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La volée perfetta in 5 mosse

Per effettuare un colpo al volo serve un intervento “unito” e non multisegmentato, tra i 400 e gli 800 millisecondi. Consideriamo ora i diversi aspetti che entrano in gioco quando la palla va spinta, applicando della forza.

di | 13 gennaio 2020

* I.S.F. R. Lombardi

La meccanica esecutiva delle volée differisce dalle altre abilità tecniche soprattutto per quanto concerne il timing che regola l’intervento dei segmenti corporei. Il tempo che il tennista ha a disposizione per eseguire una volée è mediamente compreso tra i 400 ms. e gli 800 ms. Da ciò deriva l’esigenza di ridurre i gradi di libertà di movimento delle articolazioni (minimizzando la torsione del tronco, la rotazione esterna del braccio ecc.) ricorrendo a un intervento “unito” piuttosto che “multisegmentato” dei segmenti corporei.

Affinché la mano (e all’occorrenza anche la spalla e il gomito) abbiano spazio di movimento durante la fase di accelerazione, è fondamentale la stabilità degli arti inferiori e il controllo del centro di gravità in tutte le fasi del movimento.

Ciò nonostante occorre evidenziare come l’indipendenza di movimento della mano sia molto importante per gestire al meglio le differenti altezze dell’impatto e per produrre rotazione in back-spin e in side-spin con l’obiettivo di rendere più difficile l’esecuzione del passante e del lob.

Affinché la mano abbia spazio di movimento durante l’accelerazione, è fondamentale la stabilità degli arti inferiori

L'obiettivo della volée

Se l’obiettivo è “sfruttare la forza della palla” (volée di opposizione) la preparazione deve essere minima ed è opportuno che le mani siano piuttosto vicine in tutte le fasi del movimento. In tal caso sia la volée di diritto che quella di rovescio devono essere eseguite senza dissociare gli arti superiori in modo da garantire maggiore stabilità dei segmenti corporei nella fase di impatto.

Di particolare importanza è il lavoro di opposizione svolto dagli estensori della mano per contrastare la velocità della palla. Quando si esegue tale volèe, solitamente non si ha il tempo per trasferire il peso del corpo e gli arti inferiori svolgono un’azione di stabilità piuttosto che di spinta.

Se l’obiettivo è “ridurre la forza della palla” (volée smorzata) il movimento di preparazione deve essere altrettanto contenuto e l’azione della mano è ancora una volta più rilevante rispetto a quella della spalla e del gomito. In particolare assumono un ruolo più significativo i flessori della mano che consentono di modificare l’inclinazione del piatto corde nella fase di impatto.

Per rendere più efficace l’esecuzione della volèe smorzata è molto importante modulare le tensioni muscolari affinché l’impatto coincida con il momento di minima pressione delle dita sul manico.

Con più tempo...

Se l’obiettivo è “applicare forza sulla palla” si presume che il tennista abbia più tempo a disposizione per realizzare l’azione motoria. Pertanto è molto importante selezionare parametri del movimento differenti soprattutto per quanto concerne l’ampiezza e il numero di segmenti coinvolti nell’esecuzione dell’abilità tecnica.

In tal caso gli aspetti tecnici più rilevanti per eseguire la volée sono i seguenti:

  • arretramento della racchetta fino all’altezza della spalla posteriore attraverso la torsione del tronco e attraverso l’azione dell’arto non dominante che è particolarmente rilevante nel movimento di preparazione della volée di rovescio;
  • lieve rotazione del piede esterno che è funzionale ad attivare il trasferimento del peso del corpo e flessione laterale del tronco volta a garantire distanza dalla palla nella fase di accelerazione;
  • flessione del gomito ed estensione della mano che (grazie alla presa continental) assume una posizione più avanzata rispetto alla testa della racchetta favorendo un accumulo di energia elastica che sarà impiegata durante la fase di accelerazione;
  • trasferimento dinamico del peso del corpo prestando attenzione ad atterrare dopo l’impatto per ottimizzare la quantità di moto lineare prodotta attraverso il movimento di traslazione;
  • abduzione orizzontale del braccio, estensione del gomito e deviazione ulnare delle mano che sono le tre componenti di spinta prodotta dagli arti superiori durante la fase di accelerazione.

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