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Per colpire al volo abbiamo tra i 400 e gli 800 millisecondi, dunque serve un intervento “unito” e non multisegmentato. Ma quando la palla va spinta, applicando della forza, entrano in gioco diversi aspetti tecnici da considerare
di Gennaro Volturo * | foto Getty Images | 06 aprile 2019
* I.S.F. R. Lombardi
La meccanica esecutiva delle volée differisce dalle altre abilità tecniche soprattutto per quanto concerne il timing che regola l’intervento dei segmenti corporei. Il tempo che il tennista ha a disposizione per eseguire una volée è mediamente compreso tra i 400 ms. e gli 800 ms. Da ciò deriva l’esigenza di ridurre i gradi di libertà di movimento delle articolazioni (minimizzando la torsione del tronco, la rotazione esterna del braccio ecc.) ricorrendo a un intervento “unito” piuttosto che “multisegmentato” dei segmenti corporei.
Affinché la mano (e all’occorrenza anche la spalla e il gomito) abbiano spazio di movimento durante la fase di accelerazione, è fondamentale la stabilità degli arti inferiori e il controllo del centro di gravità in tutte le fasi del movimento.
Ciò nonostante occorre evidenziare come l’indipendenza di movimento della mano sia molto importante per gestire al meglio le differenti altezze dell’impatto e per produrre rotazione in back-spin e in side-spin con l’obiettivo di rendere più difficile l’esecuzione del passante e del lob.