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Cultura e costume

Svitolina: "In campo mi sento un soldato, combatto per il mio Paese"

Nessun cenno di stretta di mano nei match del femminile che hanno messo di fronte le giocatrici ucraine contro avversarie russe e bielorusse. Stasera in campo Svitolina contro Sabalenka, una partita con tanti significati

di | 13 maggio 2024

Elina Svitolina (foto Sposito/FITP)

Neanche ci provano. Figuriamoci oggi che le truppe russe stanno sfondando il fronte ucraino dove stanno sfollando interi villaggi e migliaia di persone. La russa Anna Kalinskaya se ne va dritta alla panchina. L’ucraina Elina Svitolina saluta il pubblico del Centrale del Foro Italico: “Questo campo è speciale per me, grazie Roma” sorride. Per il terzo anno di fila, le giocatrici ucraine ignorano le colleghe russe e bielorusse. Tra gli uomini il “problema” non esiste perchè i giovani ucraini sono per lo più al fronte. Nessuna stretta di mano, come raccomanda il regolamento.

Nessun contatto, nessuna concessione. Neppure una foto di cortesia. “Per me è molto triste e frustrante che le persone non lo capiscano. È una cosa ovvia non stringere la mano quando ho così tanti amici in prima linea che combattono per l’Ucraina” ha spiegato più volte Svitolina. “Riesci a immaginarli mentre mi guardano competere e mi vedono stringere la mano come se niente fosse? La gente deve capire che a volte non si può separare la politica dallo sport. Rappresentano il loro paese e io rappresento il mio davanti al mondo. In questo senso la mia posizione deve essere chiara”.

E’ il più prolungato caso di resilienza sportiva: dal 2022 quando Putin ha invaso l’Ucraina e Wta, e Atp e Itf, le associazioni che gestiscono giocatori e giocatrici e i tornei, decisero, in accordo con il comitato olimpico, che Russia e Bielorussia avrebbero potuto competere ma senza i colori nazionali,  le giocatrici ucraine rifiutano di stringere la mano all’avversaria quando è russa o bielorussa.

Lo scorso anno, almeno nella prima parte, è stato tema praticamente in ogni torneo. Quest’anno lo è assai meno anche se l’attenzione è sempre lì, per vedere se lo sport riuscisse a fare la magia di indicare la strada di una pacificazione che non può però passare dalla resa di una parte sola. La diplomazia dello sport ha innescato i disgeli più clamorosi. Uno per tutti: il ping pong mise allo stesso tavolo Usa e Cina quando Pechino era il diavolo. 

Ieri il tabellone del Wta di Roma ha messo in campo due occasioni per vedere se Russia e Ucraina, almeno nel tennis, avessero idea di fare  mezzo passo avanti. Forse sarà perchè è stata una pessima giornata dal fronte con le cronache - o la propaganda, occorre sempre cautela - che raccontano di villaggi ucraini sfollati e migliaia di persone in marcia. 

In mattinata la numero 2 del mondo Aryna Sabalenka si è sbarazzata della giovane ucraina Yastremska in due veloci set. L’ucraina alla fine ha tirato dritto verso l’arbitro e poi la panchina e addio stretta di mano. Anche la bielorussa non ha neppure accennato un tentativo e si è mezza a ondeggiare il braccio in mezzo al campo per salutare il pubblico. 

Nel turno serale, la seconda occasione: Elina Svitolina, 29 anni, nazionalità ucraina, qui due volte “regina”  (2017-2018), diventata mamma a ottobre ’22, semifinalista a Wimbledon ’23 e oggi numero 16 del ranking mondiale ha affrontato la russa Anna Kalynskaya, 25 anni e numero 26 nel ranking.  

Un perentorio 6-3/6-3 a favore della giocatrice di Odessa dà conto solo in parte dell’X Factor che si è visto nel match: una voglia di vincere che va oltre il campo e riguarda molto altro e molto di più. “Ogni volta che gioco penso a chi combatte, in campo mi sento un soldato, è la mia guerra” ha detto in un’intervista al Daily Mail. Svitolina ha tatuata il muso di una tigre  sulla coscia sinistra. E una scritta che è la traduzione cirillica di Carpe diem. 

 

Elina è l’unica ucraina rimasta in tabellone delle tre che hanno gareggiato. Stasera scenderà in campo (ultima match sul Centrale, non prima delle 20.30) con la numero 2 del mondo Alyna Sabalenka e due volte vincitrice Slam. I precedenti dicono 2 vittoria a una per la bielorussa. Sarà un match con tante chiavi di lettura. Comunque andrà, difficile che possa diventare una svolta. Che una delle due possa almeno tentare un cenno di stretta di mano finale o una foto di cortesia iniziale. Che possa arrivare, come tante altre volte è successo, una lezione. Dal campo da tennis alla diplomazia.          

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