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Dal doppio passo in avanti per aggredire una palla più corta, agli scivolamenti laterali per giocare il diritto anomalo, fino alle scivolate difensive laterali: ecco tre situazioni in cui la differenza la fa il movimento di gambe
di Gennaro Volturo * | 20 agosto 2019
* I.S.F. R. Lombardi
Analizziamo alcune delle più importanti tecniche di spostamento che i tennisti moderni utilizzano per risolvere al meglio le varie situazioni tattiche ricorrenti durante il match.
Nella prima situazione prendiamo in esame lo scozzese Andy Murray, appena rientrato anche in singolare, che, a seguito di una palla piuttosto corta giocata dall’avversario, deve gestire uno spostamento in direzione verticale muovendosi dall’esterno all’interno del campo.
In tale occorrenza tattica, la tecnica di spostamento più utilizzata è quella del “doppio passo in avanti”.
Per farlo, in primo luogo occorre spingere con il piede posteriore verso il piede anteriore.
Successivamente occorre determinare la stance attraverso un passo di ampiezza del piede anteriore.
A questo punto il tennista scozzese può eseguire il colpo in “neutral stance” trasferendo il peso del corpo in fase dinamica con il vantaggio di proseguire la corsa verso la rete qualora non avesse effettuato un colpo vincente.
In merito a tale tecnica, in primo luogo è importante ricordare che il tennista deve correre in direzione della palla producendo una notevole velocità di spostamento che dovrà poi essere controllata attraverso la scivolata.
Giunti in prossimità della zona di impatto occorre scivolare (utilizzando la superficie plantare) con il piede che determina la distanza dalla palla che, per un giocatore destrimane, è il piede destro nel caso del diritto e il piede sinistro nel caso del rovescio.
Per fermarsi, in molte situazioni tattiche può essere utile produrre un movimento di eversione della caviglia che consiste in una rotazione della caviglia che porta la superficie plantare del piede a guardare lateralmente.
L’errore da non commettere è quello di produrre un movimento di inversione della caviglia che consiste in una rotazione della caviglia che porta la superficie plantare del piede a guardare medialmente (cioè verso il piede opposto).
In quest’ultimo caso il tennista arresterebbe bruscamente la corsa con il rischio di incorrere in pericolosi infortuni.
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