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Nella maggior parte dei casi, le partite, almeno nel tennis di base, si giocano con il seggiolone vuoto: che cosa succede quando i giocatori in campo si scordano il punteggio?
20 marzo 2020
Per essere il più chiari possibili, predisponiamo un caso esemplificativo: si sta giocando una partita di qualificazione a un torneo di quarta categoria che si gioca senza arbitro.
Nel corso del gioco nessuno dei due giocatori annuncia di volta in volta il punteggio fino a quando Carlo, dopo aver vinto il punto annuncia il nuovo punteggio dei giochi: “allora siamo 5-2 per me nel primo set". A quel punto Marco si ferma ed esclama: "come 5-2 per te. Siamo 4-3 per me".
Così viene chiamato il giudice arbitro in campo. Cosa succede? Sono casi che non avvengono così raramente e ancor più spesso il dubbio sorge all'interno dello stesso gioco con i semplici punti (per esempio, 30-30 invece di 15-40).
A questo punto non ci saranno molte altre opzioni: per risolvere la controversia, l'unica soluzione sarà quella di ripartire dal punteggio sul quale entrambi i giocatori, necessariamente, concordano.
Nel nostro caso: Carlo è sicuro di condurre per 5-2, invece Marco è sicuro di condurre per 4-3. Di conseguenza Carlo ha riconosciuto che Marco ha vinto almeno 2 giochi, come al contrario Marco ha riconosciuto che Carlo abbia vinto almeno 3 giochi. Ecco perché la soluzione sarà di ripartire dal punteggio di Carlo che conduce per 3-2.
Inoltre non è previsto un obbligo nell'annunciare sempre il punteggio, però è opportuno farlo sia per evitare che situazioni del genere possano avvenire (in buona fede) sia per evitare che qualche giocatore si approfitti della situazione.
Fino a tutto il 2015 il regolamento italiano prevedeva che in caso di disaccordo tra i giocatori il giudice arbitro procedesse a stabilire chi avesse ragione con un semplice lancio di monetina. Per fortuna però adesso la procedura da applicare è cambiata individuando una soluzione sicuramente più equa.
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