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Cultura e costume

Se lo sguardo sulla palla di Agassi diventa arte

Da una foto del grande Andre che fissa la palla, l’opera-filmato dell’artista albanese Anri Sala che in passato è stata esposta anche nella rassegna L’image volée alla Fondazione Prada di Milano. Un incontro tennistico imprevisto

di | 05 agosto 2019

Giri l’angolo e te lo trovi di fronte: lo sguardo di Andre Agassi fisso sulla palla. Se ti fermi e osservi bene in realtà è uno sguardo in ritardo. Lui, Andre in realtà fissa un punto dal quale quella palla gialla che lui sta per colpire è già passata. Ed è proprio per questo infinitesimale scarto temporale, che fa una grossa differenza nell’immagine, che questa foto è finita sull’International Herald Tribune. Per lo stesso motivo l’artista albanese Anri Sala l’ha scelta per una sua opera visiva, intitolata Agassi, 2006, che è stata esposta anche in Italia, a Milano, alla Fondazione Prada all’interno della rassegna L’image volée (L’immagine rubata).

0.79, il gioco di Agassi

Anri Sala ha trasformato la foto in un filmato 16 mm muto (un proiettore analogico riproduce la pellicola in loop), con un particolare tocco di rielaborazione.

A un certo punto in alto a destra compare per due volte un cerchio bianco accanto alla pallina (simile ai dispositivi visivi che si usano per segnalare ai proiezionisti che è il momento di cambiare la bobina).

Compare nel punto verso cui Agassi rivolge lo sguardo. Il tempo tra l’apparire dei due cerchi è pari a 0,79 secondi, e corrisponde a quanto impiega la palla colpita da Agassi per raggiungere il campo avversario.

Nella corposa didascalia che accompagnava l’opera a Milano, nella guida, si dice che “l’evocazione di questa velocità attraversa la rappresentazione di un picco istantaneo di concentrazione e potenzialità visivamente sospeso nel tempo”.

Noi abbiamo colto soprattutto l’emozione di incontrare un volto famigliare, con il tennis in grado di farsi largo nel mondo dell’arte tra un ritratto di Raffaello realizzato da Ingres e una Gioconda con i baffi, dadaista, firmata da Francis Picabia, le tele tagliate di Francis Bacon e i concetti spaziali di Lucio Fontana.

E poi in fondo, indipendentemente dalla originale trovata di Anri Sala, il tennis di Agassi era a suo modo arte. Veloce. Futurista.


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