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Vacanze a Newport, la casa della gloria

A luglio verranno introdotti nella Hall of Fame Li Na, Yevgeny Kafelnikov e Mary Pierce. La cerimonia si svolgerà durante il torneo Atp, momento giusto per visitare un club americano dal fascino unico

di | 29 luglio 2019

I tempi cambiano, le domande aumentano, le risposte si perdono nel vento. Ma resistono luoghi che raccontano la forza della tradizione, il valore della storia e della memoria, che non è solo ricordo o nostalgia. Luoghi di magia e di certezze da vedere almeno una volta nella vita, come il Centrale di Wimbledon. L'estate, però, è anche il momento perfetto per scoprire il Newport Casino, che a dispetto del nome non ha niente a che fare con le scommesse. È la prima casa del tennis americano, col suo campo a ferro di cavallo su cui tutti possono giocare da maggio a settembre, sede del National Lawn Tennis Hall of Fame and Museum, ufficialmente riconosciuto dall’ITF nel 1986.
Quest'anno entreranno nella Hall of Fame Li Na, prima asiatica a ricevere questo onore, l'ex numero 1 del mondo Yevgeny Kafelnikov, il primo russo a vincere uno Slam (conquistò singolo e doppio al Roland Garros 1996), la quattro volte campionessa Slam Mary Pierce. Li Na può fregiarsi di un altro primato: è la prima ad aggiudicarsi il voto del pubblico. Sì, perché da quest'anno, per la prima volta, i tifosi hanno potuto votare tra una rosa di candidati via web. Li Na ha ottenuto più voti di tutti, davanti a Goran Ivanisevic e Mary Pierce. Questo risultato ha garantito un bonus del 3% alla cinese, del 2% al croato, dell'1% alla francese, che si è andato ad aggiungere alla percentuale dei voti dell'Official Voting Group, composto da storici, giornalisti e membri della Hall of Fame. La cerimonia ufficiale è fissata per il 20 luglio, durante il torneo ATP in calendario quella settimana che segna anche la conclusione della stagione sull'erba nel circuito maggiore.

Oltre 250 atleti, 24 nazioni

Sono oltre 250 gli atleti di 24 nazioni diverse a godere del privilegio di essere considerati tra i più influenti nella storia del gioco. “E' un piacere dare a Li Na, Mary Pierce e Yevgeny Kafelnikov il benvenuto nella Hall of Fame” ha detto il presidente Stan Smith, che vinse il primo Masters nel 1970, lo Us Open ‘71 e Wimbledon ’72 ma viene ricordato soprattutto per le scarpe a lui dedicate.

Sono entrate nella cultura popolare: su Genius, un portale che contiene testi di canzoni nato per diffondere la musica rap, si contano centinaia di riferimenti alle Stan Smith. Un paio, autografato, fa bella mostra di sé nel museo della Hall of Fame, che ospiterà da giugno e per un anno una particolare collezione dedicata ai tre campioni della classe 2019.

Profumo di storia

In questa cittadella del tempo libero, tra concerti e serate danzanti, nel 1881 si sono disputati i primi campionati nazionali statunitensi. Qui, nel 1954, Jimmy Van Alen dirigeva un torneo per dilettanti: la lunghezza della finale di singolare lo costrinse a spostare su un campo secondario il match clou, la finale di doppio fra gli australiani Lew Hoad e Ken Rosewall e gli statunitensi Tony Trabert e Vic Seixas, quattro dei migliori giocatori del mondo. Quel giorno ha iniziato a sviluppare il VASS, il Van Alen Simplified Scoring System (punteggio semplificato di Van Alen), che poi evolverà nel tiebreak.

La Hall of Fame

Fu sempre lui a introdurre a Newport la Hall of Fame del tennis, dopo aver accompagnato la moglie Candy a visitare la struttura che ospitava i ricordi dei grandi del baseball. Il club e il museo raccontano il fascino di uno sport aristocratico che si è aperto al mondo. Conserva il brevetto del maggiore Walter Clopton Wingfield per i campi del lawn tennis, il tipico vestito di Suzanne Lenglen, la gonna pantalone di Lily Alvarez, le creazioni di Ted Tinling, la tuta modello Catwoman di Serena Williams del 2002. Racchiude trofei, come i nove “Venus Rosewater Dishes” vinti da Martina Navratilova a Wimbledon in singolare, la racchetta con cui Ashe vinse il primo Us Open nel 1968, una chitarra Rickenbacker che Eddie Van Halen, uno dei più grandi chitarristi al mondo, regalò a Vitas Gerulaitis.

Segno dei tempi

Il museo non è solo nostalgia. Il catalogo è anche online, unisce reale e virtuale anche nel monologo con cui l'ologramma di Federer intrattiene il pubblico. Un segno dei tempi, un nuovo racconto per un'emozione che rinasce ogni giorno, sempre diversa eppure in fondo sempre uguale. È la magia del tennis, tra futuro e moderno.
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