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Cultura e costume

Tennis e salario minimo, quando lo sport sale in cattedra e insegna

"Atp ha pensato di costituire un fondo a garanzia per tutti che consenta loro di giocare più tranquilli, protetti da infortuni e momenti meno fortunati nell’arco dell’anno" ha spiegato Andrea Gaudenzi parlando del piano One Vision

di | 16 novembre 2023

In tempi di scioperi negati, quasi dileggiati, e di stipendi insufficenti, allarga il cuore sapere che c’è un dirigente sportivo italiano con un ruolo internazionale che si occupa di salario minimo per i suoi iscritti.

Parliamo di Andrea Gaudenzi, ex top player di tennis, da gennaio 2020 presidente dell’Atp, l’Associazione dei giocatori di tennis professionisti che gioca più ruoli nel mondo del tennis: un’azienda il cui core business è organizzare tornei, mantenerli su determinati standard (sempre alti) e tutelare le esigenze del suo capitale umano: i giocatori. 

Bene, Andrea Gaudenzi ha lanciato nel 2021 il Piano “One vision” che ha l’obiettivo di far crescere il mondo del tennis ed esportare questo modello nel mondo. E’ una sorta di visione olistica del mondo del tennis che cerca di tenere insieme l’ultimo dei raccattapalle coinvolti nelle organizzazioni dei vari tornei - oltre i 9 Masters 1000, ci sono decine di 500 e 250 in giro per il mondo - fino al primo degli sponsor ufficiali passando ovviamente per i giocatori e gli appassionati. Ormai oltre un miliardo sparsi in giro per il mondo. 

Due passaggi chiave del One vision plan sono il Profit Sharing, uno sorta di redistribuzione a fine anno degli utili dei tornei tra gli associati in nome della trasparenza (nel 2022 sono stati redistribuiti tra tutti i giocatori 12, 2 milioni di dollari) e il Baseline. Guadenzi la chiama “garanzia” ma alla domanda se si tratta di una sorta di salario minimo, sorride compiaciuto. 

Il presidente dell'ATP Andrea Gaudenzi e il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi all'inaugurazione del Fan Village alle Nitto ATP Finals (Foto Giampiero Sposito/FITP)

“Sì - spiega -, è un salario minimo per i giocatori perché, a parte i primi 20-30 in classifica, si deve sapere che tutti gli altri devono finanziare i costi del proprio mestiere e cioè che è allenamenti, viaggi, coach, allenatori, preparatori. Questi costi sono spesso superiori ai guadagni se non sei tra i primi cinquanta in classifica. Per questo Atp ha pensato di costituire un fondo a garanzia per tutti che consenta loro di giocare più tranquilli, protetti da infortuni e momenti meno fortunati nell’arco dell’anno, in cui vincono poco ma devono continuare a spendere  per continuare a giocare”. 

Lanciato il 22 agosto durante lo Slam americano, il salario minimo del tennis è un progetto che dura tre anni (inizierà nel 2024 e andrà avanti fino al 2026). A spanne, si può dire che l’Atp garantirà ai primi cento giocatori in classifica un fondo di garanzia pari a 300 mila dollari. Poi, a scalare, 175mila ai giocatori fino alla posizione numero 175 del ranking e 75 mila fino al 250 nel mondo. “Voi non sapete cosa vuol dire iniziare  la stagione sapendo di essere già sotto di centinaia di migliaia di euro per trasferte e staff tecnico e sapere però di essere protetti da questa garanzia economica. Significa tranquillità anche nel rendimento agonistico”.

Iniziative analoghe l’Atp le sta prendendo anche per chi si infortuna durante la stagione e gioca meno di nove tornei e per i giovanissimi debuttanti che salgono in fretta la classifica ed entrano nei primi 125.  

Non ci può essere, credo, “vincente” migliore e più brillante di quello che guarda e migliora il destino delle persone. Specie se quelle persone sono il tuo capitale umano. E’ certamente vincente la comunità, l’azienda, che rispetta e investe nei propri soci e dipendenti. Se immaginiamo un governo al pari di un’azienda che deve far quadrare i conti (bilancio) e farli crescere (pil), una delle prime misure da prendere è senza dubbio quella che protegge la propria comunità, i cittadini. 

E li mette al riparo da rischi (ad esempio sicurezza sui luoghi di lavoro e penuria di posti di lavoro) e da umiliazioni (lavoro povero e sotto pagato). Proteggere il proprio capitale umano significa avere cura dell’azienda e di individui che poi ti saranno  riconoscente lavorando meglio e più volentieri. E magari un giorno, quando sarà, ti potranno anche votare. Non sarà un caso se Gaudenzi è stato rinnovato ai vertici dell’Atp. Il Parlamento discinte da mesi di salario minino. La maggioranza aspetta e prende tempo. Come se i sei milioni accertati di lavoratori poveri in Italia non fossero il suo capitale umano. 

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