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Cultura e costume

Napoleone e il tennis: Sant’Elena, Longwood e la Coppa Davis. Che storia!

Il film in odore di Oscar dedicato al generale e imperatore francese. Quante connessioni in storie meno lontane di quel che sembra. E perchè Longwood va da Sant’Elena a Boston

di | 20 dicembre 2023

Nella stagione off, quella senza tornei, mi capita di cercare e trovare polvere di tennis anche fuori dai campi  e dal tour dei tornei. E incontro tennis in luoghi e situazioni inaspettate, dalle pareti luminose dei grandi magazzini che hanno dedicato per giorni la facciata alla scritta “Champions of the world” alle librerie che ormai ricavano sezioni sempre meno nascoste e sempre più ricche al tennis in tutte le sue forme - dalle bio ai racconti ai saggi, tanti saggi come vi racconta su Supertennis tv la trasmissione “Tie book” - senza dimenticare le vetrine dove il bianco/crema, uno dei colori Pantone dell’anno, riporta costantemente ai gesti bianchi del nostro magnifico sport. 
 
E’ capitato così di trovare tanto tennis in un film in  odore di Oscar come “Napoleon” di Ridley Scott che ha affidato all’attore Joaquin Phoenix l’onere e l’onore di interpretare l’imperatore-condottiero-stratega-riformatore francese (nel film c’è poco lo stratega e il riformatore, ma questo riguarda il film).
 
Ora, chiariamo subito: nel film non si vede Napoleone che gioca a tennis, non ci sono court de pomme (campi da jeu de pomme, antenato del tennis) anche se vari frammenti delle sue biografie ci dicono che il pisano nato ad Ajaccio e poi diventato Imperatore praticava vari sport tra cui il tennis. anzi, qualche scritto porterebbe a pensare che sia stato uno dei primi a cimentarsi con il tennis. Si tratta invece di indizi indiretti e connessioni scovate grazie a vere e proprie assonanze e rimembranze tra la  Storia principale e quella minore del tennis.  

Dopo la disfatta  di Waterloo nel 1815,  che significò la fine del condottiero e stratega militare, Napoleone fu esiliato a Sant’Elena, dove morì il 5 maggio 1821. 

Napoleone visse in una proprietà di nome Longwood house. Quando nel film compare Longwood house, si accende una lampadina nella testa dell’appassionato tennista perchè Longwood è il nome del tennis club di Boston dove nel 1900 si giocò la prima Coppa Davis tra Usa e Gran Bretagna. 
 
L’isola, tuttora possedimento inglese, è nel bel mezzo dell’Atlantico meridionale, oltre 1400 miglia al largo dell’Africa. Un luogo remotissimo, da dove l’imperatore non sarebbe mai potuto fuggire com’era invece riuscito avventurosamente a fare lasciando l’Elba il 26 febbraio 1815, beffando la flotta inglese. La residenza a Sant’Elena fu stabilita dal governo di Londra nella magione di Longwood, un villaggio dell’interno, a qualche chilometro dal mare, dove il clima oceanico è assai più inclemente di quello della costa. Le ultime parole del Grande Corso, prima di spirare alle 17.49, furono “Francia”, “capo dell’esercito” e “Giuseppina”.

Joaquin Phoenix alla presentazione del film su Napoleone (Getty Images)

Nel 1877 a Boston, nel Massachusetts, fu fondato il più grande e bel circolo dell’epoca in un’area chiamata, in onore dell’imperatore dei francesi, “Longwood”. Il nome del luogo era stato deciso dall’imprenditore e proprietario  terriero David Sears, ammiratore di Napoleone. Nei suoi viaggi a Parigi, almeno un paio, ebbe modo di vedere alcuni oggetti della Longwood House portati da Sant’Elena. Secondo uno storico bostoniano, “Sears era un credente, autore di un libro di preghiere. È concepibile che, scegliendo il nome Longwood per ricordare Napoleone, volesse ribadire a se stesso la natura fugace della gloria. Oppure, semplicemente, bastava il fascino del nome”.

Rod Laver mostra il trofeo della competizione a lui intitolata, la Laver Cup, al Longwood Cricket Club di Boston, Massachusetts (Getty Images)

Tornato a Boston, decide così di nominare l’area dove nel 1877 sarebbe nato il nuovo circolo, il Longwood Cricket Club. Lì l’8 agosto 1900 si disputò l'International Lawn Tennis Challenge, ossia la prima edizione della Coppa Davis. Dwight Davis vinse la partita di esordio contro il britannico Ernest Black (4-6 6-2 6-4 6-4), sfruttando il servizio. Anche l’altro americano, Malcolm Whitman, ebbe la meglio sul proprio avversario, Arthur Gore (6-1 6-3 6-2). Il giorno dopo, Davis e Holcomb Ward vinsero il match di doppio grazie a un triplo 6-4 su Black e Herbert Roper-Barrett. La pioggia battente impedí di completare la quarta partita, peraltro irrilevante ai fini dell’esito della sfida.
 
Curiosamente, c’è un altro collegamento tra il film diretto da Ridley Scott e il tennis: il ruolo di Giuseppina, l’amatissima moglie di Napoleone, è interpretato da Vanessa Kirby, che è nata e cresciuta nel paese che più di qualsiasi altro al mondo s’identifica con il tennis: Wimbledon. Quando si dice che la vita è piena di indizi che non vanno sottovalutati. 

In conclusione, questa volta non saprei bene a chi assegnare il “vincente” o il “gratuito” di questa rubrica. Forse al tennis, in quanto tale, che non finisce mai di portarci in giro in luoghi e storie che non ti aspetti. 


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