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Il ritmo permette di ordinare, organizzare il gesto tecnico e individuarne le carenze. Ma favorisce anche le percezioni e armonizza le capacità relazionali. Scopriamo qualche utilizzo pratico del metronomo in campo
di Patrizio Zepponi * | foto Getty Images | 11 settembre 2019
* I.S.F. R. Lombardi
Il cronometro rileva tempi e velocità medie, mentre il metronomo scandisce e misura la velocità reale. Ad esempio, se contiamo gli scambi che riescono a compiere due tennisti da fondocampo in un minuto ricaviamo la velocità media della palla, mentre a parità di spazi il metronomo scandisce la velocità reale.
Così l’esecuzione di un gesto tecnico a ritmi alti progressivi permette di individuarne il punto di rottura e la prima causa che lo determina. Alzando i ritmi oltre la soglia delle capacità dell’atleta, il gesto si “rompe” non tutto insieme ma progressivamente e l’analisi di questa rottura offre indicazioni preziose sulla “scala di debolezze tecniche e coordinative” sulle quale si andrà a intervenire settorialmente seguendo la giusta scala di priorità. Ad esempio la prima rottura potrebbe avvenire perché il giocatore perde il controllo dei piedi e in tal caso andremo a intervenire sugli appoggi o sull’equilibrio. Oppure potrebbe avvenire perché il giocatore ritarda l’apertura (per esempio del diritto) e in tal caso andremo a intervenire per velocizzare, anticipare o accorciare l’esecuzione del gesto.
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