambia di un millimetro la sua tradizionale generosità. L'ha raccontato all'ATP Mary Carillo, ex numero 33 del mondo e vincitrice del Roland Garros 1977 in doppio misto con McEnroe, grande amica di Gerulaitis. "Dopo aver perso quella finale, la sua unica allo US Open - ha detto -, è andato alla festa del vincitore McEnroe. Chi altri l'avrebbe fatto?". Nessuno. Perché nessuno è mai stato, e mai sarà, come Vitas Gerulaitis.
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