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Non è detto. Non sempre la chiamata del punteggio a voce alta o al microfono da parte dell'arbitro è definitiva. Ci sono casi in cui tornare indietro si può. Sulla terra, dunque, aspettare un attimo in più è buona norma.
04 novembre 2019
Quante volte vi sarà capitato, da giocatori o da spettatori, di sentire questa frase detta da qualche tennista che ha il sospetto o la paura di vedersi il punto appena conquistato annullato a seguito di una verifica del segno.
Ovviamente va precisato che questo caso può avvenire solamente su un campo di terra rossa, dove è possibile effettuare la verifica di un segno e giudicare in base a quello: sul veloce una volta effettuata una chiamata sarà più complesso tornare indietro.
Una volta giunta tale richiesta, sarà molto difficile negare la verifica di un segno, tra l'altro dopo un colpo risultato vincente che pareva aver chiuso - e dunque deciso - un punto.
In effetti è giusto tenere sempre a mente che la chiamata di un punteggio, seppur un po' troppo rapida, non annulla mai la possibilità di un giocatore di far intervenire l'arbitro per un controllo.
C'è da dire che la più conosciuta tecnica arbitrale sulla terra rossa prevede proprio la facoltà di aspettare a chiamare un punteggio, dato che può essere sempre richiesto dal giocatore di verificare la legittimità della chiamata tramite il segno lasciato per terra dalla pallina.
C'è anche da precisare però che attendere di annunciare il punteggio non è dovuto al fatto che una volta dichiarato ad alta voce non si possa tornare più indietro, ma dal fatto che si sarebbe costretti, in caso contrario, a dover cambiare l'annuncio stesso.
Se la palla fosse fuori nel nostro caso, si dovrebbe assegnare il punto a Sara. Non è contro il regolamento, ma attendere qualche attimo in più a chiamare il punteggio può evitare discussioni e nervosismi tra i giocatori.
* Testo a cura di Alessandro Saini
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